“I DIPENDENTI ASSO NON POSSONO ESSER COMANDATI IN COMUNE”
OSIMOPOLI ANCHE PER LA FABIANI DEFERITA ALLA CORTE DEI CONTI

“I DIPENDENTI ASSO NON POSSONO ESSER COMANDATI IN COMUNE” OSIMOPOLI ANCHE PER LA FABIANI DEFERITA ALLA CORTE DEI CONTI

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Concluso l’esame dell’inchiesta che si appresta a sconquassare i pericolosi rapporti – voto = lavoro – che stanno per mettere in croce il Partito democratico e i mini alleati del Centro Sinistra. 2018 da record per la famiglia Belli-Fabiani titolare di 236.000 euro complessivi, da guinness


Al vaglio della Corte dei Conti gli ultimi 7 anni di stipendio, accumulati dalla signora Alessandra FABIANI LANARI in RIDERELLI BELLI, nel corso della prima amministrazione PUGNALONI e l’amministrazione attuale, naturale proseguo.
La cifra a rischio, non contabilizzata al centesimo dagli esperti che della Guardia di Finanza che hanno indagato nella vicenda OSIMOPOLI e che in questi giorni, su richiesta del Gup, hanno ripreso in mano il corposo fascicolo, non dovrebbe risultare particolarmente ingente ma pur sempre aggirarsi attorno agli 80.000 euro, considerato che le Fiamme Gialle si apprestano a formalizzare all’autorità giudiziaria l’intero settennato (peraltro in corso) di comanda della signora dalla originaria azienda speciale Asso al Comune di Osimo.

Per la signora FABIANI, da molti anni, un presente in biblioteca

A risponderne, se l’inchiesta in corso giungerà a bomba con la formulazione di capi di accusa e rinvii a giudizio, sarà la Giunta comunale, Sindaco in testa, ovvero quanti deliberarono “in house” il passaggio della “principessa” -questo il soprannome con cui lady RIDERELLI BELLI è ribattezzata in Comune – nella più confortevole casa comunale.
A fare cosa e a partire da quando? Su questo non ci sono dubbi essendo la signora FABIANI LANARI chiamata ad altre mansioni – da 14 ore settimanali al tempo pieno – prima nell’ambito del cosiddetto “ufficio Europa” e poi presso l’ufficio Cultura. Fino al salto di qualità, deliberato dalla Giunta PUGNALONI il 21 giugno 2018, con l’inquadramento della ricordata ex OSIMO SERVIZI alla gestione amministrativa dei rapporti tra il Comune e l’azienda speciale inerenti i servizi socio-assistenziali e socio-educativi, competenze affidate alla ASSO in cambio di 27.000 euro annui, a partire dal 1° luglio 2018, per il “prestito” della FABIANI.
Bell’anno davvero il 2018, detto per inciso, in casa BELLI RIDERELLI FABIANI LANARI capaci di sommare stipendi in famiglia per quasi 236.000 euro complessivi, sommetta da far invidia persino ad euro parlamentari e capitani d’industria.
Detto che in seguito l’attualità lavorativa dell’impiegata, su imput della vice Sindaco Paola ANDREONI, ha conosciuto una ennesima variazione, passando dai servizi sociali alla più anonima e tranquilla biblioteca dove attualmente la signora FABIANI, ex commessa Ikea di un tempo prima della politica, si trova anche adesso… resta da segnalare la motivazione per la quale, secondo l’inchiesta, la signora FABIANI non avrebbe titolo a figurare.
Secondo i riscontri eseguiti è chiaramente emerso come l’azienda speciale Servizi Osimo sia una azienda speciale interamente partecipata dal Comune di OSIMO ed avente per oggetto l’offerta e la responsabilità gestionale dei servizi sociali (scolastici, handicap e tempop libero).

Alle strette finali l’inchiesta su OSIMOPOLI

Ebbene, secondo quanto stabilito dalla Corte dei Conti, con delibera 177 del 5 ottobre 2017, “i dipendenti delle società partecipate da Enti locali NON POSSONO ESSERE UTILIZZATI dagli stessi mediante il comando o il distacco in quanto NON HANNO lo status di dipendenti pubblici”.
Le indagini esperite dai militari operanti hanno già messo in luce la controversa posizione di Alessandra FABIANI LANARI la quale, pur essendo dipendente di una azienda speciale (Asso) risulterebbe in comando presso il Comune di Osimo.
Esattamente lo stesso meccanismo, errato, che ha consentito, durante la chiusura per lockdown del 2020, di comandare in Comune la dipendente Asso Erika CARLONI in qualità di coordinatrice Anti Covid.
Con questi ultimi due nominati, sommati alle decine di candidati, mogli, figlie e figli già raccontati nei giorni scorsim,, si conclude il resoconto dell’indagini prima archiviata dal PM LAURINO e attualmente di nuovo sotto esame del pubblico ministero col suggerimento dell’imputazione coattiva.
In attesa di conoscerne le sorti giudiziare di una vicenda che appare già, in via politica, un vero e proprio malaffare (scoperchiato sull’asse privilegiato Comune-Astea SpA e Comune-Asso Srl) non resta che aprire lo spazio agli interventi della politica e della società civile che intenderanno distinguersi o provare a spiegare.




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