𝗘 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗴𝗵𝗶𝗽𝗽𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗶𝗱𝘂𝗰𝗶𝗮 (𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗮 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶) 𝗴𝗿𝗮𝘃𝗮 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗶𝗻𝗴𝗼𝗺𝗯𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗜𝗹 𝗻𝗼𝗱𝗼 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗰𝗼𝗹 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗣𝗶𝗿𝗮𝗻𝗶. 𝗜𝗻𝘀𝗼𝗺𝗺𝗮 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗱𝗮 𝘂𝗻 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗼𝘀𝗶 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗱𝗲𝗹𝗲 𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝘂𝗻 𝗱𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗴𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶?
“I miei collaboratori ricevono gli emolumenti previsti per l’attività amministrativa svolta a favore dell’Istituzione che rappresento pro tempore.
Anche il Capo di Gabinetto percepisce un compenso, di natura libero-professionale, per l’attività svolta in funzione degli impegni che rientrano nell’ambito della Presidenza del Consiglio Regionale.
Nulla di più.
Anzi, il suo emolumento è inferiore rispetto a quello del suo predecessore (Luca MARCONI, Senatore Udc, nostro mentore, stipendiato a 5.600 euro al mese per trenta mesi… a patto di restarsene buono-buono a casa, in quel di Recanati, ben distante dall’Assemblea regionale, NdR.), anche se le sue mansioni, in termini di funzioni e ore di lavoro, coprono l’intera settimana.
I miei collaboratori sono costantemente impegnati a fornire le risposte dovute in ogni contesto, luogo e nei confronti di qualsiasi soggetto della Regione Marche che le richieda, con dedizione, impegno, attitudine e azione.
Difendo quindi i miei collaboratori da ogni critica riguardante i loro emolumenti, che sono conformi alle norme vigenti e, per le posizioni apicali, inferiori rispetto a casi analoghi”.
Dino LATINI pagina Facebook
Caro Dino,
le sacre regole della briscola impongono, pena la perdita della “mano”, di rispondere alla carta giocata – immaginiamo a Denari – con un’altra carta, di segno superiore, dello stesso seme.
Oppure di giocarsi un “briscolino” con cui portare a casa punti che potrebbero essere importanti per giungere a quota 61.
Se OSIMO OGGI gioca il Tre di Denari c’è poco da fare, caro Dino, serve l’Asso (ma di Denari) o anche un briscolino qualsiasi da sacrificare; a patto di averne.
Rispondere al Tre di Denari con un Fante di Coppe quando comanda Bastoni, significa avere buone chance di perdere la mano… o almeno così a noi hanno insegnato da bambini.
Se invece di una partita al bar tra amici ci trovassimo invece a scuola, alle Elementari, la maestra Antonietta CANAPA, pur volendoti bene e intravedendo qualità non comuni, dovrebbe mettere in fondo al tema un brutto voto, essendo stato svolto correttamente; ma fuori contesto del titolo dettato alla lavagna.
Nessuno contesta a Monica BORDONI, Capo di Gabinetto post MARCONI, di guadagnare il giusto, anzi persino assai meno (un migliaio di euro abbondanti, NdR.) dello stipendio regalato al Senatore, nonchè coordinatore regionale del gruppo “talebano” Rinnovamento nello Spirito.
Fosse per noi, al contrario, proporremmo Monica BORDONI per il raddoppio dell’emolumento regionale mensile – da 4.500 a 9.000 euro, tanto direbbe Fabio MARCHETTI, mica sono soldi nostri – non fosse altro che la BORDONI, pur dandosi da fare mattina e sera per mantenere alto e lustro il buon nome di LATINI, non gode comunque di copertura sanitaria, né di ferie pagate e a Natale manco immagina la gioia di ricevere e depositare in banca una tredicesima mensilità e dintorni, oltre a nessun altro benefit materiale a rendere la vita del Capo Gabinetto meno grama… fatto salvi gli appena 4.500 euro, persino lordi, che da Presidente le assicuri, a fatica.
Il problema segnalato, oltretutto, non è dato neanche dalla somma con il compenso comunale da vice Sindaco (una autentica miseria misurabile in appena 2.656.50 euro al mese con cui molte famiglie osimane, assai meglio retribuite, farebbero fatica a sbarcare il lunario); addizione che porta ad un totale di 7.156.50 euro al mese che pochi ad Osimo accetterebbero se calibrato alle responsabilità e agli impicci che la BORDONI, in Regione e in Comune, è chiamata tutti i giorni a sbrogliare per il nostro bene di marchigiani e osimani.
Se il vil denaro, oltretutto 7.156.50 euro mensili obiettivamente poca cosa, non costituisce motivo di attrito o di presentabilità in pubblico di Monica BORDONI, quale vero problema osta al perdurare in Regione della ex “esperta” all’occupazione femminile e giovanile, nonché -all’epoca, si era nel 2020, remunerata con una paghetta da liceale di appena 3.625 euro mensili, pure questi privati di oneri e onori?
Il problema Dino, è solo e squisitamente politico. Può Dino LATINI, una volta in Consiglio comunale, riporre fiducia cieca nella assistente trasformata come Cenerentola, nel breve tragitto Ancona-Osimo, da assistente di LATINI ad assistita da LATINI?
Oltretutto dovendo la BORDONI a sua volta osservare piena fedeltà ad un diverso capo rispondente al nome di Francesco PIRANI?
Noi abbiamo i nostri ragionevoli dubbi (non ancora certezze) ma sufficienti a consigliare LATINI di dichiarare conclusa la bella e quasi ventennale avventura politica con l’anconetana di Osimo Stazione.
L’esatto contrario non verrebbe agevolmente compreso. Non da noi che, da zucconi arriviamo dopo e contiamo nulla, ma temiamo dagli osimani chiamati in cabina, di fronte alla scheda per le Regionali, a fare sintesi.
Dando il voto a LATINI se ne avvantaggia LATINI o il PIRANI di turno, magari attraverso la disponibilità della BORDONI o di chiunque altro possa essere in grado di sostituirla?
Noi questo interrogativo, se possibile, apprezzando LATINI fin dai tempi in cui Monica BORDONI non era ancora nata alla politica, vorremmo evitarlo al LATINI 2025 che verrà.