“PECCATO PER LA CHIUSURA
AL BELLA VITA
HO TRASCORSO BEI MOMENTI”

“PECCATO PER LA CHIUSURA AL BELLA VITA HO TRASCORSO BEI MOMENTI”

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La chiusura del centro massaggi di Osimo Stazione apre al malcontento dei clienti

 

“PECCATO PER LA CHIUSURA
AL BELLA VITA
HO TRASCORSO BEI MOMENTI”

 

“Con tutti i problemi che abbiamo giusto di sesso è il caso di occuparsi?”

 

A distanza di qualche giorno dall’ordinanza di chiusura del centro massaggi “Bella Vita”, siamo tornati al 137 di Osimo Stazione alla ricerca di qualche cliente ancora all’oscuro della notizia.

Un paio di pomeriggi spesi a monitorare il furtivo via vai dell’utenza, esclusivamente maschile, che avvicinatasi alla porta, sistematicamente chiusa, tornava sui propri passi fingendo indifferenza.

Spiegato loro cosa nel frattempo successo alla tenera Lian o alla piccola Mei, in cambio del più assoluto anonimato abbiamo ottenuto le seguenti testimonianze degne di riflessione per l’opinione pubblica e il legislatore.

“Locale fatto chiudere? E per quale motivo?” – praticamente tutti i mancati clienti del “Bella Vita” mostrano incredulità, sulle prime, al fatto che i romantici massaggi assaporati furtivamente nei giorni scorsi o celebrati dall’amico che a sua volta ne aveva sentito parlare un altro amico, debbano restare ricordi o peggio rimpianti.

“Ma come – sbotta Adriano, 51 anni, operaio dell’Abbadia – con tutti i problemi veri di cui siamo pieni in Italia… vengono a rompere le scatole a quattro ragazze cinesi? Ma si rendono conto che così non si campa più? Avevano aperto da meno di un mese e ne avevo sentito parlare bene… certi mi era sembrato strano che Osimo potesse ospitare una “attrazione” di questo genere. Sono che nelle città di mare e nelle grandi città il fenomeno è molto comune e nessuno si sogna di farlo diventare un caso. Ad Osimo invece dobbiamo sempre farci riconoscere o arrivare dopo gli ultimi. Che si vergognassero!”.

Qui dobbiamo invitare il nostro interlocutore a moderarsi un pò in quanto, restare anonimi non significa poter dire proprio tutto quello che si pensa. Possiamo assicurare i Vigili urbani, però, che il livello gradimento di questi giorni, tra i maschietti, è assai basso… praticamente inesistente.

“C’avrei scommesso che non poteva durare – spiega Carlo un ragazzotto di Castelfidardo, 35 anni, il primo ad ammettere di essere un ex – quando 15 giorni sono entrato per la prima volta ho subito pensato “Meglio andare subito che dopo… non si sa mai”. In effetti ho bene e mi dispiace che a quelle ragazze lo Stato italiano abbia provocato dei problemi. Invece di incentivare simili attività, di dedicare loro spazi definiti, di far pagare loro anche le tasse… perdiamo tempo con attestati, permessi e marche da bollo mancanti. In realtà qualcosina sulla chiusura avevo sentito dire ma mi dicevano che le ragazze dovevano pagare una multa perchè prive di “qualsiasi attestato di sicurezza”! Ma di quale sicurezza parla la gente? La verità è che in giro c’è troppa gente invidiosa e che soffre se qualcuno ottiene successo percorrendo una strada che in tante neanche possono immaginare. Peccato perchè mi era davvero trovato bene con il massaggio a quattro mani. Oggi, se fossero ancora state qui, avrei cambiato e chiesto il massaggio romantico… peccato, vorrà dire che dovrò arrivare ad Ancona”.

C’è anche chi la mette sul piano europeo. “Non capisco per quale motivo – si dice più convinto Armando, 47 anni, piccolo imprenditore di Camerano – come cittadino italiano debba sopportare tutti, fino all’ultimo, i balzelli imposti dall’Europa all’Italia e – sempre come europeo – non possa aver diritto alle stesse offerte sessuali di normale appannaggio per tutti gli altri cittadini europei non italiani! O lo siamo sempre o meglio non esserlo mai!”

Difficile dargli torto. In Italia del resto tutto il discorso legato al libero arbitrio di un uomo e di una donna maggiorenni di decidere cosa fare del proprio corpo è da sempre materia avocata a se da uno stato bacchettone e fuori da ogni collegamento col tempo e la vita reale.

Siamo fortunati e incrociamo lo sguardo curioso di una giovane coppia osimana, lei 26 e lui 28 anni, fermatasi ad ascoltare i nostri discorsi.

“Cinesine fuori legge? – esclama lei spalancando due occhioni increduli – “Ditemi che non è vero…”. Alla conferma che dopo aver ricevuto più di una telefonata in cui la gente di Osimo Stazione si lamentava della convivenza con “quelle la”, i Vigili urbani sono intervenuti… la coppia scuote testa. “Povera Italia. E poveri noi. Pretendere di vivere e far vivere la gente, nel 2017, con la testa sotto terra… ti fa capire di quanto il Paese ha bisogno di cambiare. Noi non siamo entrati al “Bella Vita” e probabilmente non lo avremmo fatto neanche potendolo fare… anche se non è detto – spiega lui – Ciò che è intollerabile è che altri si arroghino il diritto di decidere per noi su cosa possiamo o non possiamo fare della nostra vita. Chiaramente parliamo di cose lecite e il sesso è la più lecita delle cose che uomini e donne possono fare se hanno il desiderio di farlo. Businnes o non businnes. Non può essere un affare che regolamenta lo Stato. Che schifo!”.

Più improntate al piacere di farsi massaggiare, magari con lieto fine, le ultime testimonianze raccolte. E’ il caso di Ennio, 59 anni, disoccupato, giunto ad Osimo Stazione da Villa Musone.

“Nonostante la mia condizione economica non mi consenta particolarmente nulla, con queste ragazze avevo trovato una ottima soluzione. C’eravamo accordati per un incontro ogni dieci giorni ad un prezzo scontato che tenesse conto della mia età, del mio stato e del fatto che sarei stato un cliente da tre incontri al mese. Ebbene i primi due li ho potuti fare e davvero mi sono trovato bene… oggi però, temo di aver fatto un viaggio a vuoto. Sa dove posso trovare – chiede a noi – un altro centro sulla riviera, verso Marcelli?”

Gran finale con un artigiano di Campocavallo che per prudenza preferisce non rivelare ne età, ne nome.

L’uomo, apparentemente sui 45 anni, ammette di essersi trovato bene con le ragazze del “Bella Vita” e di aver scoperto il posto per assoluto caso, trovandosi a passare per lavoro.

“Essendo sposato – racconta l’artigiano – ho dovuto rubare l’incontro e per fortuna il mio lavoro mi concede del tempo. Il vantaggio di questo luogo era che ti potevi presentare anche vestito da lavoro… tanto poi il servizio era comprensivo di doccia, prima e dopo…”

Prima e dopo cosa? “Beh, il lieto fine, come lo chiamano loro, non fa parte della prestazione ma basta richiederlo. Con un piccolo extra è possibile tornare a lavorare ritrovandosi di umore più sereno, con il corpo curato e svuotato di pensieri. Nulla di particolarmente impegnativo… solo cose veloci, manuali, di cui le cinesine sono autentiche maestre! Una dote naturale a cui mi sarebbe piaciuto abituarmi. Peccato che ad Osimo, come in Italia, nessuno ami farsi troppo gli affari propri. Quelle ragazze non davano fastidio a nessuno e averle mandate a lavorare altrove non modificherà di un millimetro la situazione. Dite a quelli che hanno fatto la spia di vergognarsi e di andare… a rompere altrove”.

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