L’attuale Amministrazione, lontana dalla tradizioni e dall’intuire un affare a costo zero, invece ridichiara guerra ai poveri pennuti… colpevoli di fare troppa cacca! Varata venerdì l’ennesima ordinanza: multe fino a 500 euro per chi si azzarda a porgere granaglie agli incolpevoli colombi!
Con il 1995 e l’elezione diretta del Sindaco e quindi con l’opportunità, per i cittadini votanti, di identificare facilmente il politico a cui rivolgere direttamente le proprie numerose doglianze, per i poveri piccioni torraioli italiani non è più stata vita.
Ovunque i Sindaci, Osimo compreso, pur di non perdere preziosi consensi elettorali, hanno immediatamente fatto propria la tesi, tutt’altro che dimostrata, di una convivenza millenaria con i piccioni non più possibile; quanto meno in termini di accettazione del rischio.
Ci sono – hanno sentenziato i primi Cittadini – rischi seri di natura igienico-sanitaria e – udite questa – persino per la conservazione di edifici pubblici, privati e financo monumenti!
I poveri piccioni che per secoli hanno accompagnato la vita dei nostri borghi, sono così diventati, con una semplice legge elettorale, il pericolo pubblico numero uno; da contenere se non estirpare nel senso letterale della parola.
Da cittadino e da osimano nato e residente nel centro storico fino ai 20 anni, dissentiamo su tutta la linea. E anzi puntiamo l’indice. Indicando nel facile andazzo, sempre più esteso, di lamentarsi, le motivazioni profonde dell’attuale degrado; anzichè provvedere in proprio alla pulizia dei propri spazi, la dove necessario.
A meno che non si arrivi a pretendere che tocchi ai piccioni stessi, dopo aver fatto la cacca, ripulire lo spazio che l’uomo ritiene insudiciato!
Personalmente riteniamo che il guano, ovvero la cacca di piccione, non abbia mai fatto male a nessuno; così come riteniamo che una maggiore pulizia, anche dalla cacca medesima, non possa che essere bene accolta da tutti. Piccioni in primis.
Ma chi dovrebbe provvedere a questa operazione, magari comprendendo nella disinfestazione anche le nicchie, nei muri dei principali palazzi del centro storico, da sempre residenza fissa dei nostri volatili? Orbene, l’Amministrazione comunale, chi altri?
Vedete, ci fu un tempo, non particolarmente lontano, che chi vanta almeno 50 anni ad Osimo ricorda bene. Ogni fine mattinata, al battito delle ore 11.45 (un tempo l’orologio della Torre batteva il tempo ogni quarto d’ora) tutti i piccioni di piazza (o almeno quelli in buona salute) si radunavano in fila indiana sulle grondaie di palazzo comunale e dei palazzi di piazza Boccolino.
Tutti, petto in fuori come tanti soldatini, ad attendere fatalmente gli ultimi 15 minuti e l’orologio pronto a battere mezzogiorno! Battere mezzogiorno non significa semplicemente il suono di 12 colpi a testimoniare il passaggio di 12 ore ma mezzogiorno simboleggiava, allora e per davvero, il culmine di metà giornata, anche lavorativa, ultimata. E della pausa per il pranzo.
Ebbene i piccioni osimani, a mezzogiorno in punto, su insegnamento di qualcuno che probabilmente non scopriremo mai, iniziavano a volare, in stormo, tutto attorno il centro storico: dalla piazza al Duomo e ritorno. Per tre giri di piazza manco fossimo a Siena col suo Palio. Tre giri di piazza percorsi in volo dai piccioni osimani a tempo di record!
Nessuno ha mai cronometrato i tempi ma credo che raramente anche il piccione più lento (o meno affamato) abbia impiegato più di un minuto per guadagnarsi il meritato pranzo.
Eh si perchè una volta completati i tre giri in volo, gli scopini del tempo, per anni “Il Gatto e la Volpe” ovvero Taffo e Pietroselli, “pagavano” il lavoro dei piccioni con qualche chilo di granturco sparso in terra in piazza Boccolino e immediatamente becchettato e trangugiato dai nostri amici pennuti… tutti in attesa del giorno dopo!
Per decenni questa è stata la normalità e nessun osimano è mai andato a lamentarsi con i Sindaci, pur risultando scientificamente che i piccioni facessero la cacca anche in quegli anni.
Questo spettacolo in volo, a parte Castelfidardo che chiese al Comune una coppia di piccioni per introdurre anche in loco l’usanza (tranne accorgersi che gli Osimani avevano spedito in trasferta una coppia composta da due maschi, da qui il detto presa in giro “Ha fetato la picciona?”) non venne mai stato sfruttato, turisticamente, dalle varie Amministrazioni.
Certo il boom del turismo, negli anni ’80 e ’90, percorreva allora traiettorie lontane da Osimo per cui è stato normale non pensare allo spettacolo dei piccioni osimani quale attrattiva.
Oggi che la città ha molto da dire anche in tema di tempo libero, poter tornare ad ospitare uno spettacolo del genere, oltretutto gratuito (fatto salvo il costo di qualche quintale di granaglie l’anno), dovrebbe capovolgere, da solo, le sorti della città.
Pensate, per un attimo, a Venezia e a i suoi piccioni; motivo non unico ma comunque motivo di arrivo per milioni di turisti di tutto il mondo! Osimo e lo spettacolo dei suoi piccioni auto istruiti, combinato con i segreti delle grotte, ad esempio, potrebbe comporre un’abbinata senza pari per moltiplicare l’affluenza in loco, una volta superato lo stop imposto dal Covid.
Che ti fa l’Amministrazione comunale, in questo caso targata Pugnaloni? E’ di venerdì l’ennesima ordinanza anti piccione in cui si vieta ai cittadini di dar da mangiare e di eliminare rifugi, anfratti, ripari ai poveri volatili… pena multe e multe!
Certo, tornando allo spettacolo perduto, affinchè si possa sperare, un giorno, di ritornare al felice passato, serve che la Torre civica, da anni imbalsamata per i postumi del terremoto, nonostante cospicui finanziamenti accordati dallo Stato, torni all’antico splendore e in grado di supportare, con l’orologio, il battito delle ore e quant’altro.
Battito delle ore che il prossimo Sindaco che verrà, sarebbe augurabile, ripristini per legge comunale in tutti i campanili del territorio, centro storico e frazioni comprese, notte e giorno.
Come è sempre stato nella nostra storia, senza mai aver ucciso nessuno ma anzi allietando la maggioranza dei cittadini di allora. E del prossimo futuro.
Massimo Pietroselli