LA FRETTA GIOCA UN BRUTTO TIRO AL CACCIATORE
SPARA ALL’ANATRA CON MEZZA CANNA ANCORA COPERTA!
Ragazzino di 9 anni ferito dal colpo di rimbalzo partito da un guazzo per le anatre. Bimbo fuori pericolo
Appoggia il fucile sull’apertura del “guazzo”, prende la mira e spara all’anatra prima che la canna abbia interamente superato la feritoia!
Questa l’incredibile dinamica dell’episodio che ieri pomeriggio, sul far della sera, poteva costare gravi conseguenze ad un ragazzino di 9 anni, presente nell’appostamento della famiglia Pirani, lungo via Capanne, nei pressi del lago artificiale.
Il ragazzino, colpito al collo e al volto da una rosa di pallini rimbalzati sul cemento e sputati indietro all’interno del guazzo, è stato trasportato al Salesi di Ancona direttamente dal padre e qui ricoverato in Rianimazione.
Preso in consegna il piccolo, i medici hanno gestito l’emergenza stabilizzando le condizioni del ragazzino ferito e in giornata, dopo una notte delicata trascorsa in osservazione, verrà probabilmente operato per rimuovere il piombo penetrato in parti così delicate.
Il bollettino medico diffuso in tarda mattina, a quasi 24 ore dal fatto, ha confermato la gravità del terribile incidente escludendo, per fortuna, conseguenze più serie.
Condizioni gravi ma stabili, questo, in sostanza il quadro clinico al vaglio dei medici dell’ospedale infantile che, appunto, hanno appena confermato un quadro clinico generale stabile sia per il quadro respiratorio che cardiocircolatorio. Sedato per alleggerire la sintomatologia dolorosa, il piccolo osimano appare vigile e in grado di attendere la decisione del team chirurgico di come quando intervenire per la rimozione dei pallini di piombo e schegge di cemento presenti in zone decisamente delicate.
Nel frattempo il 52enne di Portorecanati che domenica pomeriggio ha fatto fuoco, presente nella postazione fissa dei Pirani insieme al papà del bimbo, è stato iscritto nel registro degli indagati del Tribunale di Ancona dopo essere stato sentito dai Carabinieri.
Ipotesi d’accusa, lesioni colpose; ovvero aver procurato danni fisici per imperizia, vale a dire, a causa del proprio comportamento superficiale, non adatto ad una battuta di caccia.
Anche se alla fine l’intera vicenda si rivelerà poca cosa rispetto alle terribili conseguenze possibili, resta ferma la circostanza – richiamata d’ufficio al superamento del 30° giorno di prognosi – di quanto la fretta o anche la semplice sottovalutazione di stare pur sempre a maneggiare un’arma da fuoco, avrebbe potuto provocare.
Grave, a ben vedere, anche la decisione del padre di farsi accompagnare da un ragazzino di appena 9 anni ad un incontro tradizionalmente riservato al mondo adulto oltre che diseducativo per un bimbo in tenera età; ragazzino che, pur risultando senza responsabilità sulla dinamica dell’incidente patito, non avrebbe dovuto, a nostro avviso, presenziare in un luogo ristretto, senza spazi per la luce (salvo il foro dove introdurre la canna) e – ciò che è peggio – teatro di morte di povere anatre, palmipedi e trampolieri vari attratti dalla quiete della vallata del Musone per nidificare in un habitat solo apparentemente specifico.
Si calcola che dalla foce del fiume a Casenuove, ovvero lungo i circa 30 chilometri dell’intera vallata del Musone, i guazzi di proprietà privata – autentiche trincee cementificate e mimetizzate nella natura, profonde nel terreno almeno un metro e mezzo, ovvero lo spazio adatto per consentire ai cacciatori di stazionarvi all’interno in una certa comodità – siano circa una decina, costituendo un modo facile, stranamente consentito dalla legge, di cacciare animali acquatici.
Sporgendo dal terreno appena qualche decina di centimetri e ricoperte da foglie, erba e rami in modo da non destare sospetti, i guazzi convivono “per abitudine indotta” con le specie cacciate che in tal modo non vengono neanche insospettite costituendo sin troppo facile preda.
Domenica pomeriggio, però, l’imperizia, la fretta o al contrario la troppa sicurezza e/o facilità di far fuoco hanno indotto in errore il cacciatore portandolo a sparare con la canna non del tutto in posizione di sparo!
Il colpo, rimbalzato all’interno dopo aver cozzato contro il cemento della struttura, avrebbe a quel punto potuto colpire chiunque dei presenti, andando a scegliere l’unico innocente.