𝗗𝗼𝗽𝗼 𝗮𝘃𝗲𝗿 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗲𝗻𝗮 𝗮 𝟮𝟲 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗚𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗹𝗮 𝗚𝘂𝗲𝗿𝗶𝗻𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗮 𝗖𝗮𝗶𝗿𝗼 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝗼𝘁𝘁𝗲 (𝗦𝗮𝘃𝗼𝗻𝗮) 𝘀𝗶 𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝘇𝗼𝗻𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗦𝗼𝗿𝗮𝘆𝗮 𝗥𝗮𝗳𝗳𝗮𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗻𝗶𝗽𝗼𝘁𝗶𝗻𝗲. 𝗟’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗺𝗮𝗹𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗦𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗰𝗶 𝗵𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗮 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗺𝗲𝘁𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝗰𝘆
Per i vicini di pianerottolo è solo un’anziana signora, sempre gentile e molto affabile con tutti, ogni tanto assistita dall’arrivo di figlia e nipotini; per altri del palazzo-alveare lungo la Val Musone, dove vive ormai da diversi anni per restare più vicina alla figlia Soraya Raffaella GERI, si tratterebbe invece di una misteriosa signora, dai tratti riconoscibili ancor oggi di una passata fulgente bellezza, reclusa in casa in una sorta di arresto domiciliare.
In realtà pochi, anzi pochissimi, conoscono la realtà e di dividere l’aria, il tempo, lo spazio quotidianamente in comune con Gigliola GUERINONI, oggi 78 anni, più nota alla cronaca nera nazionale come la “Mantide di Cairo Montenotte”.
La donna, uscita di carcere nella primavera del 2013 dopo lunghi 26 anni di detenzione per l’omicidio dell’amante Cesare BRIN, avvenuto il 12 agosto 1987 a colpi di martello, si è stabilita belle Marche, esattamente in provincia di Ancona e più precisamente in un Comune della nostra vallata, nella speranza di essere dimenticata e chiudere serenamente la propria esistenza dedicandosi ai nipoti.
Già “suora laica” sul finire della carcerazione a Roma in regime di semi-libertà (stiratrice presso il convento delle Mantellate, Serve di Maria), Gigliola sarebbe riuscita a mettere il vuoto tra il suo passato e la donna nuova uscita di galera, se il fato non ci avesse, ancora una volta, messo lo zampino costringendo l’ex Mantide a ricorrere all’assistenza dei Servizi sociali per arginare le difficoltà esistenziali dei propri cari.
E’ proprio seguendo questa esile traccia che OSIMO OGGI è giunto dinanzi l’abitazione dell’anziana donna per cercare di capirne di più e regalare ai lettori la curiosità, un po’ noire, di una convivenza peraltro normalissima, come e meglio di mille altre.
Nel rispetto dovuto a prescindere a ciascuno, tanto più se questa persona ha interamente pagato una lunga pena senza la scorciatoia di sconti e/o altro, troviamo giusto non indicare il Comune di residenza o altri particolari utili a scoprirne l’identità, limitandoci ad indicare vagamente l’area geografica scelta dalla criminale di un tempo.
“La vedo spesso uscire di casa e trascinarsi un carrellino, specie al mattino, per andare a fare spesa nel vicino supermercato – racconta della Mantide la vicina di pianerottolo senza sospettare lontanamente la verità – Per tutti noi si tratta di una brava persona che, nonostante l’età avanzata ha saputo integrarsi con il quartiere e partecipare e vivere la quotidianità.
Non di rado la incontriamo anche in centro, in giro per vetrine o compere, sempre gentile e premurosa. Una volta – ricorda il nostro gancio – fui testimone di un piccolo inciampo, in strada, di una passante. Fu proprio la mia vicina a preoccuparsi di più di quanto successo, prodigandosi con la sconosciuta malcapitata offrendo la propria disponibilità anche nei giorni successivi.
Insomma fosse per Gigliola Maria (così si fa chiamare, NdR.) starebbe tutto il tempo a parlare o ascoltar parlare gli altri perché, in fondo, di lei nessuno sa nulla di preciso…”.
Altri vicini, invece, preferiscono restare sul vago, probabilmente intimoriti da tanta curiosità sul presente di una “vecchietta” con tratti di bellezza non ancora deturpati dal tempo, per quanto si possa essere interessanti e di bell’aspetto alla soglia degli 80 anni.
Ettore GERI e la figlia Soraya Raffaella avuta dalla relazione con l’amante Gigliola GUERINONI
Ci rendiamo conto che insistere e porre ulteriori interrogativi avrebbe, inevitabilmente, danneggiato la privacy di Gigliola GUERINONI, mettendo allo scoperto un passato troppo importante da comprendere per una platea, quella della Valmusone, che ha vissuto gli eventi, quasi 40 anni fa, solo dalle cronache giornalistiche e a stento ricorderebbe l’intreccio di sesso, soldi e sangue alla base dell’intrigo mortale.
Come gran parte del processo indiziario ruotò attorno ai ricordi della figlia Soraya (12enne all’epoca del delitto di un uomo che la ragazzina non sopportava accanto la madre), il destino ha riportato Gigliola GUERINONI a vivere nelle Marche, a pochi chilometri da un paese della provincia nord di Ancona, già scelto dalla figlia, di nascita ligure come la madre, come buen ritiro.
Una figlia e i suoi figli che, nel rendere la Mantide nonna, continuano però in qualche modo a preoccupare la nuova vita di Gigliola da donna libera a causa del ricorso, in più occasioni, all’intervento assistenziale pubblico sulla cui natura stendiamo un ulteriore velo di privacy.
Resta il ricordo di una ex 43enne – per quanti vorranno approfondire in Rete la ricca documentazione cartacea, di immagini e video che segnarono una prima epoca della tv del dolore sparato in diretta-tv – bionda, occhi azzurri, Regina di un popolo di ricchi amanti che utilizzava nell’intento, sempre riuscito, di spogliarli di ogni avere per conquistare i favori della Mantide.
Proprio su questo aspetto di Femmina-Regina, la GUERINONI puntò tutto in Tribunale cercando di fare passare la tesi – troppo avanzata per i tempi – che lei gli uomini li usava fintanto spendibili, per poi lasciarli andare una volta caduti economicamente in disgrazia. Perché ucciderne uno?