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𝗟𝗮 𝗣𝗿𝗼𝗰𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗔𝗻𝗰𝗼𝗻𝗮 𝗵𝗮 𝗮𝗺𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹’𝗲𝘅 𝗯𝗿𝗼𝗸𝗲𝗿 𝗱𝗶 𝗣𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗮𝗹 𝗿𝗶𝘁𝗼 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗼𝗻𝗴𝗲𝗹𝗮 𝗶𝗹 𝗱𝗶𝗯𝗮𝘁𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘀𝗼𝗹𝗲 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝘂𝗮𝗹𝗶, 𝘂𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮𝗻𝗻𝗮 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗣𝗿𝗼𝗰𝘂𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗗’𝗔𝗴𝗼𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼. 𝗡𝗼𝗻 𝗮𝗺𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗥𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲, 𝗶 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗲𝗴𝗴𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗿𝘂𝗳𝗳𝗮 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗻𝗼 𝟯𝟭. 𝗜𝗹 𝟲 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗳𝗲𝘀𝗮 𝗲𝗱 𝗶𝗻𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮. 𝗦𝗮𝗿𝗮̀ 𝗹’𝗼𝗰𝗰𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗮𝗿 𝗹𝘂𝗰𝗲 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝟱 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼?

di Sandro PANGRAZI

Negato il mini risarcimento (offerti 60.000 euro su un montepremi vicino ai 5 milioni) e sbarrato il tentativo di addivenire ad un patteggiamento della pena, per Prisca CARLETTI si sono aperte, ieri mattina in Tribunale, le porte del rito alternativo, cosiddetto abbreviato; prassi giudiziaria che comunque consente all’imputato un congruo sconto di un terzo della pena ma non la possibilità eventuale di ricorrere in appello.

Ciò nonostante il conto che il procuratore aggiunto Valentina D’AGOSTINO ha portato in Camera di consiglio appare decisamente pesante: chiesti per l’ex broker finanziaria di Passatempo 6 anni e di reclusione (con aggiunta di multa per 9.000 euro) a fronte di capi di imputazioni pesanti varianti dalla truffa aggravata, all’autoriciclaggio e fino all’abusivismo finanziario.

Ricordiamo come la promotrice dell’ex Banca Popolare di Ancona, va sottolineato, ha movimentato le operazioni milionarie per cui è oggi sotto accusa, quando già versava in regime di radiazione dall’albo dei Consulenti finanziari; incassando ciò nonostante la fiducia di una sessantina di famiglie dell’Osimano e dintorni; tra cui in particolari diversi amici e familiari stretti.

Prisca CARLETTI in una immagine da mental coach a fianco di Roberto RE

Stando al consolidato castello di accuse che parrebbe reggere in Tribunale, la CARLETTI avrebbe utilizzato il denaro dei suoi clienti, invece di investirlo secondo mandato, facendolo confluire su decine di propri conti correnti o su portafogli elettronici incentrati su piattaforme di network e marketing.

O anche fatto girare, mediante bonifici, su conti correnti di società a lei familiari, come gli iban delle società riconducibili al mental coach Roberto RE del quale la CANTORI, come seconda attività lavorativa, è stata a lungo fiduciaria per Marche-Umbria e Abruzzo maneggiando altro contante.

Don Domenico SGALLA resta il truffato più ingente con quasi 1.300.000 euro perduti!

Parte delle somme sottratte agli investitori osimani, nella fattispecie circa 360.000 euro, sarebbero così finiti nelle casse di almeno due società legate al coach (la HRD NET Srl e la HRD ITALIA Srl) il quale, come è noto, non solo ha già negato ogni coinvolgimento nel disegno attribuito in solitaria alla CARLETTI ma – dopo aver interrotto ogni rapporto con la “broker padrona delle menti” – ha anche messo alla porta la 49enne osimana, destituendola di ogni incarico.

Il legale di Roberto RE, peraltro (personaggio di un certo fascino e molto mistero… che ad oggi, dopo aver promesso rimborsi ai non clienti risultanti sulla carta titolari dei costosi corsi organizzati, parrebbe però non aver ancora rimborsato un solo centesimo a Don Domenico SGALLA e compagnia) ha inutilmente chiesto in aula di poter costituire l’allenatore delle menti quale parte civile nel processo in corso, venendo però significativamente estromesso dal giudice Alberto PALLUCCHINI dalla conta dei danneggiati.

Danneggiati che erano quindi 31, scesi a 30 con la non acquisizione di RE e ritornati 31 in seguito alla costituzione in extremis di un cliente scopertosi truffato soltanto nell’ultima ora.

Rito abbreviato e Camera di consiglio (con sconto di un terzo) per la 49enne passatempese

Detto che su Roberto RE la vicenda non sembra doversi ritenere ancora del tutto chiusa con la mancata ammissione al recupero dei danni (ammesso e non concesso che l’intero bottino o parte dei milioni spariti possano essere, ancora oggi, nella disponibilità della CARLETTI), veniamo alla pesante richiesta di condanna.

6 anni di carcere, se indubbiamente, al primo impatto, possono sembrare e in effetti sono tanti da dover scontare… a ben guardare possono anche rappresentare un successo per i legali dell’osimana, difesa da Dino LATINI e dalla collega Cristina ANGELONI.

Il prossimo 6 marzo, data entro la quale il processo potrebbe arrivare a sentenza, sarà la volta del duo difensivo a cui spetterà l’onere di giocarsi la carta per circoscrivere le responsabilità della broker: intendiamo dire indicare al giudice che fine hanno fatto i soldi, ovvero chiarire in via definitiva se Prisca CARLETTI è colpevole, senza attenuanti, dei fatti iscritti a suo carico o invece se la donna ha agito al limite della correttezza, magari cercando occasioni finanziarie più corpose, finendo però truffata a propria volta da pescecani, nonostante le decantate abilità, decisamente più esperti ed affamati della passatempese.

Evento altamente probabile, non foss’altro per la circostanza che a Prisca CARLETTI le Istituzioni hanno concesso tutto il tempo possibile, dicensi anni, per dichiararsi implicitamente colpevole, scappare all’estero e unirsi all’ingente maltolto… possibilità non utilizzata (nonostante i timori dei clienti) dalla bionda ex funzionaria.

La richiesta della Procura, attraverso il Procuratore aggiunto Valentina D’AGOSTINO, parla di 6 anni di reclusione. Parola ora alla difesa. A marzo sentenza

Ma esistono più i 4 milioni e mezzo di investimenti? C’è un luogo, un mercato, una speculazione fallita dove piangerli o resterà per sempre il mistero sulla sorte dei risparmi di tante famiglie, tra cui il già ricordato anziano parroco di Padiglione don Domenico (e altri sacerdoti), con 1.255.629 euro su tutti.

E’ quanto ci dirà la seconda e probabile udienza conclusiva fissata per giovedì 6 marzo.

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