VICENDA CARITAS SAN MARCO,
IL PANE DEL GIORNO DOPO È OTTIMO!
LO SAREBBE ANCOR PIÙ SE DONATO
A CHI NE HA EFFETTIVO BISOGNO

VICENDA CARITAS SAN MARCO, IL PANE DEL GIORNO DOPO È OTTIMO! LO SAREBBE ANCOR PIÙ SE DONATO A CHI NE HA EFFETTIVO BISOGNO

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Un mare di polemiche politiche arte pur di denigrare il lavoro della Mariani

 

VICENDA CARITAS SAN MARCO,
IL PANE DEL GIORNO DOPO È OTTIMO!
LO SAREBBE ANCOR PIÙ SE DONATO
A CHI NE HA EFFETTIVO BISOGNO

 

Anche il Presidente del Consiglio comunale Andreoni, super partes, nella gazzarra mediatica

Per comprendere che il pane del giorno dopo, così come brioches, pizzette, frutta e verdura e quant’altro offerto gratis a San Marco dalla signora Bruna Pieragostini – 80 anni, per gli osimani vedova “Zazzera” – fosse in realtà roba buona da mangiare… non servivano i Carabinieri del Nas.

Ad un occhio minimamente scaltro sarebbe bastato dare un’occhiata, in orario di distribuzione di questi scarti alimentari, ma pur sempre perfettamente commestibili, per comprendere la qualità sociale dei richiedenti e il tipo specifico di fame da soddisfare.

L’ingresso del punto distribuzione “Pane del giorno dopo” a San Marco

Insomma un pò di tutto capitava e tornerà a capitare se a prevalere sarà, come sembra, il criterio del “basta bussare”.

Proprio la posizione sociale di più di un richiedente aveva fatto nascere e alimentato nel quartiere strane voci che, non governate e moltiplicate nel tempo, avevano portato una maggioranza di parrocchiani poco silenziosi a chiedere di vederci chiaro.

Addirittura, dalla distribuzione del pane duro invenduto del giorno prima, le malelingue avevano intravisto una sorta di concorrenza troppo competitiva con il libero mercato.

Al centro parrocchiale si presentavano famiglie e – se non verranno introdotti criteri minimi di verifica degli aventi diritto – torneranno a presentarsi persone a cui il pane gratuito del giorno dopo, tutto sommato, poteva stare molto bene rispetto all’acquisto del pane fresco quotidiano.

Certo le malelingue – ma a volte, insegnava il pio Andreotti, la lingua malevola centra il problema molto meglio e molto prima rispetto a chi si ostina a pensare che il mondo sia tutto blu e sempre bello – non potevano pensare che una Consigliera comunale per quanto attenta come la signora Mariani avrebbe raccolto il grido di allarme.

Più semplice e più comodo continuare a parlare alle spalle. Grazie dunque alla spinta data alla vicenda dall’esponente del gruppo Misto, oggi dunque sappiamo che il centro di proprietà della Caritas, in gestione alla parrocchia di San Marco e da questa girato in uso alla caritatevole 80enne nonna Bruna, distribuisce roba buona da mangiare.

Ripeto. C’erano pochi dubbi.

Gli interrogativi erano tutti in piedi – e temiamo lo resteranno – circa le persone aventi moralmente diritto a del cibo che, per quanto mediamente abbondante, non può sempre soddisfare il crescente numero di persone a cui sarebbe rivolto.

Senza contare che proprio i più poveri tra i poveri, da che mondo è mondo, sono coloro che soffrono le maggiori difficoltà umane ed esistenziali a richiedere la carità di un tozzo di pane duro… diversamente da tanti osimani i quali, da buoni italiani, di fronte ad un “bottino” gratis da portare a casa, addirittura tutti i giorni, non si lascia sfiorare dal problema. E dalla figura.

Altrove, anche nella stessa Osimo, funziona diversamente. La Caritas “vera”, quella del Duomo, registra ogni richiesta di aiuto – alimentare, di vestiario o altro – la valuta, la registra e – se confermata – la sostiene.

In questo modo i più deboli, i più poveri, corrono assai meno rischi di essere “derubati” anche della carità da persone abituate a non farsi troppi problemi, sostenute in questo da verifiche zero.

Anche nel resto della città siamo a conoscenza di parroci che nel silenzio sostengono come possono i parrocchiani più in difficoltà. In questo caso la conoscenza e un semplice sguardo di chi conosce la realtà del quartiere può bastare per evitare di cadere in piccole trappole di gente che, al limite, non avendone alcuna necessità materiale, vive la corsa al sussidio come una sorta di “gara di abilità” per testare le proprie capacità di fregare il prossimo.

Insomma la signora Mariani sarebbe da ringraziare, in primis dalla vedova Zazzera e poi dal parroco di San Marco, per aver giocato una carta decisiva, se giocata bene, per fare ordine nel complesso sistema oggi diventato, ahi noi, il fare del bene al proprio prossimo.

Purtroppo il fatto che la questione sia stata posta non da una anonima parrocchiana ma da una Consigliera comunale, pur senza un partito di riferimento diretto, ha scatenato la maggioranza piddina che governa la città in una vera e propria macchina del fango, con i vari consiglieri democratici nel fare a gara a chi lanciava la prima pietra o quella più pesante sulla reputazione politica della malcapitata.

A vincere questa triste gara, ahimè, la Presidente del Consiglio comunale Paola Andreoni la quale, in perfetto stile boldriniano, ha affondato la lama del qualunquismo a prescindere pur di guadagnare un titolo in più sui giornali.

Un autentico campionario di invenzioni che non trovano riscontro nei fatti, inesattezze non si sa quanto casuali e di frase fatte prese a prestito dai peggiori luoghi comuni; il tutto col fine dichiarato di gettare discredito sul fondamentale intervento operato dai Nas.

Ne riportiamo un ampio stralcio tratto dalla cronaca di diversi giornali on line e che – è appena il caso di ripetere – OSIMO OGGI non ha ricevuto dal Presidente Andreoni; Presidente al quale cogliamo l’occasione di ricordare che, prima di essere esponente del Pd, ricopre il maggior ruolo politico-istituzionale della città. E in questa veste teoricamente super partes.

“L’augurio del Presidente del Consiglio comunale è che il Centro Caritas possa essere riavviato quanto prima con l’aiuto e la solidarietà di tutti gli osimani, o quanto meno, di quei osimani che si richiamano ai principi evangelici e della solidarietà: fratellanza, amore verso il prossimo e farsi carico degli ultimi.

Quanto accaduto, a causa di pochi, ha segnato una brutta pagina della storia della Osimo solidale e deve far riflettere tutta la nostra comunità locale sul tema della lotta allo spreco e della condivisione, coinvolgendo le famiglie e tutte le attività economiche di generi alimentari, consapevoli che non è la presenza di un centro che aiuta a superare le sofferenze della fame a determinare danni ai negozi nell’esercizio della loro attività, così come paventato dagli autori dell’esposto.

La politica con la P maiuscola si occupa e si fa carico dei problemi della gente.

Le sofferenze di chi ha poco prevalgono sulle visioni miopi della politica (quella che ha la p minuscola) che come tali non guardano al bene comune ma sempre sono rivolte al protagonismo personale di chi si fa artefice di iniziative che, da più riscontri, risultano prive di fondamento; con il risultato che in questi giorni chi contava su di un aiuto se ne trova purtroppo privato. E questo – chiude la Andreoni – è triste, davvero molto triste”.

Non possiamo non essere d’accordo.

I commenti interessati di quanti hanno visto toccato, in questi giorni, con l’intervento a far chiarezza dei Carabinieri, un proprio diritto, un interesse legittimo o anche una semplice curiosità, sono purtroppo, in larga parte, significativi di come in determinati campi della società odierna, appunto boldriniani, sia obiettivamente ogni giorno più faticoso far valere la voce dei cittadini che chiedono uguaglianza, diritti, certezze e rispetto delle regole.

Auguriamoci che nonna Bruna, nonostante gli 80 anni suonati, possa aver compreso come meglio aiutare il prossimo. Meglio e di più, a parità di sforzo, di quanto fatto finora.

Un lavoro che non può essere dimenticato e per il quale Bruna e i suoi collaboratori hanno già meritato, errori a parte, il grazie delle persone oneste del quartiere.


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