LA SCENEGGIATA DEI FALSI CARABINIERI
FINISCE IN UNA CELLA DI POGGIOREALE

LA SCENEGGIATA DEI FALSI CARABINIERI FINISCE IN UNA CELLA DI POGGIOREALE

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LA SCENEGGIATA DEI FALSI CARABINIERI
FINISCE IN UNA CELLA DI POGGIOREALE

Grazie alle “nonnine” sgominata organizzazione capace di 17 truffe in due settimane!

Ricordate la vicenda delle vecchiette di Loreto (clicca qui), rispettivamente 81 e 87 anni capaci di sbaragliare tre truffatori seriali napoletani specializzati per spacciarsi in Carabinieri?

Probabilmente no. Chi invece ricorderà Osimo, i suoi veri Carabinieri e il loro Comandante Conforti sono i due fratelli napoletani Esposito, 32 e 36 anni che speravano – dopo essere stati individuati grazie alle super nonnine – di essersela cavata con una denuncia a piede libero.

Niente di più sbagliato. Osimo, a differenza di Jesi, Ancona, Firenze, Savona, Imperia, Perugia, Spoleto, Siena, Grosseto, Piombino, Rieti, L’Aquila e Teramo (solo per citare le città principali dove i fratelli Esposito e un terzo compare hanno messo a segno colpi a raffica) può contare su Carabinieri vogliosi di fare, ben diretti e soprattutto capitanati da un osso duro che non molla la presa fintanto che le manette non hanno fatto il loro dovere.

La sorpresa dei due arrestati napoletani nel vedersi tradotti dai Carabinieri osimani in trasferta fino al carcere di Poggioreale, è dovuta al fatto che mai i due truffatori avrebbero immaginato che dei Carabinieri di provincia “perdessero tempo” su di loro indagando con cura la vicenda delinquenziale di cui erano protagonisti e ricostruendola nei particolari; in questo modo agli occhi del Maggiore Conforti e del luogotenente Almiento si sono parate una sequenza di ben 17 truffe, perpetrate ai danni di anziani e concentrate in appena due settimane, dal 14 al 28 marzo 2017. Quasi tutte a buon fine e per un danno complessivo in circa 120.000 euro.

Parte della refurtiva, la poca scampata alla vendita nei negozi “Compro Oro”, è stata recuperata e attualmente in corso di restituzione ai legittimi proprietari; nessuna buona notizia invece sui contanti finiti in mille rivoli di bonifici postali e bancari.

Resta la soddisfazione di aver chiuso il cerchio su una organizzazione temibile, collaudata nel proprio modo di agire, che non si faceva scrupolo di arraffare soldi in danno di anziani proprio muovendo le leve di un intervento economico caritatevole e in extremis di un familiare… l’unico possibile per sanare l’imprevisto capitato ad un congiunto.

Resta anche il fatto che, non fosse stato per l’abnegazione messa in campo abitualmente dai militari della Compagnia di Via Saffi – a buon diritto, numeri alla mano, tra le migliori d’Italia – i fratelli Esposito avrebbero potuto cantar vittoria e proseguire indisturbati in un lavoro sporco sempre più collaudato, con la variante de “l’avvocato” da utilizzare alla bisogna in luogo del “maresciallo”, con rischi oggettivi di pagare il conto alla Giustizia vicini allo zero.

C’è voluto il lavoro certosino dello staff abitualmente messo in campo dai veri Carabinieri osimani per individuare nelle truffe perpetrate in mezza Italia, specie Centro-Nord, lo stesso modus operandi.

A Jesi come ad Ancona, Vaglia (Fi) come Firenze, Savona come Taggia (Im), Spoleto (Pg) come Perugia, Montironi d’Arbia come Siena, Grosseto come Piombino, Numana come Sirolo e fino al colpo andato a vuoto a Loreto per poi proseguire con Rieti, L’Aquila e Teramo, il trio napoletano proponeva la stessa situazione-tipo: squillo telefonico e aggancio dell’anziano.

“Pronto? Buongiorno signora. Sono il Maresciallo Capuozzi dei Carabinieri di Ancona… Non si allarmi. La chiamo perchè suo nipote è rimasto coinvolto in un incidente stradale… Sta bene ma l’abbiamo trattenuto in caserma… in quanto ci sarebbe una somma da pagare per risarcire il danno e farlo tornare a casa senza problemi giudiziari”.

In questo modo, presentandosi a volte con la variante dell’avvocato della controparte, gettavano nel panico le loro vittime per convincerle, con l’inganno, a sborsare e dunque ad estorcere cifre che potevano arrivare anche a 6.000 euro!

I delinquenti, originari dei quartieri napoletani Forcella e Ponticelli, professionisti e specializzati nel raggiro, riuscivano così a creare forte preoccupazione e angoscia nelle persone anziane vittime di una ben orchestrata sceneggiata; anziani i quali rimanevano condizionati, imbarazzati e coinvolti dall’affetto per i propri congiunti, quindi più facilmente preda della rete degli impostori.

La truffa aggravata, con la conseguente estorsione, si realizzava pertanto approfittando della vulnerabilità delle persone anziane, nonché dalla falsa prospettiva ideata e consistita nella fiducia riposta nell’Arma, sbandierata dall’autore della telefonata; a chiudere il cerchio, infine, la consumata abilità dei truffatori che, come e meglio di attori su un palcoscenico, inventavano di sana pianta ruoli e circostanze… sull’esempio, per indicare una circostanza nota ai più, di quei cartomanti delle tv locali che immancabilmente riescono a farsi dire, nel corso della telefonata, il nome del nipote falsamente coinvolto.

“Francesco? Sì, proprio lui…». A chiudere il cerchio si aggiunge, infine, la prontezza dei complici e soprattutto del falso Maresciallo al telefono nel tenere a lungo al telefono il vecchietto, mantenendo in tensione nella vittima e agevolando in tempi strettissimi l’arrivo a casa del compare per ritirare contanti e gioielli necessari a pagare il danno immaginario dell’altrettanto immaginario nipote coinvolto.

Tale sistema ha assicurato al trio una sostanziale impunità e pertanto è stato di volta in volta ripetuto in varie località del Centro-Nord (a Sud gli anziani sono un pò più svegli e queste truffe non attaccano più) fino a raggiungere, il marzo scorso, la tranquilla riviera del Cònero dove mettere a segno i loro misfatti.

Un errore strategico fondamentale in quanto, combinato al passo falso con le nonnine di Loreto, questo ha permesso ai Carabinieri osimani di iniziare ad interessarsi della vicenda con tutte le conseguenze che i truffatori non potevano lontanamente immaginare.

Dopo la vicenda del 28 marzo, con le due nonne che invece di pagare chiamarono i Carabinieri veri, il trio, accumulata una denuncia a piede libero, decise per un pò di campare di rendita e di defilarsi dalla scena di truffe a raffica, ben 17 in due settimane come giù ricordato.

A parte una truffa isolata a Rieti commessa il 31 maggio, i napoletani hanno desistito dal riproporsi fino allo scorso agosto con altri due tentativi andati a segno, il 7 a L’Aquila e il 30 a Teramo.

Sarà questa, però, l’ultima occasione per mostrare a nonnini, resi socialmente minorati dall’incedere dell’età e dalla salvaguardia degli affetti familiari, tanta consumata abilità teatrale.

L’inizio della fine per i fratelli Esposito e per il terzo componente descritto “con le ore contate”, arriva quando sul tavolo del Pubblico ministero Rosario Lioniello affluisce una cospicua informativa redatta dagli Carabinieri del Nucleo Operativo di Osimo, frutto di circa 20 di denunce, tutte simili tra loro, concentrate in pochi giorni.

Con le indagini di Polizia Giudiziaria i capi di imputazione nel fascicolo si moltiplicano fino a quando, grazie a fortuna e abilità, a Loreto vengono bloccati i due “riscossori”. Scattano ulteriori indagini tecniche ed infine il lavoro, eseguito con determinazione e rigore dai carabinieri osimani, si chiude con l’emissione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere a carico dei due fratelli Esposito, firmata dalla dottoressa Antonella Marrione; Ufficio Gip e Gup di Ancona.

Di ieri la conseguente trasferta a Napoli dei militari operanti, collaborati nella fase esecutiva dalle Compagnie di Napoli-Poggioreale, Napoli-Stella e Napoli-Centro, per la cattura e la traduzione in carcere, a Poggioreale.

«Un successo dovuto all’impegno delle pattuglie di Carabinieri – ha minimizzato Conforti offrendo merito agli operatori localmente – dispiegate sul territorio nella repressione e soprattutto nella prevenzione, oltre che vicinanza alla popolazione…».

Ed ha aggiunto: «Giriamo il territorio per incontrare gli anziani, per rassicurarli ed invitarli a denunciare; denunce che vengono verbalizzate, se può servire, anche presso l’abitazione, senza alcun timore e in assoluta tranquillità… perché è grazie al coraggio delle vittime che si è reso possibile compiere questa ennesima ed importante operazione».

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