Il flop artistico e le polemiche conseguenti – sia sulle scelte del Direttore artistico Sargenti che le conseguenze di immagine del caso Spadari (sul green pass sostitutivo non riconosciuto) – aprono nel club filo civico la resa dei conti. Con la soppressione della rassegna giornalistica salta la Presidentessa Silvia Simoncini?
E ora, dopo 10 anni di gloria, il Festival del Giornalismo d’inchiesta traballa? Rischia addirittura la prematura estinzione… a causa dei giornalisti e delle loro libere inchieste?
In casa Ju-ter club volano e si moltiplicano le sentenze; tanto che le nostre fonti, tutte di prima mano, variabili tra i molto bene e i troppo informati, ci autorizzano a togliere il punto interrogativo e a disotterrare l’ascia di guerra, con annessa preghiera di una lucidatina per rimuovere l’eventuale ruggine! A rischio molte teste; anche tutte.
Magari, tutt’al più, la preghiera è quella di attendere la settimana prossima, giusto per non porre a grave rischio pure l’ultimo appuntamento di domani… ultimo possibile, parrebbe, in tutti i sensi!
Attendere, celare, rinviare, si sa, non sono termini cari ai giornalisti ospitati per un decennio dalla rassegna osiman itinerante. E poi quale inchiesta potrebbe essere più ghiotta e appropriata di quella che anticipa e svela proprio gli altarini accumulati nel tempo dal Festival del giornalismo d’inchiesta?
E poi, dovessimo adagiarci sugli allori, non rischieremmo di non ricever mai il telegramma della presidentessa Silvia SIMONCINI in cui (in una a questo punto assai ipotetica edizione futura) magari ci si annuncia il pensiero di una postera serata dedicata agli osimani!
Molto meglio esporre i fatti Ju-ter club, nudi e crudi, alla prova della verità.
Almeno tre le contestazioni che terranno banco da lunedì: l’infelice direzione artistica intrapresa dal pur volenteroso collega Dario SARGENTI, apertamente giudicata proporzionata e proporzionale al cachet di ingaggio: zero.
Da una infelicità all’altra, molto peserà anche l’improvvida gestione del green pass di un altro collega, il pianta grane Aldo SPADARI, troppo innamorato ma giustamente, di leggi, diritti e doveri; oltre a commi, codicilli e eccezioni varie.
Da ultimo, ben più pesante dal punto di vista politico, il clamoroso rientro alla base Ju-ter club del figliol prodigo Alessio ANGELONI, cognato di PUGNALONI e soprattutto già cassiere civico e gran dissipatore, fin dal ballottagio 2014, delle perdute e scialacquate ricchezze civico latiniane!
Argomenti in grado di spezzare le corna ad un toro e che – temiamo – non saranno facilmente addomesticabili dal parlamentino civico, generoso e leale se del caso ma anche poco incline a chiudere troppi occhi di fronte ad episodi parlanti da soli. Anzi urlanti.
Cosa accadrà e chi rischia di più? A rischiare la pelle è soprattutto il Festival e il suo futuro. Dovessero emergere precise responsabilità della Presidentessa, già “Sindaca”, Silvia SIMONCINI (nel ricondurre all’ovile la pecorella Alessio ANGELONI, più che smarrita) in quel caso l’invito alle dimissioni parrebbe scontato e con esse anche la fine contestuale di un Festival, tanto interessante quanto oggettivamente inutile ai fini politici del movimento civico.
Dovesse la Presidentessa essere in grado – soprattutto grazie ai buoni uffici di Stefano SIMONCINI – di parare il colpo e rovesciare su altri, peraltro tutti ancora da individuare, le precise responsabilità sul doppio gioco ANGELONI, allora a rischiare sarebbe solo il capoccione di SARGENTI e i futuri indirizzi del Festival, affidato a nuove teste pensanti. Difficile, però, annunciamo già, che una soluzione alla “volemose bene” possa essere perseguita e avere i numeri per uscire vincente dal confronto.
Quanto alla vicenda, grave ma a questo punto di puro contorno, legata al green pass a metà di Aldo SPADARI (intenzionato a ripresentarsi, domani sera alla Confartinato della Baraccola dopo essere stato cacciato, a malo modo, dal teatrino filottranese) l’input fatto pervenire alla SIMONCINI è stato quello di scusarsi con il collega di Sirolo e lasciarlo entrare con la regolare attestazione dello status quo certificata dallo Stato per le eccezioni di cui il caso.