ROM, FESTEGGIANO L’USCITA DI CELLA
MA I CARABINIERI CALANO IL JOLLY!

ROM, FESTEGGIANO L’USCITA DI CELLA MA I CARABINIERI CALANO IL JOLLY!

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ROM, FESTEGGIANO L’USCITA DI CELLA
MA I CARABINIERI CALANO IL JOLLY!

Guai veri per 4 rumeni dedita ai crash self service. Dovrebbero restare in carcere a lungo


Cesare, capobanda. Dimitriu Cezar Iulian

Per essere una banda i conti non tornavano. In 9 colpi ai danni di impianti di rifornimento erano riusciti a dividersi, tra quattro partecipanti, appena 1.151 euro ciascuno, oltre a due trapani, un autocarro e merce da tabaccheria da piazzare.

L’ammontare dei danni, invece, per scardinare gli impianti, è stato molto più alto, sfiorando i 150.000 euro (!) e probabilmente verrà chiesto loro di rimediare, in parti uguali…

L’Italia senza regole, Paese scelto apposta (tra gli altri Stati d’Europa) per delinquere con la quasi assoluta certezza di farla franca, stavolta ha tradito le aspettative di una banda di quattro rom, tutti tornati in cella un attimo dopo aver festeggiato la riottenuta libertà!

Dobre Iulian Gicu

Ad incastrarli sul più bello, quando in aula i quattro rumeni urlavano già li-be-ri, li-be-ri, sono stati i Carabinieri della Compagnia di Osimo, stavolta in trasferta presso il Tribunale di Pesaro, che sapientemente hanno atteso che gli imputati – arrestati a Fano il 6 maggio scorso per essere stati individuati di numerosi assalti a colonnine self service – si giocassero il yolly della condizionale patteggiando per una serie di crash la pena teorica di 2 anni di reclusione, 300 euro di multa e conseguente scarcerazione.

Per i poco avvezzi alle aule di Tribunale ricordiamo che, in mancanza di precedenti, l’imputato sottoposto a giudizio può accedere, specie ricorrendo al patteggiamento che assicura di per se uno sconto di pena pari ad un terzo, al rito alternativo.

I Carabinieri di Osimo, però, forti dell’esperienza quotidiana che troppe volte porta la Legge italiana a vanificare il lavoro prezioso investigativo di quanti si spendono giornalmente per contenere il crimine, hanno con pazienza atteso al varco la mossa legale operata dall’avvocato e un attimo dopo l’ottenuto patteggiamento si sono materializzati in aula per notificare – sempre ai quattro rom, tecnicamente ormai ex detenuti – un nuovo e più grave provvedimento di fermo indiziario per il supposto e ben più grave delitto di associazione per delinquere!

Lupoae George

Cosa sarebbe successo se gli uomini del Maggiore Conforti non avessero calibrato le proprie mosse? Semplice: la banda rom avrebbe richiesto analogo beneficio, magari alzando la pena teorica di qualche mese, ottenendo in cambio l’immediata ed agognata libertà. E quindi la certezza di far perdere per sempre le proprie tracce facendo ritorno nella natia Galati.

In questo modo, esattamente come avvenuto un paio di mesi ai danni di un’altra banda di rumeni, questi specializzati nell’assalto ai parcometri, i Carabinieri-avvocati hanno dato agli arrestati la possibilità di giocarsi l’unico jolly – e facendolo – di mettersi nei guai veri con le proprie mani.

Insomma una storia di astuzie procedurali di chi, dopo esserci passati troppe volte, ha deciso di adeguarsi al sistema e di farlo fruttare per i propri legittimi interessi.

Isac Costel

Spiace che in Italia, tra Carabinieri e Polizia, in troppi pochi si limitino a consegnare compiti, magari ben fatti, ma perfettamente perforabili dalla contro parte con un semplice avvocato d’ufficio.

Teniamoci dunque ben stretti, fintanto che sarà possibile, l’attuale squadra (sinonimo vero di maggior sicurezza diffusa sul territorio) e a proposito di avvocati rimarrà memorabile, per molto tempo, il volto impietrito del legale dei quattro zingari alla vista delle manette scattare ai polsi dei propri assistiti in mezzo all’esultanza di zingari ancora inconsapevoli e familiari increduli, presenti all’udienza.

La realtà di tornare a vedere il sole a scacchi, ed anche per lungo tempo, dovendo fronteggiare, quando sarà, un nuovo processo; con  l’ipotesi, affatto remota, di scontare entrambe le condanne!

E dire che l’avvocato, non avendo avuto trascorsi professionali con i Carabinieri osimani, aveva assicurato agli zingari rumeni che seguendo il proprio consiglio si sarebbero trovati tutti liberi, prima di notte!

Peggio di tutti, però, è andata al quarto zingaro non ristretto in carcere – Iulian Gicu DOBRE –  ma solo ai domiciliari, in quel di Velletri; l’uomo era stato autorizzato a raggiungere Pesaro per il processo a proprio acrico, certo di uscire dal Tribunale da uomo libero. Davanti a parenti e amici presenti in aula, invece, anche il quarto rumeno è passato in un solo attimo, dalla soddisfazione di restare impunito (e riunirsi alla banda malavitosa) alla certezza contraria di scontare, oltre la condanna che seguirà per il reato di associazione, anche quanto appena patteggiata.

Tutto questo è stato reso possibile grazie all’attività investigativa portata avanti ininterrottamente dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia osimana, in sinergia con la Procura di Ancona, facendo luce su una serie continuativa di delitti commessi dalla banda, sempre con lo stesso modus operandi.

Nella prosecuzione delle indagini ulteriori all’arresto di maggio, Conforti e il fidato luogotenente Almiento sono riusciti ad individuare e ricostruire gran parte dei reati consumati dalla banda dei quattro rom, ponendo in evidenza la pericolosità sociale ed il grave turbamento causato all’ordine pubblico marchigiano depredato in più circostanze, oltre a danni di solo ripristino quantificati in circa 150.000 euro.

Tutti senza fissa dimora sul territorio nazionale, celibi, nullafacenti e domiciliati presso l’hotel Medi Garden resort ad Alba Adriatica (Teramo),gli zingari erano soliti a mantenere un tenore di vita ben al di sopra delle reali possibilità economiche, rispetto al lavoro, questo sconosciuto, mai incrociato in Italia.

Questa gente, illudendosi di aver avuto l’ennesima partita vinta da ascrivere a bilancio nel dare e avere con il Bel Paese, amavano definire le Marche come il proprio “bancomat personale” e certamente, viste anche le modalità riscontrate, non dimenticheranno mai più lo scherzetto subito.

Si tratta di George LUPOAE, nato e residente in Romania, 25 anni, incensurato, detenuto presso la Casa circondariale di Pesaro; Iulian Gicu DOBRE, nato e residente in Romania, 21 anni, incensurato, agli arresti domiciliari in quel di Velletri; Cezar Iulian DIMITRIU, 33 anni, nato e residente in Romania pluripregiudicato, giù detenuto a Pesaro; e Costel ISAC

ISAC Costel, 21 anni, nato e residente in Romania, incensurato, detenuto presso la Casa di Pesaro.

Tra aprile e maggio 2018 hanno commesso e comunque dovranno rispondere dell’assalto a ben 9 aree di servizio, tutte tra le province di Ascoli Piceno e Macerata, tranne l’ultima, nell’Osimano, fatale, valsa l’avvio delle indagini da parte del Maggiore Conforti. 

• 27 aprile, CORRIDONIA, furto di 820 euro asportati previa effrazione dalla colonnina self-service del distributore carburanti “ENI”, sito in Contrada San Rocciano;

 27 aprile, CORRIDONIA, furto di 185 euro asportati previa effrazione dalla colonnina self-service del distributore carburanti “RETE ITALIA”, sito in località San Rocciano;

• 28 aprile, GROTTAMMARE, furto dell’autocarro Volkswagen,, modello Caddy, carico di attrezzi da lavoro, parcheggiato in Contrada San Lorenzo;

• 29 aprile, CORRIDONIA, furto di tabacchi, prodotti alimentari confezionati e merce varia, asportati dal bar dell’area di servizio “IP”, sita sulla Statale 77 bis, chilometro 85;

 30 aprile, MACERATA, tentato furto ai danni della colonnina self-service del distributore carburanti IP, sita in località Pieve;

 2 maggio, OSIMO, furto di due trapani, asportati dalla ditta Sirti in via Edison, 18;

• 3 maggio, MACERATA, furto di 2.000 euro asportati previa effrazione dalla colonnina self-service del distributore carburanti IP, sito in località Pieve;

 4 maggio, CORROPOLI, furto di 1.600 euro asportati, previa effrazione dalla colonnina self-service del distributore carburanti IP, sito sulla Statale 259 chilometro 5;

• 5 maggio, MACERATA, tentato furto ai danni della colonnina self-service del distributore carburanti IP, sito in località Pieve.


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