INFLUENZA 2017: 53.372 DECESSI; COVID 2020: 38.122 MORTI
A CONFRONTO I DATI CERTIFICATI ISTAT, TANTE LE ANALOGIE

INFLUENZA 2017: 53.372 DECESSI; COVID 2020: 38.122 MORTI A CONFRONTO I DATI CERTIFICATI ISTAT, TANTE LE ANALOGIE

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In entrambi i casi l’evento di fine vita ha interessato in stragrande maggioranza persone over 75 anni, già debilitate da patologie pregresse, sfociate in polmoniti o malattie del sistema respiratorio


Nonostante il continuo tam tam televiso e mediatico di ogni tipo, il Covid – con 37.000 decessi all’attivo da inizio anno – è ben lontano e mai raggiungerà, neanche da lontano, le principali cause di mortalità in Italia.
Secondo gli ultimi dati Istat, resi noti per l’anno 2017, le principali patologie di addio alla vita, interessanti un italiano su tre, sono quelle che si rifanno genericamente al sistema circolatorio: ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebro-vascolari, tre anni fa. tutte insieme sono costate il decesso a 232.992 italiani, pari al 35.80% di tutte morti 2017.

Virus: 38.000 decessi in Italia in 8 mesi

Al secondo posto di questa macabra classifica troviamo la piaga dei tumori (con 180.085 eventi luttuosi, pari al 27.70%) mentre sul gradino più basso, ben distanziati, compaiono i 53.372 decessi legati alle complicazioni dell’influenza stagionale; complicazioni che negli anziani over 75 spesso significa confrontarsi con polmoniti e malattie del sistema respiratorio mortali per l’8.20% della popolazione, in gran parte senile.
Tralasciando tutte le altre cause in tabella, ci sembra opportuno dare uno sguardo e confrontare il dato “influenza” (quello più simile, anche per caratteristiche, al virus) con la mortalità sin qui espressa dal Covid: 38.122 alla mattinata di oggi. Cifra che consentirebbe, al ritmo attuale di 200 decessi al giorno, di raggiungere a fine anno un’altra analogia con i decessi da influenza.

ITALIA 2017, PRINCIPALI CAUSE DI MORTE

Lungi da noi sostenere l’idea qualunquista che il virus, alla fine dei discorsi, è solo una influenza un pò più cattiva; ma certo i dati si contrappongono in maniera oltremodo significativa, oltre ad imitarne le caratteristiche che vogliono influenza e virus praticamente impotenti contro fisici giovani e forti.
Tutto questo per dire che, dovendo gioco forza convivere con un virus che non ha ancora una cura accettabile anche per le persone anziane ultra 70enni, la soluzione da inseguire non può essere quella di chiuedere il Paese all’economia, condannando di fatto tutti, in particolare i soggetti più deboli, a rischiare – per evitare il virus – altri tipi di morte!
Ci fermiamo qui per evitare di inoltrarci in disamine che fatalmente porterebbero a censure e a giudizi poco lusinghieri della classe politica italiana cui è toccato la ventura di confrontarsi con il Covid.
Appare certo comunque che il virus cinese, pur pandemico, è ben lontano, per fortuna, dai livelli di rischio conosciuti ai suoi predecessori – “Spagnola” per citarne uno – che misero tragicamente a rischio – quelli si – le popolazioni di gran parte del pianeta.
Sangue freddo, non abbassare la guardia, evitare rischi ma neanche drammatizzare eccessivamente o peggio farci del male da soli con cure di cavallo che mai come in questa occasione, assunte a dosi massicce, rischiano sul serio di farci precipitare per imbuti difficilmente risalibili.

Influenza 2017: 53.000 casi mortali in un anno

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