VACCINATO E PREMIATO COL GREEN PASS? GRAZIE MA ANCHE NO
LA LIBERA SCELTA DI QUEI POCHI CHE NON AMANO DISCRIMINAZIONI

VACCINATO E PREMIATO COL GREEN PASS? GRAZIE MA ANCHE NO LA LIBERA SCELTA DI QUEI POCHI CHE NON AMANO DISCRIMINAZIONI

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Eclatante il caso degli stadi riaperti giustamente ai soli vaccinati ma non a tutti i vaccinati… solo al 50%! In base a quale evidenza scientifica? Per tacere delle discoteche, vietatissime a prescindere. E che dire degli insegnanti, vincolati sia a vaccinarsi che a sottoscrivere un consenso, tanto informato quanto obbligato?


A lasciapassare operante come obbligatorio, riteniamo si possa dar voce anche alle considerazioni di chi, molto semplicemente, non intende vaccinarsi per obbligo; ragionamento privato che unisce, al massimo, qualche decina di migliaia di italiani renitenti: ma i non vaccinati (me compreso) a chi stanno dando fastidio?
A parte se stessi – e i pochi altri che condividono una vaga idea di non essere indotti con l’obbligo – diremmo che non stanno e non stiamo creando particolari problemi.
Eppure, vista l’insistenza, elevata quasi a livello di caccia maniacale, che il nostro Governo (attenzione, da quasi 10 anni non votato dagli Italiani) riserva quotidianamente alla questione non vaccinati (mescolando nel calderone un pò di tutto), sembra giusto porsi qualche domanda: perchè quanti non hanno aderito all’invito (e come tali non costituiscono un pericolo, se non risibile, insegnano gli scienziati, per la stragrande maggioranza dotata di pass) non possono frequentare musei o palestre ma non hanno difficoltà ad andare tranquillamente in posta o in banca? Eppure, in genere, gli ultimi, sono spazi decisamente più affollati dei primi!
Lo stesso discorso può essere allargato al ristorante e all’autobus: il primo no, l’altro si. Distinzione non certo legittimata da evidenze scientifiche (è accertato che il virus è democratico e per par condicio non fa distinzioni tra luoghi). E in ogni caso cosa ha da perdere un vaccinato dall’incontro con un non vaccinato? Sembrerebbe proprio nulla!
E nel caso contrario? In questo caso gli esiti possibili, nello stesso incontro, possono essere a rischio per il non vaccinato, indifferentemente da dove la trasmissione possa avvenire: allo stadio, al ristorante, nell’autobus o alle poste o anche in casa o passeggiando. Sempre e solo il rischio di infettarsi, di ammalarsi, di finire all’ospedale oppure intubato e finanche di dire addio a questo mondo entro 20 giorni è sempre e solo sulle spalle dei chissà perchè preferiscono il rischio all’obbligo, la non sicurezza ad un certificato tanto autorizzativo quanto discriminante.
Prendiamo il caso personale: 63 anni e conta, non ho ancora deciso di vaccinarmi ma maturato solo la vaga idea, vista l’efficacia garantita per “soli” 9 mesi, di farlo a novembre, tipo vaccino antifluenzale.
Ecco, pur ritenendo i vaccini disponibili un utilissimo salva vita al limite del salvifico (al costo di qualche inevitabile rischio) ritengo che finirò col non aderire alla campagna, pubblicizzata con le buone e con le meno buone, da un Governo non esattamente eletto.
Ciò nonostante, l’incrollabile fede calcistica per il Bologna (in Italia il calcio è secondo solo alla mamma e costituisce globalmente un fattore economico e sociale non di poco conto) avrebbe fatto crollare ogni scrupolo di coscienza e indotto ad aderire alla vaccinazione sperimentale.
Del resto, in tempo di quarta ondata Covid, quale spazio più sicuro un vaccinato potrebbe frequentare… se non un assembramento da stadio vociante e 50-60-70.000 persone, tutte ugualmente in regola con la doppia iniezione?
Riteniamo, ma vorremmo essere smentiti dagli scienziati che dovrebbero valutare la questione, che solo il Paradiso, oggi giorno, possa offrire migliori condizioni di sicurezza dal Covid, rispetto ad uno stadio gremito di soli vaccinati!

E invece cosa hanno escogitato, pensa e ripensa, i nostri cervelloni al Governo (abusivo per la politica ma pur sempre Governo)? Si al pubblico negli stadi… ma solo in quantità dimezzata rispetto alla capienza! In pratica un seggiolino occupato e uno libero, con l’attenzione di sfalsare l’andamento da fila a fila… chissà perchè!
Non s’era appena detto che una folla vaccinata può trasmettere il Covid solo a tanti altri vaccinati e quindi risolvere il contagio con una stretta di mano e un sorriso?
Pare non essere così, almeno allo stadio. Peggio ancora la discoteca, locale tabù anche per semi Dii e padri Eterni! E allora, mio caro Bologna, se anche sottopormi per amor tuo al vaccino non basta più per poter pagare e accedere in libertà al mio posto di tribuna in faccia a San Luca… allora vorrà dire che il campionato lo seguirò su Dazn da non vaccinato (fintanto sarà possibile seguire liberamente le tv a pagamento), facendo un tifo più tosto del solito.

Cambio postazione per occuparmi di insegnanti e personale scolastico, da questo giro tutti obbligati a vaccinarsi entro i 5 giorni di assenza, cioè al termine una settimana di non accesso alla cattedra. Anche in questo caso, osservato come un insegnante o un bidello non vaccinato accettino il rischio di contrarre, rovinosamente per se, il virus ma non certo di esportarlo ad altri (ragazzi al 97% immuni grazie alla giovanissima età), ci viene da chiedere: sottoscrivere il consenso informato su un obbligo di legge? Delle due l’una: o lo Stato è a conoscenza di maggiori rischi, non detti, che liberamente mi assumo… o perchè, dopo aver dovuto rispettare il solito Decreto legge (pena l’allontanamento effettivo dal mondo della scuola e quindi del lavoro), l’Italia mi chiede di metterci anche la firma?
A ben guardare a cosa è massimamente interessato un qualsiasi Stato, di fronte al rischio, remoto o meno, di una sfilza lunghissima di persone che nel tempo dovessero lamentare contro indicazioni importanti dalla inoculazione dei vaccini? La risposta è semplice: non andare in bancarotta con richieste danni esorbitanti per importo e – Dio non voglia – per numero possibile dei danneggiati mortalmente a fin di bene.
Molto prima di garantire la salute dei propri cittadini, lo Stato, qualunque Stato, è da sempre fisiologicamente teso – elezioni o politica qui non cambia l’esito – a perpetuare se stesso, evitandosi comportamenti a rischio non quantificabile, come l’attuale; comportamenti che se oggi comportano il danno minore (qualche morto qua e la sul colpo, su cui magari non fare eccessivo clamore) nessuno oggi sa neanche immaginare a quale realtà si apriranno le porte del futuro; anche a medio-breve raggio, dicasi una decina di anni.

Osservazione finale: ma allora come spiegare i 7.000 nuovi casi al giorno di infetti contro i 100 della scorsa estate? La chiusura nel cerchio dovrebbe stare nella maggiore capacità della variante Delta di attaccare l’organismo rispetto al Covid 19 prima maniera conosciuto; dopo di che, grazie al vaccino, è pensabile che la stragrande maggioranza dei contagiati attualmente ospedalizzati provengano proprio dalle fila dei vaccinati che raramente, ma pur sempre al ritmo di 7.000 nuovi casi al giorno, piombano o ripiombano nel contagio.
Ecco perchè il numero delle morti, estrema conseguenza della positività al Covid, resta al momento un dato molto limitato ma comunque già presente a Ferragosto… pescando il virus quasi esclusivamente tra coloro, come me, indispettiti dalla strategia vaccinale scelta e portata avanti dai nostri, non amati, capoccioni.


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