SU PUGNALONI-KILLER LA “MALEDIZIONE” DELLA MITE LUISA
L’ORDINANZA DI MORTE PER LA VITELLA OGGETTO DI ESPOSTO

SU PUGNALONI-KILLER LA “MALEDIZIONE” DELLA MITE LUISA L’ORDINANZA DI MORTE PER LA VITELLA OGGETTO DI ESPOSTO

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Animalisti di tutta Italia sul piede di guerra. Da Milano partito il documento per la Procura di Ancona. E non va meglio al proprietario Vincenzo Stacchiotti, probabilmente denunciato dai Carabinieri per mal governo di animali. E dire che per evitare responsabilità (e la grave decisione di abbattimento) sarebbe bastato piazzare sulla provinciale Chiaravallese un paio di banali segnali stradali di pericolo: attraversamento bovini. Non pago del caos creato per troppa faciloneria, il Sindaco, oggetto di pesanti sberleffi dalla Rete, sta minacciando azioni legali. Nel mezzo l’opinione pubblica cittadina; in maggioranza tifa ancora per la mucca!


Sta soccombendo, sotto i meritati improperi dell’opinione pubblica virtuale, non solo osimana, la pazza idea del Sindaco PUGNALONI di spegnere la sacrosanta voglia di vivere di Luisa (l’ormai famosa vitella francese, razza Charolaise, rimasta oltre due mesi in fuga verso la libertà) altresì “giustiziata” a colpi di fucile dalla forza delle ammuffite scartoffie!
A darne notizia è lo stesso PUGNALONI, si direbbe persino piuttosto irritato, il quale anzichè prendere atto dell’errore, cospargersi il capo di abbondante cenere, indossare il cilicio e battersi più volte il petto per la bestialità firmata e sottoscritta – responsabilità condivisa con i tecnici Maurizio MERCURI (titolare di settore) e Roberto VAGNOZZI (Dirigente Territorio) – ieri sera è passato addirittura al contrattacco, mediatico e legale!
Dimenticando che non si è Sindaci per obbligo medico e ignorando l’adagio popolare che sconsiglia, tra addetti ai lavori, di mordersi troppo le terga, PUGNALONI ha spiegato su Fb: “Da giorni mi arrivano via social (in particolare su Messenger) messaggi da parte di pseudo-animalisti con toni inaccettabili; post infarciti di insulti e persino minacce personali.

Estate in salita per Pugnaloni, dopo lo sberleffo Campana in Tribunale anche le critiche della stragrande maggioranza sul caso Luisa

Messaggi di fronte ai quali non resterò inerme e avvierò le necessarie procedure legali”.
A riprova del fatto, il Sindaco ha prima riprodotto un esempio dell’intolleranza subita, cioè uno screenshot di dubbio gusto; per la cronaca trattasi di un solo post, postato da un cittadino grandemente scocciato dall’insensibilità mostrata nella vicenda.
Subito dopo PUGNALONI, per non saper leggere e/o scrivere, ha saggiamente preferito chiudere la discussione on line evitando così di dar corso alla minaccia di dover far davvero lavorare troppo i suoi avvocati.
Ora mezza Osimo e oltre, di sicuro l’intero 49.99% che non ha mai votato e avuto in simpatia PUGNALONI, si chiede: era proprio necessario risolvere la questione a colpi di lupara? Davvero in due mesi di “emergenza” nessuno è riuscito ad escogitare un metodo meno indolore rispetto al recapitare alla mite mucca due pallettoni in fronte?
La risposta è certamente si. Purtroppo per risolverla pacificamente, acchiappare in tempo il pio bove evitando di far assurgere Luisa a triste eroina a quattro zampe della perduta libertà, ci si sarebbe dovuto sedere attorno ad un tavolo, avvalersi delle sante parole di qualche operatore di buon senso, confrontarsi un attimo, valutare e decidere altro… insomma occorreva per la pacifica Luisa la consapevolezza della macchina comunale di dover utilizzare mezzora del proprio tempo.
Anche perchè già la sola idea di far passare nell’opinione pubblica il messaggio di un Sindaco pistolero, che disinvolto fa sparare piombo fuso in testa a inermi bestiole di appena un anno e mezzo di vita, sia pur con stazza da 450 kg., avrebbe dovuto consigliare al Palazzo la ricerca di tutte le altre possibili soluzioni “simpatia”.
Quali? La cosa migliore… detta papale: infischiarsene della proposta di abbattimento avanzata dall’Asur e giocare la propria partita sia confidando nella proverbiale buona stella di chi ha il coraggio delle proprie azioni e osa, sia tutelandosi con il posizionamento di cartelli stradali di pericolo, da piazzare sulla provinciale per San Paterniano, indicanti il possibile attraversamento di Luisa.
Già in questo modo, con della semplice cartellonistica stradale temporanea, a sfondo giallo, si sarebbe ovviato alle questioni di responsabilità circa la pubblica sicurezza e la tutela della incolumità stradale.
Dopo di che si sarebbe ricordato al proprietario della povera mucca, Vincenzo STACCHIOTTI, che esistono associazioni ambientali ed animaliste interessate a riservare un futuro diverso, dal tramutarsi per forza in bistecche, a soggetti titolari di storie particolari o diverse, come Luisa in fuga verso la scoperta di un mondo alternativo alla stalla.

Luisa abbattuta con un colpo di fucile in fronte esploso dalla Polizia provinciale

Detto altrimenti in soldoni: acquistare Luisa al giusto prezzo di mercato, circa 3.000 euro.
Detto e fatto. Non trascorrono che poche ore dalla comunicazione dell’avvenuta “fucilazione” della povera vacca osimana che il collega Lorenzo CROCE, giornalista milanese, nonchè responsabile nazionale di Aida & A (Associazione italiana difesa animali & ambiente) comunica di aver inviato in Procura, ad Ancona, un esposto teso a far chiarezza sui comportamenti adottati da PUGNALONI, con troppa facilità rispetto all’effettiva o financo supposta pericolosità per noi tutti, attribuita in grazia alla libertà goduta da Luisa.
“Quella mucca voleva vivere – ha sostenuto Lorenza Bianchi della Lav – così come vorrebbero vivere tutti quegli animali che scappano da situazioni di costrizione; così come vorrebbero vivere quanti non possono scappare allo stesso modo, confinati in gabbie e capannoni”.
Ed è a questo punto che la brutta storia di Luisa, allo stato si direbbe senza fine anche e soprattutto da morta, si arricchisce di un nuovo particolare in più, riguardante stavolta Vincenzo STACCHIOTTI, proprietario della coraggiosa vitella.
L’articolo 672 del Codice penale punisce, simbolicamente – con una sanzione irriguardosa verso l’animale variabile da 25 a 258 euro! – chiunque lascia libero o non custodisce con le debite cautele animali pericolosi da lui posseduti. Insomma il mal governo di Luisa – vacca della Borgogna con corna e mantello bianchi, famosa per le sue qualità materne e dalle carni molto apprezzate – potrebbe diventare un procedimento penale al pari, eventualmente, all’ordinanza sindacale ritenuta non in linea con la legge.
Da questo punto di vista la AIDAA si è posta in modo chiaro sin da subito: “Se ci saranno i presupposti minimi – ha ribadito Lorenzo CROCE – non escludiamo nei prossimi giorni di agire ulteriormente per vie legali contro gli attori di questa ignobile vicenda”.

Al momento a temere è Vincenzo STACCHIOTTI. Il 28 marzo scorso, nel comunicare ai Carabinieri della Stazione di Osimo la fuga di Luisa dalla stalla, ha difatti involontariamente posto le premesse egli stesso, proprio grazie all’ordinanza emessa da PUGNALONI che ha giudicato la vacca pericolo numero uno per la sicurezza e la pubblica incolumità degli osimani, per farsi denunciare dagli stessi Carabinieri!
Per quale mnotivo? Il prolungato vagare della bovina Luisa è stato giudicato pericoloso dal Sindaco, tanto da giustificarne il wanted e l’esecuzione eseguita all’alba di lunedì…
Uno sparo secco nell’aria, pochi minuti dopo aver aperto gli occhioni, per l’ultima volta, a bearsi del profilo delle dolci colline osimane stagliarsi su un orizzonte libero come il suo istinto inconscio… ruminando per mesi erbetta fresca di rugiada… rubata ad un mondo che non ha voluto amarla.
Ora, dopo il colpo di fucile, il tifo per “Luisa eroina”, “vergine e martire” continua. Anzi, ingovernabile, cresce a macchia d’olio. Ad Osimo, nelle Marche e qua e la in Italia. Di gran lunga il termometro popolare degli “anti” governativi sta superando il tradizionale 49.99%, aprendo breccie inaspettate tra schiere di pugnaloniani, non ancora pentiti ma tristemente delusi. E un pò preoccupati.

La mite vitella Luisa impallinata in quanto ritenuta un pericolo per la pubblica incolumità

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