Solita retata pugliese per gli uomini di Conforti. Assalto con l’esplosivo a San Biagio
SGOMINATA UN’ALTRA BANDA DEI BANCOMAT
MA PER LA LEGGE BASTA IL BRACCIALETTO!
Capita anche questo: bottino di 117.000 euro ma il Tribunale ingiunge danni per 163.000!
In qualsiasi istituto di credito, presentando le rispettive credenziali, avrebbero ottenuto condizioni migliori. I tre banditi foggiani, sbaragliati martedì pomeriggio dagli uomini del Maggiore Conforti, hanno invece pensato male di prelevare i soldi anzichè versarli. E di prelevarli a modo loro, non con la classica tesserina bancomat ma tramite una “marmotta” esplosiva capace di far saltare il dispositivo e aprire il forziere.
Peccato che i foggiani, perseverando nello sbagliare il modus operandi, siano incappati in un bancomat da non toccare, quello della banca di credito cooperativo di Filottrano, filiale di San Biagio, ricadente nel territorio giuridicamente controllato dai Carabinieri della Compagnia osimana.
Tra i delinquenti in circolazione, infatti, dovrebbe ormai essere noto che i Comuni a sud di Ancona rientrano tra quelli catalogati “assolutamente da evitare” essendo preposti alla sorveglianza di un detective del calibro di Conforti; un mastino che, in assenza di reati, i ladruncoli se li va a scovare anche fuori zona! Figuriamoci cosa può accadere quando qualche malcapitato malintenzionato mette piede nella vallata del Musone.
Disegnata ampiamente la cornice della vicenda, veniamo al quadro, ovvero ai tre delinquenti arrestati martedì, tutti foggiani di Orta Nuova, a riconferma del particolare feeling che i Carabinieri nostrani hanno con la malavita dauna.
A finire stranamente non in galera ma agli arresti domiciliari con l’aggravante del braccialetto elettronico sono un 36enne e un 21enne, entrambi nullafacenti e pregiudicati, nonchè il loro capo, un 29enne pure senza arte ne parte.
I tre si sono resi protagonisti, sempre con la stessa tecnica, di tre colpi ad altrettanti bancomat. Rubavano sul posto una Alfa 156 o simili da utilizzare come ariete e – se non bastava – introducevano nell’apertura utilizzata per l’erogazione del denaro una “marmotta”, ovvero una carica esplosiva in grado di divellere il punto di erogazione.
Arraffato i bottini, poi, i tre foggiani facevano rientro in Patria per riciclare il denaro.
Ovviamente non poteva durare. Ed è durato giusto 7 mesi, periodo, come vedremo dove ha accumulato almeno 46.000 euro di debito rispetto a quanto rubato!
Ma andiamo per ordine. Dopo il primo colpo messo a segno il 4 febbraio al bancomat di San Biagio e fruttato, apparentemente, 57.000 euro, i tre ci hanno preso gusto e fatto bis e tris l’8 febbraio a Monte San Vito con l’assalto alla banca di Credito cooperativo di Falconara Marittima (altri 40.000 euro teorici) e infine il 19 febbraio con l’assalto al bancomat dell’ufficio postale di Trecastelli fruttato, in teoria, altri 20.000 euro.
Totale incassato nei tre assalti? 117.000 euro da dividere in tre, in parti uguali.
Peccato che con lo scattare delle manette il Maggiore Conforti non abbia notificato ai tre malviventi anche un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Ancona, da farsi valere fino alla concorrenza di 163.000 euro, utili a ripagare i danni subiti da bancomat e autovetture!!!
Insomma la banda foggiana, oltre al rischio di impresa sopportato, si ritroverà, in qualche a rimetterci alla grande! Se 163.000 euro è quanto dovranno rifondere e 117.000 il totale trafugato, ecco che si va in rosso per una differenza di ben 46.000 euro… che però divisa in tre, diventano più sopportabili -15.333 euro.
Per fortuna loro, si può dire, i delinquenti sono stati bloccati presto e messi nella condizione di non nuocere oltre (più che altro a se stessi); diversamente non osiamo immaginare gli zeri da aggiungere al decreto di sequestro!
Nota stonata: la banda pugliese – descritta dai carabinieri come una associazione di pericolosi pregiudicati che, se non avessero operato con leggerezza scegliendo Osimo sarebbe probabilmente ancora uccel di bosco e libera di scorazzare per il territorio nazionale – non è finita in galera!
Un dipendente dello Stato, ben pagato mensilmente da tutti gli italiani, tale giudice Marrone, a sorpresa ha pensato che le patrie galere non siano, tutto sommato, il posto giusto dove attendere il processo.
Un bel braccialetto elettronico al polso di ciascuno e tutti a casa! Eppure i foggiani, tutti vicini alla criminalità organizzata che impera nel promontorio garganico, vantano ciascuno un bel curriculum, non assomigliano ad angioletti e quando sono al lavoro non si fanno scrupolo di utilizzare esplosivi artigianali con quanto consegue ad ogni esplosione.
Per tutti e tre l’accusa mossa dagli uomini di Conforti parla di gravi indizi in ordine al furto dell’Alfa 156 e in particolare dei furti aggravati ai danni degli sportelli bancomat effettuati mediante esplosivo, oltre a detenzione illegale di sostanze esplosive e infine di riciclaggio. Con l’aggravante di aver commesso i fatti in più persone e utilizzando inaudita violenza alle cose esposte alla pubblica fede; oltre al grave pericolo per la pubblica incolumità.
Insomma, per quanto non colti sul fatto, ce ne sarebbe abbastanza per occupare a tempo indefinito una cella a Montacuto e attendere senza fretta il processo.
Alla fine, invece, la retata notturna è valsa unicamente a notificare il Decreto di sequestro di 163.000 euro che ben poteva notificare qualsiasi ufficiale giudiziario!
Signori, l’Italia!