La cura a base di plasma iper immune costa solo 80 euro, è rapida e non ha contro indicazioni. Accettato anche all’estero, lo studio del dottor Di Donno è praticamente boicottato in Italia dai “comitati etici”. Unica eccezione il Veneto. Il caso delle Marche
La cura costa 80 euro e debella il Corona virus 19.999.999 volte su 20 milioni!
Parliamo della “cura Di Donno” ovvero la vicenda del plasma, cosiddetto iper immune, circolante nelle vene degli ex pazienti positivi al virus.
La cura messa a punto dal pneumologo dell’ospedale di Mantova, guarigioni alla mano, funziona.
Stando alle inoppugnabili dichiarazioni del medico lombardo, tutti i pazienti trattati col sangue di persone convalescenti, vale a dire in via di guarigione dal Covid 19, si sono rimessi in salute percorrendo la strada verso l’uscita dalla malattia.
Anche a livello internazionale, con la pubblicazione dello studio De Donno su qualificate riviste mediche e soprattutto l’adozione del protocollo sperimentato a Mantova – e ora anche nei presidi ospedalieri di Pavia, Cremona, Milano, Padova e Pisa – i risultati sono sulla stessa linea. La cura funziona!
Eppure il sistema sanitario italiano non solo resta in disparte a guardare ma intralcia il corso della diffusione su scala nazionale obiettando pareri difformi di supposti “comitati etici”.
Nelle Marche, per citare un esempio a noi vicino, il Governatore Ceriscioli ha da prima autorizzato la sperimentazione della terapia (che stava coinvolgendo le strutture di Pesaro, Torrette e Fermo) per poi sospendere a data da destinarsi in forza dello stop imposto da questo comitato etico, di cui si ignora la composizione.
Una sospensione momentanea, sembrerebbe legata ad autentiche formalità sulla valutazione dei protocolli da seguire, che di fatto blocca l’attività almeno dal 9 di maggio.
Sulla vicenda riportiamo l’interessante reportage messo in onda da “Le Iene” giusto ieri sera.
Il Ministero della Salute la settimana scorsa ha ufficialmente dato il via ad una sperimentazione nazionale sul plasma iper immune ed ha messo a capo l’ospedale di Pisa. C’era l’ospedale di Mantova che già da un paio di mesi lavorava con gran successo su questa terapia fatta col plasma donato da persone guarite dal Covid 19, sangue che ricco di anticorpi aiuta chi è malato a combattere il virus e guarire.
Successo che tutto il mondo stava riconoscendo al dottor Giuseppe Di Donno, Direttore terapia intensiva respiratoria presso l’ospedale “Carlo Poma” di Mantova.
DI DONNO: “Un protocollo che è stato preso come esempio da molti Stati europei e anche americani”.
IENE: Perchè l’ospedale di Mantova è stato estromesso dalla sperimentazione nazionale? E alla fine il Ministro Speranza si è fatto vivo con lei?
DI DONNO: “No, neanche un messaggio. Completamente ignorati”.
IENE: E l’Iss?
DI DONNO: “L’istituto superiore di Sanità non mi ha contattato”.
IENE: Secondo Lei perchè non l’hanno contattata?
DI DONNO: “Non lo so. Il Governo, il Ministero aveva questa grandissima opportunità di gridare al mondo che il primo studio sul plasma convalescente era stato fatto in Italia. Dietro di noi son partiti centinaia di studi controllati”.
Studi che sono stati elencati dall’importantissima rivista “Nature” che ha definito il plasma di convalescenti “trattamento di prima scelta” per il Corona virus.
E c’è anche lo studio americano del professor Alessandro Santin (Università di Yale) che già oggi conta 11.046 pazienti infusi in 2.264 ospedali statunitensi.
DI DONNO: “Ma la paternità del primo studio, certificata da una registrazione importante, rimane a Mantova e Pavia”.
LE IENE: Secondo Lei perchè hanno fatto partire una nuova sperimentazione a Pisa?
DI DONNO: “Non ci sono motivi scientifici in merito. Io penso che i motivi siano da ricercare in altro ambito”.
LE IENE: Perchè?
DI DONNO: “Pisa in questo momento ha arruolato due pazienti; o forse tre. Numeri che rispetto alla casistica che abbiamo noi sono assolutamente insoddisfacenti”.
LE IENE: Ma non è un pò come tornare indietro di due mesi?
DI DONNO: “Non è così perchè nessuno potrà cancellare i risultati della nostra sperimentazione. E’ il primo studio registrato nel mondo occidentale ed è lo studio che ha aperto l’era del plasma convalescente”.
Era di cui hanno parlato le principali testate di tutto il mondo, dall’Europa al Sud America, all’estremo Oriente ed anche negli Stati Uniti.
Ma qui in Italia questa nuova era non viene presa molto bene. Da una parte il Ministro Speranza e le Istituzioni non si fanno vivi; dall’altra viene attaccata duramente in televisione da molti esperti che delegittimano la sperimentazione del medico di Mantova
Lo stesso Ricciardi, dell’organizzazione mondiale di Sanità, sostiene che è promettente ma serve tempo per valutarla e Burioni, in prima serata da Fazio, ribadisce che “questi plasmi non sono un farmaco ideale. Sono difficili e costosissimi da preparare…”.
Affermazioni non condivise da una serie di esperti.
“Tutti i servizi trasfusionale – racconta la dottoressa Giustina De Silvestro, Direttore unità operativa immunotrasfusionale dell’azienda ospedaliera di Padova – sono preparati per la raccolta del plasma; è una attività che noi facciamo quotidianamente… quindi siamo anche molto tranquilli nella nostra routine”.
LE IENE: Quindi non è difficile da apprendere?
DE SILVESTRO: “No, direi di no”.
Ed ancora DI DONNO: “Il plasma convalescente, è stato acclarato anche dagli studi di Padova e dagli studi delle cliniche del professor Santin, non costa nulla…”.
Ma non per Burioni che su RaiUno ribatte gli stessi concetti: “Questi plasmi non sono un farmaco ideale; sono difficili e costosissimi da preparare…”.
DI DONNO: “Chi è che ci guadagna? Noi siamo un Ente pubblico… non dobbiamo fare mercato. Il donatore ci offre il suo plasma gratuitamente, noi dobbiamo metterci la sacca di vinile, il procedimento di sterilizzazione o di analisi virale o di biologia molecolare… la stessa procedura che facciamo per le altre donazioni… però il costo è quello… 80 euro a sacca!”.
LE IENE: E allora perchè tutte queste polemiche?
DI DONNO: “Perchè c’è la volontà chiara ed acclarata di chiudere il plasma in cantina”.
LE IENE: Come mai, invece, nessuno si è scagliato contro le sperimentazioni fatte con i farmaci?
DI DONNO: “In questo Paese si è utilizzato due pesi e due misure: contro il plasma si è scagliata una parte della comunità scientifica in modo quasi violento; gli altri farmaci li abbiamo usati tutti in silenzio, anche laddove erano presenti gravissimi effetti collaterali”.
LE IENE: Effetti collaterali che secondo il professor Pierluigi Viale (Università di Bologna, nonchè primario infettivologo al Sant’Orsola) possono esserci anche utilizzando plasma iper immune. Ci sono molte perplessità. E l’Emilia boccia la terapia…
DI DONNO: “Il rischio infettivo è di 1 a 20 milioni, praticamente inesistente. Sarebbe come dire che trattando ipoteticamente tutti gli italiani col plasma avremmo solo 3 casi letali!”.
LE IENE: Allora perchè dicono che è pericoloso?
DI DONNO: “Anche loro dovranno assumersi le proprie responsabilità… perchè i politici prendono delle decisioni in base a cosa dicono questi scienziati”.
LE IENE: Effettivamente, pochi giorni fa, è uscito questo titolo: “L’Emilia-Romagna boccia la plasma-terapia…”.
DI DONNO: “Ma se io dico una cosa del genere… e dopo di che avviene l’esatto contrario… non è che io possa continuare a parlare in libertà! Posso essere lo scienziato più bravo del mondo ma quello che ho detto resta un gravissimo errore”.
LE IENE: Ma gli esperti che in tv creano questi dubbi che effetto possono avere sull’opinione pubblica?
DI DONNO: “Un effetto negativo. In primo luogo i pazienti guariti non verranno a donare; quindi i pazienti che sono a tutt’oggi malati non avranno la possibilità di riceverlo il sangue del paziente convalescente… quindi si creerebbe un danno gravissimo! Noi abbiamo avuto degli scienziati che hanno detto che per ammalarsi di Corona virus dovevamo andare fino a Whuan… che in Italia questa pandemia non sarebbe mai arrivata… quando già quattro deficienti, me compreso, andavamo in giro con le mascherine!
E’ stato detto che se fosse arrivata in Italia sarebbe stata poco più di una influenza! Sarebbe bello, in Italia, che tutti gli scienziati che si esprimono in televisione… si assumessero le responsabilità di quello che dicono”.
LE IENE: Ci sono tanti no vax che dicono: “Vedete? Il vaccino non va fatto… tanto c’è il plasma!
DI DONNO: “Ma sono due cose completamente differenti! Il vaccino si usa in prevenzione ((io faccio il vaccino per evitare di ammalarmi); il plasma del paziente convalescente è un plasma che si usa in trattamento della malattia”.
LE IENE: Lei non è contro il vaccino.
DI DONNO: “Io non sono contro il vaccino, assolutamente. Nel mio reparto, per due anni, ho istituito l’ambulatorio di vaccino-terapia”.
Per concludere, abbiamo conosciuto, tra Mantova (Carlo Poma) e Padova (policlinico San Matteo), diversi malati guariti con trasfusioni di sangue iper immune.
“Ero un mezzo cadavere – racconta un anziano praticamente miracolato – il plasma per me è stato un colpo di vita…”.
E una giovane signora: “Io non camminavo più! Ho cominciato a tossire, tossire, tossire… finchè mi sono accorta di tossire sangue. Con la trasfusione, nel giro di un’ora la febbre è scesa a 36 e mezzo, la tosse ha cominciato a calare, calare, calare ed io da li mi sono sentita meglio”.
LE IENE: Per questo oggi è importante creare, più velocemente possibile, in tutta Italia, le banche del plasma.
DI DONNO: “Quello che noi abbiamo adesso a disposizione sono i guariti, di gran lunga superiore rispetto al numero degli ammalati”.
LE IENE: Non sappiamo quanto tempo gli anticorpi durino nei guariti e magari domani il loro plasma non sarà più iper immune…
DI DONNO: “Il problema è che noi dobbiamo essere prontissimi se dovesse arrivare una seconda ondata. Io penso che se continuiamo con questa modalità di azione la Lombarda e il Veneto saranno pronti”.
LE IENE: Le altre regioni?
DI DONNO: “Non lo so”.
Perchè Zaia in Veneto è partito con la raccolta del plasma due settimane fa.
“Se a settembre o tra una settimana o un mese – spiega il Governatore del Veneto – verrà decretato che il plasma funziona… tutti si gireranno verso le emoteche e diranno: “Il sangue dov’è?”. Quindi noi andiamo avanti e nel frattempo faccio magazzino…”.
Anche la Lombardia lancia la banca del plasma per 500.000 persone anche se, per ora, segnalano, ci sono ancora dei problemi.
LE IENE: Non fare immediatamente una banca del plasma alla luce dei vostri risultati può essere un errore?
DI DONNO: “E’ un errore. Se non avremo a disposizione una banca del plasma saremo in grande difficoltà”.
LE IENE: Chi deve fare questo?
DI DONNO: “Bisogna spingere gli immunotrasfusionali ad organizzarsi. E’ un percorso che andrebbe guidato”.
LE IENE: Chi dovrebbe sentire la necessità?
DI DONNO: “Secondo me i Presidenti di regione dovrebbero andare in questa direzione, in comune accordo col Ministero”.
LE IENE: E’ il Ministero che deve dare il la…
DI DONNO: “Abbiamo sempre un Ministero della Sanità…”.
Abbiamo sempre un Ministro della Sanità? Le Iene hanno così provato a mettersi in contatto con Speranza per avere qualche risposta. A rispondere al cellulare è però comparso… il portavoce, annunciando che ci avrebbe provato ma anche avvisando che sarebbe stato molto complicato… nutrire la speranza di una risposta da Speranza!
E così è stato.