Le vicende cittadine di cronaca nera, riferite alla città di Osimo alla voce truffe seriali a mezzo web, risaltano drammaticamente la clamorosa mancata applicazione, nonostante la vigenza dell’articolo 5 della legge 1423/1956, della denominata legge sulle “Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità”.
Il testo del richiamato articolo 5, ancorchè vecchio di 63 anni, recita ancor oggi chiaramente: “Il Tribunale prescrive al soggetto colpito da sorveglianza speciale di rispettare le leggi, di non dare ragione di sospetti e di non allontanarsi dalla dimora senza preventivo avviso all’autorità locale di pubblica sicurezza”.
Prescrive altresì di non associarsi abitualmente alle persone che hanno subito condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza, di non rincasare la sera più tardi (ore 22, NdR.) e di non uscire la mattina più presto (ore 7, NdR.) di una data ora e senza comprovata necessità e, comunque, senza averne data tempestiva notizia all’autorità locale di pubblica sicurezza; di non detenere e non portare armi, di non trattenersi abitualmente nelle osterie, bettole, o in case di prostituzione e di non partecipare a pubbliche riunioni.
Indica anche – e chiudiamo con leggi certamente note – che il Tribunale può imporre tutte quelle prescrizioni che ravvisi necessarie.
Ed è proprio su questa ultima frase, immaginiamo lasciata volutamente generica dagli estensori della legge, che con una prassi insolita come una Lettera aperta, vorremmo provare ad approfondire e quindi tradurre in pratica quotidiana una legge uguale anche per i moderni truffatori web… parolaccia neanche immaginabile nel 1956.
Capita che il nostro concittadino Mauro Piergiacomi, noto agli osimani per nascita,
frequentazione e “professione” e noto anche agli italiani grazie a trasmissioni tv come “La vita in Diretta” (Rai) e “Le jene” (Mediaset), venga colpito dalla ricordata misura si sorveglianza per la quale, tra l’altro, deve – quando non si da alla fuga con ritmo mensile – assolvere all’obbligo quotidiano di firma, restarsene a casa in orario notturno (22-7) e impossibilitato ad uscire fuori dal Comune di residenza.
Transit circa l’interrogativo di come mai il nostro concittadino, nonostante un curriculum che Lei potrà agevolmente controllare, non sconti in carcere le prodezze di una vita andata specializzandosi nel sottrarre denaro, poco o tanto cambia poco, dalle tasche di cittadini tutelati, purtroppo, solo nella propria mente.
Converrà come il regime carcerario meglio garantirebbe tutti noi dall’evitare di essere esposte dal Piergiacomi come futuri trofei e facili vittime del web (oltre a dare un minimo di soddisfazione, anche questa conta, specie se si è truffati e non si rivede indietro un solo centesimo!) ma sono consapevole di non poter richiedere miracoli che nessuno in questa nostra Italia può oggi assicurare.
Non chiederò quindi, a salvaguardia del buon nome di questa antica città, dei suoi abitanti nella stra maggioranza dei casi onesti, delle persone perbene ridicolizzate a centinaia dall’operato cialtronesco di Piergiacomi, interventi particolari per ritornare, come al Vangelo, al testo della 1423 che saggiamente così si cautela nei confronti del tempo.
“Il Tribunale potrà imporre tutte quelle prescrizioni ravvisate necessarie al caso”.
Già all’epoca si immaginava che osterie e bettole sarebbero, ben presto, passate in seconda linea circa i luoghi dove poter commettere peccato; anche le case di prostituzione, purtroppo, ebbero a conoscere una fine ingloriosa rispetto a secoli di assolvimento del dovere.
Quale, allora. più moderna prescrizione, in linea con il comportamento tutta tecnologia fuorilegge del Piergiacomi, andrebbe nella fattispecie accompagnato ai provvedimenti di routine?
L’interrogativo, dottoresse Garulli e Bello, non è il nostro ma è frutto degli ultimi due episodi di truffa telematica, uno commesso in danno di un 195 euro ad cittadino residente in provincia di Bergamo e l’altro perpetrato a spese di una coppia della provincia di Modena per altri 480 euro; due casi, tra gli ultimi, messi a segno da Piergiacomi.
Due casi che si differenziano da tutti gli altri, anonimi, in quanto i derubati, per la prima volta, hanno messo forze dell’Ordine e stampa (locale) sullo stesso piano al fine, vista la sostanziale inutilità della denuncia, di mettere sull’avviso tante altre possibili vittime.
E lamentare, nostro tramite, che i cittadini italiani coinvolti fino a diventare co-protagonisti di questa Lettera aperta, pur discretamente esperti di computer, non comprendono.
Non comprendono come mai questo signore non faccia mai un periodi in carcere superiore ai due giorni consecutivi: non comprendono soprattutto come mai, essendo “condannato” alla libertà sostanziale, sia padrone di aprire conti correnti postali, detenere carte di debito, possedere relativo iban, intestare queste carte a imprese fantasma, possedere smartg-phone, linee internet ad alta velocità, computer, accedere ad internet e relativi servizi e soprattutto a quale logica di sorveglianza risponde la misura di passare il suo tempo notturno in casa o non poter uscire dal Comune di Osimo… quando internet apre a tutti, truffatori in particolare, le intere possibilità di adescare clienti osimani o italiani ma dell’intero mondo!
Quando dopo ogni nuovo episodio, di truffa o “evasione” dal domicilio, Piergiacomi viene da sempre rispedito a casa da Piemme e giudici preliminari di turno, perchè a nessuno, mai, viene in testa di vietare, almeno, gli strumenti che qualsiasi cittadino non preposto al vostro compito, adotterebbe in piena coscienza e serenità?
Potremmo farla più lunga ma rischieremmo solo di finire col passare dalla parte di chi chiede troppo, di chi non ha fiducia, di chi contesta il sistema per abitudine.
Ma anche l’abitudine ad essere truffati e poi derisi – credete – non è semplice da ingoiare e mandar giù come fosse un male senza cura della nostra società.
Mi consenta un’ultima osservazione così da toglierci ogni dubbio. La pedofilia, sappiamo tutti a quale cammino odioso è condannato questo reato i cui colpevoli, giustamente, se individuati, vengono condannati; non solo per l’atto barbaro consumato.
Anche detenere immagini, filmati, file di siti specializzati, pur non provocando strazio ulteriore alle vittime, costituisce un mercato da sanzionare non foss’altro in quanto finalizzato a promuovere in rete la “malattia” e i suoi clienti.
Ad un pedofilo si requisiscono computer, dischetti, memorie e vieta ogni accesso in rete, in diretta o anche tramite materiale già scaricato.
Al truffatore, di sicuro al “re della truffa immobiliare” Marco Piergiacomi, questa salvaguardia è evitata… anzi lo si costringe casa… come ad invitarlo esplicitamente a darsi da fare che tanto la resa dei conti verrà… ma nel frattempo fai pure!
Al riguardo gli osimani, truffati o non ancora – e chiudiamo – vorrebbero conoscere tante logiche di cui, all’atto pratico, poi, nessuno osa neanche chiedere; almeno del meccanismo “mai ficcanaso”, per non dire assolutorio, di tanti vostri uomini preposti al controllo del rispetto della legge… di questo è possibile chiedere conto?