IN CARCERE DA COLPEVOLE O INNOCENTE?
L’IMPROVVISA SCARCERAZIONE DELL’IMPRENDITORE
NON ACCOMPAGNATA DALLA MOTIVAZIONE DELL’ATTO
PIERINO BRAVI: “PER ORA NON HO NULLA DA DIRE…”
La notizia dell’improvvisa scarcerazione di Pierino Bravi, esaurita la prima ondata di sincera soddisfazione, si è subito raffreddata nell’interesse cittadino, come archiviata tra gli eventi poco interessanti a livello di pubblica opinione.
Certo la distanza tra la città e il carcere di Atlanta, in Georgia, dove l’imprenditore osimano ha gioco forza trascorso 51 mesi della propria vita tra carcere preventivo e arresti domiciliari, non ha certo aiutato a mantenere contatti regolari con il concittadino recluso negli Usa.
Anche l’accusa ufficialmente mossagli contro da una cameriera di colore, praticamente appena arrivato dall’Italia in un hotel di Atlanta per sostenere delle fiere mercantili per la propria azienda in espansione, ha lasciato la città incredula: aggressione sessuale, aggravata dal color nero della pelle della donna.
Insomma nulla, fin da subito, è apparso troppo chiaro, in primis proprio a Pierino Bravi.
Anche l’epilogo della vicenda, per fortuna a lieto fine per l’imprenditore, 61 anni, aiuta a capirci qualcosa di più.
A cominciare dalla liberazione ordinata dal giudice federale all’improvviso, in mancanza di fatti nuovi e tale da prendere in contropiede anche la stessa famiglia dell’imprenditore.
“Venitemi a prendere in aeroporto – ha telefonato Bravi l’altro giorno in famiglia – sono appena atterrato a Roma”.
Quasi senza credere a quelle parole i familiari si sono letteralmente precipitati a Fiumicino dove ad attenderli, davvero, c’era il capo famiglia.
Tutto questo, come il ripresentarsi in fabbrica all’indomani, facendo un’altra sorpresa ai dipendenti della Braviisol, faceva pensare al desiderio dell’uomo di riconquistarsi a tempo di record i propri spazi pronunciando a se stesso la frase “dove ci eravamo lasciati!”.
In realtà, esaurita l’emozione dei primi istanti, Pierino Bravi, pur dotato di una tempra forte e di un carattere non facilmente scavalcabile, anche in occasioni di difficoltà, ha pian piano iniziato a chiudersi in se stesso, aprendo rari varchi alla gioia di essere tornato vivo a casa; soddisfazione riservata alla moglie e ai più stretti collaboratori e familiari.
Sta di fatto che non ci sarà alcun festa pubblica di bentornato a casa e persino per il Sindaco Pugnaloni, protagonista decisivo, a suo dire, della scarcerazione dell’imprenditore presso la corte federale della Georgia: “Garantisco che Bravi è un… brav’uomo, di nome e di fatto… lasciatelo tornare ad Osimo” – avrà il suo da fare per vendere l’avventura in chiave elettorale.
Questo perchè avendoci ovviamente provato, OSIMO OGGI.it ha portato a casa la ferma volontà di Pierino Bravi di dimenticare, di riprendere confidenza con la normalità della propria vita prima possibile ma anche il tentativo di far passare sotto silenzio qualche aspetto di una avventura ancora immersa in una sfilza di punti interrogativi.
Niente festa, nessuna intervista ma solo privacy incondizionata ad aumentare di troppe verità fai-da-te il pensiero degli osimani.
Forse proprio qualche giudizio non lusinghiero giunto alle orecchie, in questi lunghi anni, dell’osimano detenuto dall’altra parte del mondo, potrebbe aver mosso l’uomo a chiudersi a riccio escludendo l’opinione pubblica, dopo la verità processuale (innocente, colpevole, mancanza di prove sufficienti, esaurimento carcere preventivo?), anche la verità di parte.
“Affiderò il mio pensiero ad un comunicato” – ha confermato Bravi al telefono. “Per ora non intendo a che fare con nessun giornalisti, men che meno estraneo o curioso. Non aspettatevi nulla per i prossimi giorni – ha aggiunto – dovrò dormirci e riflettere a lungo. Ringrazio tutti per essersi ricordati di me e fatto avere la propria vicinanza. Di più non intendo dire”.
Il mistero sulla vicenda, nonostante il lieto fine, è dunque tutt’altro che scemato. Resta l’interrogativo più grande: Bravi è tornato a casa e quindi riconosciuto innocente per non aver commesso il fatto o invece l’accusa della cameriera ai piani, pur non dimostrata in sede di indagine, è stata valutata oggettiva dal giudice federale e come tale meritevole di punizione misurabile in 4 anni e tre mesi di perdita della libertà?
Almeno questa risposta il signo Bravi dovrebbe fornirla, in tempi più che brevi, a tutti quegli osimani che in questo lungo tempo hanno sperato per lui.