Lesa l’immagine della magistratura, inflitta a Giuseppe Creazzo una mini misura disciplinare: perdita di due mesi dell’anzianità in carriera. Mancando la querela, la vicenda sminuita a fatto privato. Nel 2015 il giudice tentò di insidiare a sorpresa la collega Alessia Sinatra. Ora il capo della Procura toscana dovrà indirizzare il processo per la manata di Empoli: fu violenza sessuale o molestie? Ma soprattutto con quale residua credibilità?
E ora – sul caso SERRANI-BECCAGLIA – quale direttiva impartirà il Procuratore di Firenze Giuseppe CREAZZO al proprio sostituto Procuratore assegnatario della vicenda? Violenza sessuale (punibile fino a 12 anni) o molestie sessuali (sanzionate con 516 euro di ammenda). E soprattutto CREAZZO, perduta la verginità professionale, consiglierà dall’alto di quale credibilità perduta?
L’interrogativo è legittimo da qualche ora, ovvero dal momento in cui la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha punito CREAZZO, nel silenzio generale dei principali media, per lo stesso comportamento tenuto ad Empoli dal chiaravallese Augusto SERRANI.
Niente stadio per il Procuratore fiorentino (nato a Reggio Calabria 61 anni fa) ma un più soft hotel a Roma; nessuna apprendista giornalista da palpare nei glutei (granitici al pari della volontà della BECCAGLIA nell’inseguire una carriera) ma la più attempata coetanea Alessia SINAGRA, collega in magistratura.
Decisamente meno sexy ma pur sempre Pubblico ministero a Palermo, la SINAGRA peraltro non ha neanche denunciato la vicenda (datata 2015) e venuta alla luce solo vivisezionando le intercettazioni telefoniche sul caso Luca PALAMARA.
Favore di telecamera e gogna mediatica per il ristoratore marchigiano; una banale ma più discreta cimice ad ascoltare e registrare uno scambio di messaggi tra la SINAGRA e PALAMARA (nel 2019 espulso Presidente dall’associazione nazionale magistrati); sms solidali nel disegno di ostacolare e far decadere il “porco” dalla scalata al vertice della ambita Procura di Roma.
Dunque ad essere definito “porco” – nelle chat della Pm SINAGRA al capo corrente di “Unità per la Costituzione” in Anm, il radiato PALAMARA – era il Procuratore di Firenze CREAZZO, incidentalmente accusato, nello scambio dei messaggi privati intercettati, di aver anni prima molestato sessualmente la SINAGRA in un hotel della Capitale dove Unicost – corrente di tutti e tre i magistrati – in cui si tenevano i lavori assembleari.
“Giurami che il porco cade subito; il mio gruppo non lo deve votare”; queste solo alcune delle richieste fatte dalla SINAGRA all’amico PALAMARA contro la candidatura romana di CREAZZO. Auspici peraltro andati a buon fine, tanto che CREAZZO, non ancora Procuratore, non si è più mosso dalla Toscana, peraltro coronando comunque la carriera con l’ascesa alla massima poltrona giudiziaria fiorentina.
Ma cosa aveva combinato nel 2015 il non ancora Procuratore generale per finire sotto inchiesta disciplinare? La SINAGRA, nelle chat con PALOMARA, ha definito CREAZZO “essere immondo e schifoso” abusando della stessa ingiuria, sempre “porco”, mille volte “porco”, senza mai utilizzare altri epiteti. Come mai?
Oggi sappiamo che il termine “porco” aveva una precisa valenza sessuale. Ma di che tipo? Qui le chilometriche intercettazioni tacciono; ma non abbastanza da evitare un doppio procedimento disciplinare, per la SINAGRA e per CREAZZO, voluto dal Procuratore generale della Cassazione Giovanni SALVI; procedimento discusso in questi giorni per CREAZZO e conclusosi con la sanzione disciplinare della perdita, addirittura, a due mesi di anzianità!
Inutile cercare di saperne di più. Di certo però CREAZZO, nell’hotel romano, seppur all’insaputa di tutti, lese il prestigio della magistratura cercando un approccio fisico con la collega SINAGRA. Una avanche in ascensore come? E qui ognuno dia fondo alla propria fantasia non essendoci telecamere a testimoniare.
Recita il dispositivo disciplinare: “…in modo da sorprendere insidiosamente le altrui capacità reattive di difesa”. Insomma possiamo pensare ad un tentativo di molestia sessuale alle spalle, messo in atto di sorpresa, stile SERRANI con BECCAGLIA.
Per questo comportamento (che ha evitato l’azione penale per la mancata querela della SINAGRA) il Procuratore CREAZZO ha comunque messo in atto una condotta idonea a ledere la propria immagine di magistrato e – di riflesso – dell’intera magistratura. Azione che si è conclusa con un procedimento a porte chiuse e con il verdetto di lieve condanna a due mesi di “marchette” contributive sottratte alla carriera di CREAZZO. Non di più.
Chi si aspettava altro è così rimasto deluso dalla camera di Consiglio, presieduta dal vice Presidente del Csm David ERMINI, innocentista sul versante dei violati doveri di correttezza a cui qualsiasi magistrato, tanto più se capo, si deve rimettere. Le molestie sessuali, oltretutto non denunciate? Fatti loro, vicenda circoscritta tra privati. L’immagine di una Giustizia affidate a mani improprie? Al massimo un’opinione.
Con argomentazioni simili, chiamate ad essere messe in pratica da chi ne ha appena beneficiato, vedremo come svilupperà la vicenda giudiziaria per il ristoratore SERRANI.
Con quella improvvida manata, il chiaravallese ha certamente leso, sul piano disciplinare che non esiste, la propria immagine e quella dei pizzaioli tutti (specie se tifosi della Fiorentina); sul piano penale la Procura diretta dal dottor CREAZZO, da oggi, non pare la più adatta a ragionar di sesso… E non solo!
N.B. Per la cronaca il Procuratore capo Giuseppe CREAZZO ha annunciato ricorso sulla sanzione appenna comminata. Una punizione più che lieve (in linea con la richiesta di tre mensilità) ma pur sempre una macchia su una lunga carriera. CREAZZO, che ha sempre negato ogni accusa, non ci sta e replica: “Si tratta di una sentenza ingiusta perchè sono innocente. E’ una decisione – spiega il Procuratore utilizzando termini abusati in ogni processo – conforme alla condanna mediatica già ricevuta allo scoppiare della notizia. Farò ricorso in Cassazione dove confido di avere finalmente giustizia”.
Caustico, al contrario, specie sulla esiguità della sanzione, il commento del professor Mario SERIO, difensore di Alessia SINATRA: “Resta forte e grave l’impressione che la Magistratura italiana e il suo organo di governo debbano proseguire ancora a lungo nella strada dell’acquisizione di una maggior consapevolezza del valore della dignità della donna nell’ambiente di lavoro giudiziario; e dell’adeguatezza della relativa tutela”.