MUZIO GALLO DALL’ASUR ALL’INRCA:
LO STRANO CASO DEL CONTE GALLO PEROZZI
PORTA 37 VOTI A PUGNALONI MA NON SI FIDA…

MUZIO GALLO DALL’ASUR ALL’INRCA: LO STRANO CASO DEL CONTE GALLO PEROZZI PORTA 37 VOTI A PUGNALONI MA NON SI FIDA…

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MUZIO GALLO DALL’ASUR ALL’INRCA:
LO STRANO CASO DEL CONTE GALLO PEROZZI
PORTA 37 VOTI A PUGNALONI MA NON SI FIDA…

I traditori di se stessi e delle proprie idee politiche non ci sono mai piaciuti. Riteniamo che se si nasce a Destra difficilmente si potrà morire con idee a Sinistra. E viceversa. Solo i democristiani di una volta avevano sancito il curioso diritto politico di spostarsi senza doversi vergognare troppo, limitatamente ai confini del Centro, vagando dal Centro-Sinistra al Centro-Destra. E viceversa.
Un caso lampante di tagliarsi l’uccello per fare un dispetto alla propria moglie ce lo ha fornito, in tempi recenti, il conte Pier Stefano Gallo Perozzi, discendente della compianta contessa Ida Fregonara Gallo, intimamente elettore di Destra ma in lista nel 2014 con Popolari per Osimo.

Lista pensata e messa in campo dai traditori di Alleanza Nazionale, in combutta con i soliti Democristiani, per eleggere sostegni a Pugnaloni targato Pd e oltre!
La strana operazione, come è ormai storia, ebbe successo e sancì, per soli 2 voti di ballottaggio, il clamoroso sorpasso ai danni di Dino Latini. A questo successo Pier Stefano Gallo Perozzi portò i suoi decisivi 37 mattoncini. E tanti bastarono.

Oggi, a distanza di quattro anni di oblio da quei 37 pesantissimi voti di preferenza rubati a Destra e regalati a Sinistra per il solo gusto di farsi e fare del male, Perozzi torna alla ribalta per mettere i puntini sulle “i” in merito all’accordo sottoscritto da Pugnaloni che vuole l’Inrca subentrare alle proprietà Asur, parco ed ex Ospedale Muzio Gallo compreso.
In pratica Perozzi, nell’intervento che riportiamo fedelmente, lamenta il fatto di poter veder traditi gli intendimenti testamentari della zia che legavano l’eredità dell’ex villa Cannone a utilizzi esclusivi pubblici.
Un dubbio che un buon elettore di Pugnaloni, ancorchè intimamente di Destra, non dovrebbe far sorgere nel proprio animo; non foss’altro per non tradire un’altra volta! Stavolta i 37 elettori che ad un Pugnaloni sorretto da Perozzi credevano sul serio, senza interessi o rivincite. E men che meno uccelli da evirare.
Lasciamo come sempre ai lettori il giudizio finale su questa operazione che, se non altro, ha avuto il pregio di far uscire allo scoperto personaggi del sottobosco politico cittadino, troppo spesso innamorati del solo ed unico tornaconto.
Obiettivo lecito, meglio se anche dichiarato.

“Etica, interesse per gli aspetti della vita sociale, desiderio di operare per una comunità che possa vivere sempre ed ogni giorno una vita migliore. Sono questi – attacca Pier Stefano Gallo Perozzi in una lettera indirizzata alla collega di partito Maria Grazia Mariani – alcuni dei valori sui quali si è basata la vita di molte persone fra le quali quella della contessa Ida Gallo di Osimo.
Una donna dalla quale prendere esempio per la dimostrata grandezza dell’animo, una donna che senza chiedere niente, quando era ancora in vita ha donato parte dei suoi averi alla comunità affinchè potesse trarne un beneficio.
Non chiese neanche di mantenere vivo il proprio nome bensì chiese di onorare quello del marito, proprietario, quando era in vita, dei beni a lei lasciati.
L’Asilo Muzio Gallo e l’Ospedale Muzio Gallo furono donazioni dedicate all’intera comunità osimana da quella splendida persona che veniva da altri luoghi e che quindi ad altre realtà avrebbe potuto lasciare i suoi averi.
L’asilo è ancora oggi in funzione mentre l’ospedale versa in stato d’abbandono ed incuria da anni, quasi ad offesa della grandezza dell’animo di colei che lo donò.
Triste destino, definito in parte dagli osimani stessi ovvero da persone i cui parenti forse hanno anche beneficiato delle cure nella splendida ed ariosa struttura del Muzio Gallo, anche detto SMOM.
Stravagante dirlo ma se una persona si ammalava era contenta comunque di poter trascorrere la degenza in un luogo così sereno, pulito ed “arioso”. La donazione coinvolse l’intera proprietà relativa alla villa del Cannone, così si chiamava quando era proprietà della famiglia Gallo, rendendo di fatto nuova proprietaria dell’intera area tutta la comunità e subordinando la donazione stessa al fatto di non poter esser ceduta, in parte o nella sua totalità e di dover esser destinata ad un utilizzo comunitario.


Così come fu accettata l’esplicita richiesta della donante, così oggi l’intera comunità deve esser chiamata a preservare il bene, sia dall’incuria che dalla sua cessione, operando affinchè l’intera area possa ritrovare una chiara destinazione in accordo con quanto a suo tempo espresso dalla nobildonna Ida Fregonara dei Conti Gallo di Osimo.
L’interesse al mantenimento del bene deve quindi giungere dalla comunità osimana, ovviamente rappresentata dall’Amministrazione e quindi in prima persona dal Sindaco, al quale oggi è giusto chiedere quale sia la reale posizione dell’area dell’ospedale Muzio Gallo e soprattutto – termine Gallo Perozzi con un quesito – qual è il programma di recupero dell’area, ammesso che esista”.
Fin qui, dunque, le preoccupazioni degli eredi di Destra ma votanti a Sinistra per il bene che l’Amministrazione Pugnaloni, subendo l’accordo tra Inrca e Asur, dovrebbe in qualche modo trovo agio di difendere. Ammesso sia in grado e abbia desiderio poterlo fare.
In realtà l’intervento pubblico di Perozzi intende chiaramente mettere le mani in avanti rispetto alla questione e ricordare a tutti, ex nemici e nuovi amici o viceversa, che l’interesse della famiglia Gallo viene prima di tutto, come testimoniano le 37 preferenze elettorali conquistate in prima persona e più ancora i 113 consensi della Mariani che mandarono a carte quarantotto la prevista elezioni della più affidabile capolista Claudia Domizio.
Ovviamente le preoccupazioni di Perozzi non potevano passare sotto silenzio da parte di colui, queste bizzarrie, aveva subito sulla proprie pelle, ovvero la “moglie” Dino Latini orfana di cotanti attributi sessuali destrorsi, sacrificati sull’altare del desiderio di “vedere di nascosto l’effetto che fa”.
Rispondendo alla pubblicazione Facebook della Mariani, il candidato Sindaco 2019 si chiede:
“Ma Gallo Perozzi non si era candidato a sostegno di Pugnaloni, lodandolo per la sua signorilità, eleganza e capacità… mentre noi eravamo i reietti che ci eravamo preoccupati pure di salvare il busto dei suoi avi ancora depositati presso la villa Cannone? Non si può lamentare ora se il suo capo ha deciso di svendere tutta la sanità osimana. Senza contare che la lezione non sembra ancora essere stata sufficiente… visto che per il futuro, mi pare, siano intenzionati di nuovo, ovviamente sotto mentite spoglie, a stare di nuovo insieme”.
Replica finale, per puro diritto di cronaca, alle osservazioni dell’interessato.
“Caro Dino, il tuo intervento mi colpisce molto. Non ho mai visto te – argomenta il conte – in qualità di reietto; tanto meno gli “altri” che non conosco. Ti prego di non mettermi in bocca simili parole.
Pugnaloni non lo conoscevo ed ha rappresentato una possibilità di cambiamento verso un sistema che indiscutibilmente non ha portato ad Osimo serenità e benessere.
Personalmente non vedo benefici portati dalle Amministrazioni negli ultimi 20 anni mentre vedo e vivo una Osimo snaturata e in totale carenza di servizi, mentre i costi per la comunità sono aumentati all’inverosimile.
Pugnaloni ha parlato bene in campagna elettorale ma poi non ha avuto la forza o la capacità di mantenere quanto dichiarato. E me ne duolgo.
Credo che vivendo nell’ambiente politico abbiate perso il senso della vostra missione pubblica; non si dovrebbe parlare di capi, di battaglie elettorali, di gruppi ma di… interesse per la comunità, saggezza, oculata amministrazione…
Mi sembra stiate perdendo molto tempo in non costruttive battaglie e tutto questo ricade su Osimo e chi ci vive.
Ti ricordo che il busto non era un busto ma una lapide con applicato il volto dello zio Muzio e che purtroppo non si sa più che fine abbia fatto; comunque ti ringrazio se in qualche modo sei riuscito a preservarlo.
Concludo dicendo a voi amministratori osimani o aspiranti tali che a mio giudizio l’unico modo per ridare vita a questo paese (veramente Osimo da molti secoli vanta il titolo di città, NdR.) è operare nell’interesse dello stesso, non alienare i beni della comunità, non aumentare i costi pro capite, non generare bacini di voti, dare energia e supporto alle aziende operanti, vero patrimonio e fonti di economia.
Se avrai piacere sarò sempre disponibile per parlarne, come diceva Pugnaloni, h24”.
Da parte nostra auguriamo ad Osimo il migliore degli auspici; cioè che la città possa tornare ad essere in grado di riprendere la retta via, senza bisogno di perdere tempo a parlare con vecchie e nuove banderuole.

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