Amara riflessione di un imprenditore: “Questa non è vita… il recluso sono io!”
Terzo tentativo fallito per i soliti ignoti (probabilmente, visti i ripetuti insuccessi, una banda di malviventi fai-da-te) che neanche alla terza spaccata sono riusciti a metter piedi nel negozio ad alta tecnologia di Rossano Stura.
Il negozio di elettrodomestici posto all’ingresso di Padiglione è stato interessato, la notte scorsa, dall’ennesimo tentativo di intrusione, sventato dal sistema di allarme.
Si tratta, giusto appunto, della terza spaccata subita dal negozio, tutte conclusesi con soli danni agli infissi ma col danno collaterale del crescente disagio che, inevitabilmente, ripetuti tentativi innescano nell’animo di chi subisce l’assalto.
“Visto che il mio negozio ve piace tanto de notte… e visto che ve piace vede il nebbiogeno in azione… cari ladri sto pensando di vendere la mia merce on line e de chiudere l’attività… per poi aprire una discoteca. Tanto ad Osimo manca un locale notturno!”.
Con queste parole cariche di sarcasmo è stato lo stesso Rossano Stura, sulla propria pagina Fb, ad ufficializzare ieri pomeriggio la notizia che circolava nella frazione, tra i clienti, alla vista dell’ennesima porta a vetri presa a picconate!
Per tre volte – 10 marzo 2015, 15 gennaio 2018 e appunto l’altra notte – una banda di balordi si è schiantata, al secondo colpo di piccone contro la porta a vetri dell’ingresso, come “Sorpresa” che un tentativo talmente palese e ripetuto avrebbe innescato l’allarme.
Già il fatto stesso che che dei “non professionisti” abbiano tentato per la terza volta di penetrare nel negozio senza minimamente riuscirci… pone l’accento sulla qualità stessa dei ladri, appunto di bassa levatura, ovvero proprio per questo i più pericolosi da incrociare.
C’è infatti da sottolineare come in tutte le occasioni Rossano Stura, svegliato di soprassalto abitando sopra il negozio, abbia avuto la fortuna di non incrociare i banditi in fuga… gente come abbiamo giù sottolineato, non abituata a pianificare un colpo; gente che di fronte all’insuccesso, messa alle strette, potrebbe reagire in qualsiasi modo, senza esitare, pur di aprirsi un varco.
“Sarà certamente anche così – ha commentato Stura una volta pubblicizzata la notizia – ma l’altra verità è che io e la mia famiglia viviamo male. Siamo arrivati al punto che di notte qualcuno deve essere sempre presente in casa per evitare il peggio e che questo restare praticamente “al lavoro” non ti consente neanche di essere sereno mentre dormo! Qui il vero recluso sono io… i fatti hanno invertito i ruoli. I Carabinieri? Si sono anche bravi a fare quello che possono… ma a cosa serve fare il proprio dovere, magari arrestando ogni tanto qualcuno, se questa gente il giorno dopo è nuovamente libera di tornare a delinquere?
La mia attività ultimamente sta dando lavoro a molte famiglie, pago complessivamente allo Stato circa il 70% dei miei introiti, non ho esitato a mettere in negozio in sicurezza, eppure sono già tre volte che accade la stessa cosa. Non vedo tutela, da parte dello Stato, verso chi si mette in gioco per mandare avanti la baracca Italia. E purtroppo temo che l’Italia, in fatto di sicurezza e di mancate risposte alle persone perbene, non abbia ancora toccato il fondo. Vedo un futuro ancora peggiore… per cui sto prendendo seriamente in carico l’idea di adeguarmi e cambiare attività… mi dispiace ma alternative, in questo momento, non ne intravedo”.
Per la cronaca la pattuglia che l’altra notte, attorno alle 3 e mezzo, ha ingenuamente cercato di farsi strada a colpi di piccone, ha agito osservando l’unica accortezza di dotarsi di un’auto – una Mini Cooper rubata la notte stessa nella frazione – con cui garantirsi la fuga.
Vista la male parata la compagnia, ripresa dalle telecamere completamente imbacuccata da pesanti felpe calate fin sotto gli occhi, si è data alla fuga in direzione di Casenuove.
Una pattuglia dei Carabinieri di Agugliano, avvertiti dalla centrale operativa, era anche riuscita, con un pò di fortuna, ad intercettare il terzetto nei dintorni di via Coppa, scappare verso Polverigi.
Nella notte l’inseguimento all’auto rubata si è però concluso con i malviventi dimostratesi più in gamba a scappare che a rubare. Compreso di essere stati ormai identificati, il trio ha preferito accostare e abbandonare l’auto, fuggendo a piedi tra i campi, in direzioni diverse, certi che i militari si sarebbero “accontentati” dell’auto.
Restano i danni subiti, l’amarezza, il senso di impotenza e il desiderio di farsi da parte. Resta soprattutto la realtà di una magistratura lontana dal comune sentire del popolo amministrato e ancor più una classe politica, seppur appena rinnovata, sorda a tutti gli appelli e ai richiami di maggiore sicurezza che quotidianamente si levano ormai da angolo del Paese.