Alessandro Staffolani, 46 anni, suicida ad un albero. Due settimane fa, nei pressi, la fine di un altro professionista
Un altro ingegnere osimano – dopo Alessio Martini, suicida due settimane fa – si è tolto la vita in queste ore.
A compiere il drammatico passo, come Martini lungamente premeditato, il destino ha chiamato domenica scorsa l’ingegner Alessandro Staffolani, 46 anni.
L’uomo – residente con la famiglia all’inizio di via Colombo, praticamente a 300 metri dall’abitazione dove Martini ha deciso di porre fine ai propri giorni lanciandosi dal tetto – ha scelto di impiccarsi appendendo macabramente la vita ad un ramo di un albero, nel giardino di casa.
L’ingegnere, un tempo lontano collaboratore della Mait, da circa una decina di anni conduceva una vita ritirata, uscendo poco di casa, in genere a piedi o in Vespa, a causa di problemi psichici che prima l’hanno costretto ad abbandonare il lavoro e poi isolarsi progressivamente in casa e in se stesso.
Nel tempo la vicenda umana di Staffolani non aveva trovato la soluzione auspicata dai familiari ma, nonostante ricoveri in trattamento obbligatorio, neanche si temeva in un gesto definitivo come quello messo in atto tra domenica e lunedì.
Già domenica era scattato un primo allarme quando Alessandro ha fatto perdere le proprie tracce allontanandosi da casa senza avvertire e dare spiegazioni a papà Sergio e mamma Anna.
Di fatto a tarda sera di domenica, non avendo mai fatto avere notizie, la famiglia Staffolani ha dovuto prender atto della irreperibilità dell’uomo e sperare in una uscita estemporanea motivata magari dal gran caldo e dall’estate.
Solo l’indomani mattina, tornando i familiari gettare un occhio preoccupato anche negli spazi meno accessibili, in casa e fuori, si è registrato il terribile epilogo con il rinvenimento – toccato al padre – di Alessandro, ormai cadavere, penzolante da un ramo.
Due, estremamente inutili, le ipotesi: Alessandro Staffolani ha posto fine ai propri giorni fin da subito, domenica, non scorto nelle ricerche attuate; più verosimile l’ipotesi, basata sul giorno del decesso indicato in lunedì 12 agosto, che vuole il poveretto aver vagato senza una meta prima di prendere una decisione, tornare a casa nella notte e mettere in atto il proposito di lasciare questo mondo.
Una verità vera non si saprà mai dal momento che l’uomo non ha lasciato, a differenza di Martini, scritti in grado di fare chiarezza sui motivi profondi del proprio male di vivere; ne del perchè andarsene, gettando tutti nello sconforto, è stato percepito – sia pur da un uomo in gravi difficoltà – come la cosa migliore da fare.
Il funerale dell’ingegner Alessandro Staffolani si è svolto questa mattina, nella chiesa parrocchiale di San Marco, pianto oltre che dai genitori Anna e Sergio, dal fratello Michelangelo, dalla sorella Francesca, dal fratello Michelangelo, parenti e amici tutti, affranti da un destino avverso.