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𝗦𝗼𝗹𝗶𝘁𝗮 𝗰𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗥𝗼𝘀𝗮 𝗙𝗹𝗼𝗿𝗶𝗮𝗻 (𝟰𝟵 𝗮𝗻𝗻𝗶) 𝗲 𝗴𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗮𝗯𝗶𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗣𝗲𝘁𝗲𝗿 𝗧𝗮𝘂𝗺𝗮𝗻 (𝟮𝟵 𝗮𝗻𝗻𝗶), 𝗻𝗼𝗺𝗮𝗱𝗶 𝗱𝗶 𝗲𝘁𝗻𝗶𝗮 𝗦𝗶𝗻𝘁𝗶. 𝗜 𝗖𝗮𝗿𝗮𝗯𝗶𝗻𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗼𝘀𝗶𝗺𝗮𝗻𝗶, 𝗶𝗻 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗶 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗶 𝗱𝗶 𝗩𝗶𝗮𝗿𝗲𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗲 𝗣𝗿𝗮𝘁𝗼, 𝗿𝗶𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗲 𝘀𝗯𝗮𝗿𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 𝗮𝗯𝗶𝘁𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗮𝗹 𝗰𝗮𝗿𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗮𝗹 𝗳𝘂𝗿𝘁𝗼 𝗲/𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗲𝘁𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲

Arrestati di nuovo madre e figlio – stavolta presso il campo nomade di Viareggio – zingari di etnia Sinti; ritenuti entrambi autori del furto con destrezza messo a segno il 27 giugno scorso presso l’oreficeria SISTI.

Ad assicurare la coppia, 49 anni lei e 29 lui, alle solite celle a cui Rosa FLORIAN e Peter TAUMAN sono abituati da sempre, le indagini realizzate dai Carabinieri del Norm di Osimo; inchiesta peraltro convalidata dal Pm e avallata dal Gip del Tribunale di Ancona con sottoscrizione di ordinanza di custodia in carcere.

A condurre sulle tracce della famigliola dedita da sempre al malaffare (la madre venne ammanettata anche nel 2022 dai Carabinieri di Osimo per furti a danno di anziani e negozianti, idem il figliolo) il passo falso commesso, circa un mese dopo, a luglio, a Castelfidardo.

Non immaginando di avere i Carabinieri alle calcagna, i due (accompagnati da una terza complice, una 33enne al momento latitante in Veneto) tentarono il bis presso l’oreficeria ALESSIA, a Porta Marina.

Zingari SINTI in un campo nomade; foto di repertorio

Il terzetto venne però fermato e identificato prima ancora potesse metter piede dall’orefice, consentendo ai militari di confrontare i dati con quelli in possesso per il colpo ad Osimo.

Dati che ovviamente combaciavano al punto di poter denunciare il trio per furto aggravato e ricettazione.

Per gli uomini del Luogotenente Giuseppe ESPOSTO un blitz particolarmente fortunato dal momento che in auto – una lussuosa Mercedes GLA presa a noleggio per l’occasione – rinvennero ben 19 pezzi, tra catenine e bracciali, sottratti il mese prima da SISTI.

Roba da riciclare e convertire in monete sonante, rappresentando grosso modo la metà del colpo realizzato ad Osimo, per un valore di circa 15.000 euro.

In città, quel pomeriggio, i tre si presentarono col solito sistema collaudato: macchinone a noleggio parcheggiato nei pressi, tutti ben vestiti con abiti di marca, tanto di occhiali e cappello di firma.

Insomma tre “gran signoroni” a tutta apparenza – due donne e un uomo come a Castelfidardo – entrati da SISTI per acquistare un ciondolo d’oro.

Acquistato l’oggetto… ecco scattare la trappola consistente nello sfruttare un attimo di esitazione della commessa, richiamata al banco per mostrare un secondo regalo da acquistare.

Sfoderato il rotolo d’oro con le catenine e i bracciali richiesti, la povera negoziante, rimanendo distratta dalla pantomima, ha riposto il rotolo nella custodia velocemente per correre a dare il resto ai clienti… un lasso di tempo di qualche secondo sufficiente a Peter TAUMAN per allungare la mano oltre il bancone, afferrare il rotolo, passarlo alla mamma e da questa farlo sparire in un ampio e comodo mutandone, indossato per il colpo.

La seconda bifora di Palazzo BALLEANI-BALDESCHI che ospita l’oreficeria SISTI presa di mora dal raid zingaro del 27 giugno 2023

Tanto ingegno per nulla. Sia per le telecamere interne, capaci di dare un senso all’intera mossa, che a quelle esterne del Comune, utili ad inquadrare l’auto utilizzata per giungere in città.

Il resto lo hanno fatto il solito fiuto e il mestiere dei Carabinieri del Norm, bravi a stringere al collo di ladri matricolati, l’onere delle proprie responsabilità.

Per la cronaca, la mamma è stata rintracciata presso il campo nomade di Viareggio, mentre il figlio è stato prelevato dal campo di Prato.

Carabinieri in perquisizione in un campo nomadi; immagine di repertorio

Uno stratagemma, quello di dividere il nucleo familiare che aveva annusato “visite” annunciate, che è servito a troppo poco.

Ore contate anche per la terza Sinti, la 33enne, avvistata da tempo in Veneto.