𝐋𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀, 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐝 𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚 𝐚𝐯𝐮𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚. 𝐋𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐁 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐨𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐩𝐢𝐜𝐜𝐢𝐨𝐥𝐢 𝐚𝐥 𝐜𝐥𝐮𝐛 𝐩𝐚𝐫𝐫𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐌𝐚𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐞𝐬𝐚𝐫𝐨. 𝐈𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐂 𝐮𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚. 𝐂𝐨𝐦𝐞? 𝐆𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨
A Pesaro, quartiere parrocchiale dedicato alla Madonna di Loreto, stanno festeggiando, sotto banco, da ormai 4 giorni. Da stasera potranno farlo anche ufficialmente visto che la Robur, neo approdata nel campionato cadetto, ha da tempo detto si all’accordo: pochi spiccioli nelle casse roburine + il ritorno, garantito dalla Federazione, nella serie di provenienza. Anzi nella nuova serie C unificata che vedrà la luce quest’anno in luogo delle suddivisioni gold e silver da dove, non a caso, proviene il club pesarese.
L’attesa di un miracolo, sperato dalla piazza fin quasi la settimana scorsa, ovvero dell’interesse di qualche impresa cittadina in grado di raccogliere il testimone societario di un club senza debiti e con un titolo di tutto rispetto, si è confermata vana. Pura utopia allo stato pure.
Al pari di chi, come l’Amministrazione comunale, avrebbe dovuto farsi carico di mediare soluzioni, restando beffardamente alla finestra come se 70 anni di pallacanestro, quasi tutti ad alto livello, rappresentassero per la città e per gli osimani, praticamente nulla.
Neanche il tentativo di iniziare la campagna abbonamenti per la stagione di B, con un qualche risultato al botteghino, si è rivelata risoluta.
Nessuno ad Osimo ha mosso un dito. Tutti a guardare; e più d’uno persino a godere politicamente – si legge e si scrive Simone PUGNALONI, quello che si vanta di tifare Robur solo nei necrologi – del passo indietro quasi obbligato.
Si riparte da dove, un mese fa, in quel di Perugia, si era terminato. Con condizioni tecniche ed economiche tutte da verificare.