Gallina, Ginnetti e Mergoni lavorano ad una lista di “soccorso al vincitore”?
ELEZIONI 2019, I TRANSFUGHI DI LATINI
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Pur di esercitare il possibile ruolo di ago della bilancia
In una città decisa dal voto di 2 soli elettori… è più normale come, la tornata dopo, ognuno si senta legittimamente l’ago della futura bilancia tra i due possibili vincitori. Un conto, però, è farlo gratis, come qualsiasi cittadino-elettore, sperando che il proprio voto sia giusto per far pendere la baracca pubblica verso un proficuo mandato di prosperità – come si usava dire un tempo – della propria città; ben altra cosa è fare un calcolo politico di tornaconto personale per provare a mettere a frutto la circostanza di un elettorato spaccato a metà.
Detto che questo non è il nostro pensiero, dato che non vediamo come Latini possa farsi sfuggire una seconda volta il prossimo mandato amministrativo, proviamo a ragionare con le teste di transfughi e traditori (ognuno scelga per se il sostantivo più consono) che ritengono di avere ancora qualcosa da dire a questa città.
L’idea è quella di calarsi in una ipotetica, ma mica tanto, Democrazia Osimana, con a capo un triumvirato Gallina, Ginnetti e Mengoni + una qualche ruota di scorta, un paio di portatori d’acqua, uno scerpa e un candidato a sindaco credibile ad un elettore-tipo osimano, compreso nella fascia di età tra i 18 e i 30 anni (oltre la trentina gli elettori sono un pò più navigati, svanisce l’effetto sorpresa e anzi spesso avanza una decisa ripulsa verso gli uomini buoni per tutte le stagioni).
Detto che la Storia insegna come tutti e tre i triumviri della I Repubblica morirono assassinati (rovinosamente Marco Licino Crasso, per mano dei Parti, che dopo averlo sconfitto, gli fecero bere oro liquido prima di tagliargli la testa; Gneo Pompeo Magno assassinato in Egitto da Tolomeo e Giulio Cesare assassinato a Roma nelle Idi di marzo anche per mano del figlio adottivo Bruto), vediamo a quale brutta fine politica può legittimamente ambire l’ipotetica Democrazia Osimana.
Mirko Gallina, alias il desaparicidos della politica osimana, è introvabile a chiunque e dei tre è l’unico che potrebbe avere la saggezza in extremis di evitare di saltare su una barca destinata all’affondamento.
249 voti di preferenza e secondo dei non eletti con Su la Testa nel 2014, Gallina dei tre triumviri è anche l’unico che potrebbe ancora essere messo da Latini a prova di fedeltà e richiamato strategicamente in Consiglio comunale chiedendo un sacrificio personale ad Antonelli o Giacchetti o a Palazzini, oltre alla rinuncia a subentrare del primo dei non eletti Francioni.
Con questa mossa, tutt’altro da escludere, le liste civiche tasterebbero definitivamente il polso al “malato” Gallina certi, per qualsiasi risposta – accettazione o meno dell’incarico – dello stato di salute politica dell’ex enfant prodige o – se vogliamo – dell’ex delfino di Latini alla sua successione.
Dovessero le liste civiche decidere altrimenti, ovvero lasciar cuocere Gallina nel proprio brodo, ecco che i 249 voti di preferenza, al cambio del 2019 cioè a sostegno non più di Latini ma del Sindaco di Democrazia Osimana, dovrebbero essere cambiati con non più di 70/80 preferenze di stima personale.
Voto più (81 preferenze), voto meno (69), grosso modo lo stesso valore accreditato a Gallina rischia di portare a casa l’ondivago Achille Ginnetti. Anche in questo i book maker partendo dai 250 voti rimediati quale candidato più votato 2014 di Osimo Democratica, peraltro simile come accezione all’ipotetica Osimo Democratica, non si sentono di accreditare all’ex Presidente del Consiglio, ex Assessore, ex consigliere di maggioranza e minoranza, un risultato troppo diverso da quello destinato dagli osimani a Gallina.
E siamo pertanto giunti ad un monte voti oscillante tra i 139 e i 161 complessivi. Al bottino aggiungiamo volentieri la dote personale di preferenze dell’ex netturbino ed ex Presidente Astea Giancarlo Mengoni.
Tenuto fuori da Latini alle elezioni del 2014, il peso specifico di Mengoni 2009, ovvero all’apice mai più raggiungibile del suo consenso politico personale, fu di 318 preferenze conquistate grazie all’ombrello di Simoncini Sindaco.
Anche in questo caso il fixing, considerato che nel 2019 saranno trascorsi 10 anni dall’ultimo partecipazione elettorale di Mengoni, non supera i 100 voti, probabilmente qualcuno in meno.
Diciamo che il triumvirato osimano dovrebbe mettere insieme tra i 240 e i 260 voti a cui sarebbero da assommarsi altri 100/200 voti raggruppati dagli altri candidati in lista.
Voti utili presumibili da ascrivere alla nobile causa “ago della bilancia”? Da 350 a meno di 500 voti.
Siamo stati troppo severi? Vogliamo largheggiare un pò? Ok apriamo la forchetta portando da 400 a 600 voti. Stop. Affare fatto.
Con un simile bottino si è fuori da ogni trattativa possibile (ammesso e non concesso che Latini abbia voglia di discutere con chi, un solo minuto dopo aver conosciuto l’esito del ballottaggio, non esitato a passare armi e bagagli dall’altra parte!); salvo offrire i propri voti gratis alla Sinistra, sperando unicamente nel buon cuore di Pugnaloni o di chi per lui.
Più facile credere alla favole e che Cappuccetto Rosso mangi in un sol boccone il povero Lupo cattivo!