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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶, 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝟵: 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗵𝗮 𝗮𝗽𝗽𝗮𝗿𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗻𝗶𝘁𝗼 𝗮 𝗣𝗶𝗿𝗮𝗻𝗶 𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗶𝘀𝘁 𝗽𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗮𝘁𝘁𝗿𝗼 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗲 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝘀𝗶. 𝗡𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝘀𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗻𝗲𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁𝗮̀ 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲, 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶. 𝗟𝗮 𝘃𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝗲̀ 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗯𝗮𝗻𝗮𝗹𝗲: 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗲 𝗶𝗻 𝗱𝗶𝘀𝗰𝗲𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗲 𝗯𝗹𝗼𝗰𝗰𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗶𝗻 𝘀𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮

Che Dino LATINI, dall’alto di una affinata esperienza quarantennale, si accinga a vincere l’impari braccio di ferro strategico con PIRANI – versione 2024 tipo bambolotto Daruma sempre in piedi – parrebbe un evento, prossimo-futuro, non più in discussione.

La verifica la si può toccare con mano respirando una città non più preda del countdown verso il 4 dicembre (giunto peraltro al 9° giorno di crisi, evenienza lontana non più particolarmente temuta) ma ormai convinta che comunque vada, insegna PIOTTA – sarà un successo!

Il Sindaco mantiene il punto e abbandona la città in mano ad elezioni a giugno pro forma? Osimo guarderebbe al bicchiere mezzo pieno e festeggerebbe comunque, pur senza soddisfazione particolare, il risultato di essersi liberato anzitempo del Sindaco meno rimpianto della Storia democratica.

Da Dino LATINI l’assist a PIRANI per uscire dalla crisi. L’avvio vero della nuova Amministrazione non è mai stata così vicina

Il Sindaco, diversamente, incassa la fiducia a tempo che generosamente lunedì verrà gettata da LATINI nel mare della crisi, consentendo all’Amministrazione di non affogare e magari gettare le basi per una partenza pur tardiva?

Non ci sarebbe ugualmente troppo da festeggiare ma pur sempre sarebbe consentito al cuore di aprirsi alla speranza di voltare pagina e mettersi finalmente a lavorare per il dimenticato bene comune.

Comunque vada, rispetto ad oggi, sarà davvero un successo. Sia pur raggiunto da versanti opposti.

Dice PIRANI. “Non sono un politico, non sono quasi un osimano, non sono neanche particolarmente adatto per il compito per cui mi hanno voluto eleggere… se ora abbandono la barca e torno a Polverigi, alle mie molle e la sera, uscito dal lavoro, punto verso l’amata Senigallia… chi mi rimpiangerà?

La città verrebbe regalata a Michela GLORIO (o chi per lei) per i prossimi 10 anni? E chi se ne frega… anzi ben ci sta. Almeno ad Osimo torneranno tutti d’accordo e avranno a lungo tempo di dedicarsi allo sport preferito di lamentarsi”.

Ma PIRANI, pur da osimano mancato, guarda in queste ore anche all’altra possibilità: far valere il consenso, seppur una tantum, assicurato da LATINI e dai quattro per superare l’impasse della crisi, ritirare le dimissioni in tempo utile e ritrovarsi davanti tutto il tempo delle “vacanze di natale” (non a caso il periodo più buono dell’anno) per azzerare la situazione e dar vita alla vera Amministrazione, così come distribuita dal voto popolare.

Il 24 giugno solo l’annuncio di una vittoria ancora tutta da conquistare ma per la quale oggi esistono i presupposti

Troppa grazia Sant’Antonio? Da ottimisti a ragion veduta, non daremmo credito alla prima ipotesi “muoia PIRANI con tutti i Latiniani”. Suicidarsi proprio nel giorno il semaforo segna verde pieno e il futuro arride, solo da cogliere, è una pratica che non abbiamo ancora visto scegliere da nessuno, pur riconoscendo a PIRANI il voglino tremendo e mai domo di dimostrare a tutti “io sono PIRANI, mi spezzo ma non mi piego…”.

Anche perché, tra cento anni, sui libri di Storia cittadina, alla voce Sindaco 2024, comparirebbe il seguente riassunto: “Caso clinico da studiare. Per cinque mesi Sindaco di transizione nel ventennio di Centro-Sinistra. Si dimise in Consiglio comunale al termine della prima e unica volta in cui la sua maggioranza (Civica e di Centro-Destra) lo appoggiò senza remore votando ogni punto compatta”.

Dopo di che non sappiamo, non lo sanno probabilmente, neanche LATINI e PIRANI, cosa accadrà il 4 dicembre, all’indomani delle ritirate dimissioni.

Ad Osimo si spera di rivedere presto queste immagini, favorite dal Natale e da una maggiore consapevolezza sul da farsi

I bonus sarebbero drasticamente esauriti e anzi avanzerebbe a grandi passi il malus definitivo rappresentato dal voto sul Bilancio di Previsione 2025 con cui si va a casa, senza un voto qualificato, senza nemmeno la necessità di dover passare nuovamente dal Prefetto per annunciare nuove dimissioni.

Anche qui che fare? Schivare la caduta del 4 dicembre ma pur sempre cadere in pieno inverno? Che senso e che differenza potrebbe avere per un PIRANI spezzato senza rompersi?

I normali di mente convengono senza porsi altri dubbi: rinviare la sfiducia da un mese all’altro, tanto per allungare la crisi, è una operazione senza senso alcuno… al di al e al di sopra del calcolo politico di cosa sia meglio per Osimo, rivotare a giugno o votare a novembre con le Regionali.

Ecco perché consideriamo ben puntato l’euro sul tavolo verde di un PIRANI finalmente ragionevole, consapevole del dato numerico delle forze in campo e tutto sommato persuaso che Amministrare bene e discesa una città è molto meglio di non amministrare Osimo per aver imboccato, anziché la strada maestra, un viottolo in salita.

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