LO STATO ABBASSA IL MIRINO, “GUERRA” ALLE SIGARETTE!
SANZIONATA TABACCAIA, VENDEVA “BIONDE” A MINORENNI…

LO STATO ABBASSA IL MIRINO, “GUERRA” ALLE SIGARETTE! SANZIONATA TABACCAIA, VENDEVA “BIONDE” A MINORENNI…

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Gatte da pelare in vista per Claudia Graciotti (ex rivendita Moschini) sorpresa venerdì dagli agenti amministrativi a cedere pacchetti di sigarette a clienti sotto i 18 anni. L’esercente sanzionata con 2.000 euro di multa, rischia l’aggiunta di 15 giorni di chiusura e una sfilza di ramanzine da Prefetto e Monopoli


MUSSOLINI, in fatto di vendita di sigarette ai minori, migliore di RENZI? Parrebbe essere. Mentre il fascismo nel 1934 proibiva ai tabaccai di smerciare fumo ai clienti sotto i 16 anni (salvo tartassare gli esercenti colti in fallo con una maxi multa di 40.000 lire, pari a 40.000 euro attuali circa), l’ex premier del Pd nel 2016 ha elevato l’età minima dell’acquisto, da 16 a 18 anni, abbattendo però le sanzioni massime a circa 8.000 euro.
Meglio, peggio? L’interrogativo in questi giorni se lo starà ponendo Claudia GRACIOTTI, 56 anni, storica erede della tabaccheria di Alberta MOSCHINI e figlie ad inizio di Corso Mazzini.
Sentita in proposito la tabaccaia (multata venerdì sera da agenti della squadra amministrativa di Ancona, accompagnati in servizio da colleghi della Squadra mobile) non ha avuto alcun desiderio di parlare, farfugliando tra se e se qualche brutta parola all’indirizzo del fato cinico e baro.
In assenza di versioni di controparte, dobbiamo gioco forza far leva sul comunicato ufficiale redatto dal Questore Cesare CAPOCASA, da tempo inflessibile nella lotta di ogni santo week-end contro gli usi e abusi dei minori in fatto di alcol e stavolta anche fumo.
Sforzi che, detto, incidentalmente, l’opinione pubblica osimana, potendo scegliere, indirizzerebbe altrimenti; destinando più personale, ad esempio, alla lotta verso il problema irrisolto della droga piuttosto che disperdere forze fresche nella rincorsa di tranquilli minorenni fumatori… ragazzini osimani che a questo punto potrebbero equivocare il messaggio: si corrono meno rischi ad acquistare “fumo” per strada che sigarette in tabaccheria!
Per fortuna, però, alla fine di ogni possibile discorso o visione, la legge è legge. E non si discute. Va solo applicata.
Ad applicarla con solerzia, dicevamo all’inizio, hanno pensato i poliziotti giunti da Ancona giusto in centro storico, come accade puntualmente da mesi. Nel mirino degli agenti il comportamento di baristi e tabaccai in relazione al pubblico minorenne; alcol e fumo le possibili tentazioni.

Nel mirino dei poliziotti la mancata verifica dei documenti; mancanza in cui è incorsa l’esercente osimana

Nel corso di innumerevoli vasche per Corso Mazzini, alla fine allo sguardo indagatore di una pattuglia non è sfuggito il comportamento a rischio della storica tabaccheria numero 1.
Un paio di ragazzini, appena entrati nell’angusta tabaccheria ad inizio Corso, hanno iniziato a chiedere e ottenere sigarette. Quante? Il comunicato della Questura parla pigramente di “pacchi” non spiegando meglio se per pacchi ad Ancona si intendono i comuni pacchetti singoli o le cosiddette stecche (contenenti 10 pacchetti) o pacchi veri e propri dalla quantità e dimensioni difficili da immaginare; o cos’altro.
Alla fine, provando ad immaginare la situazione, è probabile che i ragazzi abbiano chiesto, normalmente, un pacchetto a testa. E che la povera tabaccaia, magari presa dalla clientela in attesa o chissà perchè, abbia giudicato i volti di sicuri 18enni, senza farsi venire dubbi e chiedere la visione comprovativa di un documento.
Per fortuna il documento, all’uscita dall’ex tabaccheria MOSCHINI, l’hanno puntualmente chiesto gli agenti appostati in paziente attesa dei fatti. Maggiore età che i due o tre ragazzi controllati dall’occhio esperto non avevano neanche in un caso.
Finale d’obbligo con i giovani accompagnati al vicino Commissariato in attesa di mamma e papà, avvertiti del caso, arrivassero a riprenderseli.
Peggio è andata alla sfortunata Claudia GRACIOTTI sanzionata con più verbali per aver omesso di verificare la maggiore età della clientela. La prima contestazione, una multa pari a 2.000 euro per aver venduto tabacco a minorenni, pare tutto sommato la menmo preoccupante. Il rischio vero è la possibile chiusura dello storico esercizio che potrebbe essere decisa, in misura di 15 giorni, da una valutazione più attenta dell’episodio.
Allo stesso modo la signora GRACIOTTI rischia di doversi presentare, se così verrà deciso, sia in Prefettura che presso l’Agenzia dei Monopoli, per essere rimbrottata a suon di solenni ramanzine da ascoltarsi a capo chino e senza fiatare.
Peggio andrebbe se la violazione, dovuta a svista o meno non ha importanza, dovesse ripetersi. In questo possibile la legge non sentirebbe ragioni: multa quadruplicata a 8.000 euro e taglio simbolico della testa sulla pubblica piazza, insieme alla revoca della licenza.
Non vorremmo che, a conti fatti, spacciare droga, magari agli stessi minorenni, costasse meno!

Da mesi week end di super lavoro per gli agenti di Polizia. Scarsi però i risultati rispetto al tempo, agli uomini e ai mezzi profusi

N.B. Da sottolineare come gli stessi minorenni, salvaguardati dalla legge come impossibili acquirenti, siano nella realtà, una volta consumatori, liberi di fumare qualsiasi cosa; al pari di chiunque!
Con ipocrisia tutta italiana, infatti, il legislatore si limita a sanzionare il solo comportamento iniziale (l’acquisto) senza prendere provvedimenti una volta scavalcato il fattore dell’entrata in possesso, da parte del minore, della sigaretta. A quel punto non più proibita!


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