𝗗𝗮𝗹 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗼 “𝗟𝗮 𝗥𝗲𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮” 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗺𝗮𝗿𝗮 𝘃𝗶𝗰𝗲𝗻𝗱𝗮 𝗱𝗶 𝗯𝘂𝗹𝗹𝗶𝘀𝗺𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶𝗻𝗲 𝟭𝟯𝗲𝗻𝗻𝗶, 𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗶𝗻𝘃𝗼𝗹𝗴𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘁𝗲𝗿𝘇𝗮 𝗮𝗺𝗶𝗰𝗵𝗲𝘁𝘁𝗮, 𝗰𝗼𝗲𝘁𝗮𝗻𝗲𝗮 𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗲 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶 𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗲, 𝘀𝘃𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝗱𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗜𝘀𝘁𝗿𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗶𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗮! 𝗔𝗹𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗴𝗼𝗴𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹. “𝗠𝗮 𝘁𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗲𝗿𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗿𝗰𝗲𝗿𝗲?” 𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝗴𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼, 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗰𝗲𝗿𝗶𝗮, 𝗱𝗮 𝘂𝗻𝗮 “𝗮𝗺𝗶𝗰𝗮” 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲. 𝗙𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗗𝗜 𝗣𝗥𝗘𝗦𝗔, 𝟯𝟬 𝗸𝗴. 𝗱𝗼𝗽𝗼, 𝗱𝗶 𝗮𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗳𝗶𝗱𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗲 𝘀𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗱 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼
𝑺𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒄𝒆𝒏𝒅𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒐𝒓 𝑮𝒊𝒐𝒗𝒂𝒏𝒏𝒊 𝑫𝑰 𝑷𝑹𝑬𝑺𝑨, 𝒗𝒊𝒕𝒕𝒊𝒎𝒂 𝒊𝒏𝒏𝒐𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒎𝒆𝒄𝒄𝒂𝒏𝒊𝒔𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒇𝒆𝒓𝒏𝒂𝒍𝒆 – 𝒔𝒄𝒂𝒕𝒆𝒏𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒂𝒍𝒍’𝒊𝒏𝒔𝒊𝒆𝒎𝒆 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒄𝒆𝒅𝒖𝒓𝒆 𝒔𝒄𝒐𝒍𝒂𝒔𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒍 𝒂𝒑𝒑𝒍𝒊𝒄𝒂𝒕𝒆 𝒆 𝒅𝒂 𝒖𝒏 𝒑𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊𝒄𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒓𝒆𝒗𝒆𝒅𝒆, 𝒊𝒏 𝒄𝒂𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒖𝒏𝒕𝒆 𝒗𝒊𝒕𝒕𝒊𝒎𝒆 𝒎𝒊𝒏𝒐𝒓𝒊 𝒆/𝒐 𝒇𝒆𝒎𝒎𝒊𝒏𝒊𝒍𝒊, 𝒍𝒂 𝒇𝒖𝒄𝒊𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒑𝒓𝒆𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊𝒗𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒊𝒏𝒅𝒂𝒈𝒂𝒕𝒐 𝒎𝒂𝒔𝒄𝒉𝒊𝒐 – 𝒑𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒐 “𝑳𝒂 𝒄𝒂𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂” 𝒂𝒑𝒑𝒂𝒓𝒔𝒂 𝒔𝒖𝒍 𝒒𝒖𝒐𝒕𝒊𝒅𝒊𝒂𝒏𝒐 “𝑳𝒂 𝑹𝒆𝒑𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒂” 𝒅𝒆𝒍 21 𝒈𝒆𝒏𝒏𝒂𝒊𝒐 2024, 𝒏𝒐𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒓𝒊𝒇𝒍𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒂 𝒇𝒊𝒓𝒎𝒂 𝑭𝒓𝒂𝒏𝒄𝒆𝒔𝒄𝒐 𝑴𝑬𝑹𝑳𝑶.
di Francesco MERLO
“Questa è la storia del prof Giovanni DI PRESA, un innocente per sei anni alla gogna, che potrebbe aiutarci a diffidare dei censori dei social media.
In Italia c’è stato il periodo degli esperti di Islam, poi dei rifiuti e dei termo-valorizzatori, dei Costituzionalisti, dei vaccini, del patriarcato e ora tutti sono esperti di “gogna digitale”.
Diciamo la verità, questa presunta gogna dei social media, ha intanto il pregio di non avere occhi e bocca e di non costringerti a portare “il berretto a sonagli”.
Più nascosto di un black bloc con il passamontagna, il leone da tastiera si realizza nello sfogatoio perché, da solo, è ridicolo e innocuo; e non esiste un social che possa guardarti con disprezzo e ogni volta fotografarti come “il mostro” mentre attraversi la piazza di Castelfidardo, il paese che per sei anni ha, appunto, messo alla gogna il prof DI PRESA e gli ha fatto perdere il sonno e 30 kg.
E il prof, che si era pure messo “a fissare i binari del treno”, si è salvato “dal gesto estremo” perché temeva, come Kafka nelle ultime parole del Processo, “che la vergogna gli dovesse sopravvivere”.
E invece, a lieto fine, la gogna di Giovanni DI PRESA, assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”.
L’insegnante, che oggi ha 64 anni, era stato accusato di violenza sessuale e maltrattamenti da due alunne, di 12 e 13 anni.
E poi, per contagio, altre ragazzine si erano messe ad inventare palpeggiamenti e schiaffi e, con più coralità dei follower, “tutta la classe” c’è scritto nella sentenza – si era “coalizzata” come “in un complotto”.
Dunque l’onore era perduto nella dolce e placida valle di Castelfidardo dove il prof era “inseguito dalla vergogna”, come nel paese colombiano della “Morte annunciata” di Garcia MARQUEZ.
E così, in pasticceria con la figlia, una vecchia conoscente rispose al suo saluto: “Ma tu non eri in carcere?”
“Mia figlia – ha raccontato al “Carlino” – si arrabbiò. Papà non farti dire queste cose”.
“Io non sono mai stato in carcere; e non ho capito perché abbiano aspettato due anni per sentire la mia versione dei fatti”.
Castelfidardo non è solo il paese dove lo Stato Pontificio perse l’ultima battaglia.
E’ la Patria della fisarmonica, lo strumento-mantice, il suono del vento dell’Adriatico, dai Balcani alla Romagna del Liscio, e poi dalla musica gitana al Tango argentino e alle malinconie popolari francesi.
Anche le evoluzioni della fisarmonica, gli organi e i sintetizzatori dei Doors e poi dei Pink Floyd erano targati “Farfisa” di Castelfidardo.
E si chiamava Paolo SOPRANI l’artigiano della fisarmonica al quale Castelfidardo oggi intitola tutto; anche la scuola Media che ha complottato e messo alla gogna il prof perché si era permesso di sequestrare lo smartphone a un’alunna.
Ribelle e vendicativa (e di origini campane, NdR.), la bimbetta ha fatto suonare il venticello della calunnia che (da Pesaro, poco distante, NdR.) “nelle orecchie della gente si introduce destramente… e le teste e i cervelli fa stordire e fa gonfiar…”.
Ecco cos’è la gogna. Altro che i social.