𝐂𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐚𝐦𝐩𝐢𝐨 𝐦𝐮𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐫 𝐬𝐜𝐢𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐨𝐭𝐭𝐢𝐧𝐨, 𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 – 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐚 𝐑𝐢𝐦𝐢𝐧𝐢 – 𝐢𝐥 𝟐𝟕 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐥’𝐨𝐫𝐞𝐟𝐢𝐜𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐒𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐫𝐨𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐭𝐞𝐧𝐢𝐧𝐞 𝐞 𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐝’𝐨𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝟏𝟓.𝟎𝟎𝟎 𝐞𝐮𝐫𝐨. 𝐈 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐛𝐢𝐧𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐍𝐨𝐫𝐦, 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐭𝐫𝐚𝐜𝐜𝐞 𝐝𝐚 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨, 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐭𝐫𝐢𝐨 𝐚 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥𝐟𝐢𝐝𝐚𝐫𝐝𝐨, 𝐝𝐮𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐞 𝐮𝐧 𝐮𝐨𝐦𝐨 (𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝟒𝟖, 𝟐𝟖 𝐞 𝟑𝟑 𝐚𝐧𝐧𝐢) 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐚𝐯𝐞𝐫 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐨 𝐝𝐚 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐢𝐞𝐥𝐥𝐢. 𝐑𝐞𝐜𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐛𝐨𝐭𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐨𝐬𝐢𝐦𝐚𝐧𝐨, 𝐢 𝐭𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐫𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐚 𝐩𝐢𝐞𝐝𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐢𝐧 𝐟𝐮𝐫𝐭𝐨 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐚𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
Bei modi, gentile e bella presenza, peccato sia ladra! Non il remake di un vecchio film in bianco e nero di Vittorio DE SICA ma la stretta attualità di quanto andato in onda, il 27 giugno, ad Osimo sul set dell’oreficeria SISTI.
Un dato per tutti riguardante l’affascinante protagonista principale: 48 anni all’anagrafe… ma oltre la metà vissuti pericolosamente, rubando!
Questo il curriculum di una delle tre malviventi (due donne e un uomo di etnia rom) che lo scorso giugno si sono resi protagonisti del furto con destrezza di un rotolo di gioielli d’oro, presso l’oreficeria SISTI di piazza del Comune.
Lo stesso pedigree possono comunque vantarlo anche gli altri due componenti il terzetto in azione ad Osimo (lui 33 anni e lei 28), soci in affari malavitosi fin dal 2010.
Il trio, di base a Rimini, è stato fermato l’altra sera a Castelfidardo, all’uscita dell’oreficeria “Alessia gioielli” di Porta Marina, al termine di un tentativo andato fortunatamente a vuoto.
Ad aspettarli all’esterno, però, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile che da quasi un mese erano già sulle loro tracce, in attesa del prossimo tentativo in zona.
Per la piccola cooperativa del furto gli affari non erano poi particolarmente floridi visti i numerosi tentativi (oltre che ad Osimo e Castelfidardo anche a Fano, nel Riminese, nel Modenese e ultimamente anche in Toscana) al ritmo di un tentato furto ogni due o tre giorni!
Ad accreditarli come clienti possibili il fatto che tutti si presentassero con caratteristiche fisiche conosciute (carnagione bianca e abbigliamento occidentali), parlanti correttamente italiano, gentili ed anche certamente educati. Ma pur sempre attenti a nascondere la propria vera identità di “zingari dentro”.
Per rendere più credibile la messa in scena, infine, il terzetto amava muoversi con auto di super lusso, prese a noleggio (roba da 1.500 euro al mese), da parcheggiare possibilmente nelle immediate vicinanze dell’oreficeria finita nel mirino, così da rendere la presenza ancor più affidabile: bella macchina, bei vestiti, gentili, italiani e desiderosi di spendere. Il cliente modello per qualsiasi gioielliere.
Peccato che le vere intenzioni fossero altre e certo non si limitavano all’acquisto, reale, di qualche monile a basso costo. Per arrivare al dunque, i tre potevano tenere impegnato il negoziante a lungo, nell’attesa del momento propizio per allungare le mani e far sparire la merce, con consumata abilità tutta nomade, dentro ampi mutandone, indossate dalla 48enne alla bisogna!
Bastava un solo attimo di distrazione e zac… l’oro (in genere bracciali e catenine) scivolava da sotto la gonna, direttamente nel marsupio artificiale custodito tra le gambe della 48enne…
Come successo il 27 giugno ai danni dell’unica ed ingenua commessa dell’oreficeria SISTI, alleggerita dal trio di un intero rotolo, un plateau contenente monili per circa 15.000 euro di valore.
Proprio il furto denunciato ai Carabinieri da SISTI, ha permesso ai militari del Maresciallo Giuseppe ESPOSTO non solo di attivare indagini serrate, sulla scorta delle testimonianze raccolte e delle immagini assicurate dalle telecamere interne, ma anche di recuperare parte di quanto sottratto.
In seguito al riconoscimento effettuato a Castelfidardo, i Carabinieri sono riusciti a recuperare, nella disponibilità degli associati, bel 19 pezzi tra catenine e bracciali sottratti ad Osimo e non ancora piazzati al ricettatore di fiducia. Grosso modo circa la metà del bottino originale, dunque, potrà tornare in vetrina, da SISTI, già nei prossimi giorni, una volta esaurite le formalità di rito.
I tre, piuttosto, nonostante siano stati colti “al lavoro”, nonostante i chilometrici precedenti e nonostante il recupero di parte dei monili rubati ad Osimo, non sono finiti in carcere – dove meriterebbero di soggiornare – ma totalmente liberi, “solo” denunciati per furto aggravato e ricettazione, non essendo stati sorpresi dai Carabinieri in flagranza.