𝗗𝗲𝗰𝗶𝗻𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗻𝗲𝗱𝗱𝗼𝘁𝗶 𝗰𝘂𝗿𝗶𝗼𝘀𝗶 𝗲𝗱 𝗶𝗻𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗰𝗵𝗲, 𝗮 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝟮𝟱 𝗮𝗻𝗻𝗶, 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗯𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶, 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗲 𝘀𝗲 𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗰𝗰𝗵𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗠𝗮 𝗰𝗶 𝗳𝘂 𝘂𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗿𝗲𝗶𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼, 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝗶𝗹 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝘃𝗮 𝗶𝗻 𝗿𝗶𝗴𝗮 𝗖𝗼𝗿𝗿𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗔𝗱𝗿𝗶𝗮𝘁𝗶𝗰𝗼, 𝗜𝗹 𝗥𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗶𝗻𝗼 𝗲 𝗜𝗹 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗲𝗿𝗼, 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮 𝗿𝘂𝗯𝗮 𝗶𝗻 𝗲𝗱𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮. 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗲, 𝗶𝗹 “𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀” 𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝘀𝗼 𝗱𝗮 𝗻𝗼𝗻𝗻𝗶 𝗲 𝗻𝗶𝗽𝗼𝘁𝗶… 𝗶𝗻 𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘃𝗼
Esattamente 25 anni fa, un venerdì mattina, faceva la sua comparsa in edicola OSIMO OGGI, sottolineato fin dal primo numero, “il piacere del venerdì”.
Un quarto di secolo che merita di essere narrato in quanto testimone di un autentico miracolo editoriale a cui pochi credevano e che anche al sottoscritto sembrava impossibile cogliere; almeno nelle dimensioni da record a cui OSIMO OGGI si ben abituato fin dalla uscita numero uno.
Cadenza quindicinale, venduto al prezzo di 2.000 lire (superiore al costo di allora di un quotidiano) OSIMO OGGI
La rivista, all’ora di sedici pagine e forzatamente in bianco e nero, piacque subito facendo innamorare gli osimani di tutte le età e con loro intere famiglie; dai genitori che lo acquistavano in edicola e lo portavano a casa, ai nonni e ai figli che, avidamente, sembra un peccato oggi ricordarlo, se lo contendevano per tutti i 15 giorni… in attesa del numero successivo!
1.200 le copie tirate, 1.000 esatte la vendita-record di quel numero e tre milioni e 200.000 lire l’incasso, al lordo delle spese tipografiche da Scarponi, della prima quindicina! Numeri di cui andare fieri, da raddoppiare per due, per tre e per quattro già nel breve volgere di pochi mesi… tanto da consentirmi di abbandonare, a 40 anni suonati, la vecchia moto Guzzi che mi ha assistito nella distribuzione dei primi mesi, per passare ad una più comoda e quasi lussuosa, per i tempi, Yaris Toyota!
Quale il segreto, che poi non esisteva, del successo di OSIMO OGGI? L’aver compreso e scommesso che realtà cittadine di 30.000 abitanti, quale non era ancora Osimo, avevano letteralmente “fame” di notizie… ma di notizie osimane!
I quotidiani locali da dove, pure, provenivo (nove anni di gavetta al Corriere Adriatico) non hanno mai avvertito, per mia fortuna, questa esigenza, ritenendo – sbagliando – data la estrema vicinanza, Osimo un tutt’uno di Ancona. Errore!
Osimo non ha mai avuto nulla a che fare col capoluogo, permettendosi per storia e cultura, di guardare al mare dall’alto in basso e considerare per secoli Ancona semplicemente il proprio porto! Altro che tutt’uno!
Nessun segreto, quindi; solo una delle molte valutazioni errate dei giornali, persino di quelli locali e attenti al territorio, che col tempo hanno condotto i quotidiani al loro declino. Un numero su tutti: OSIMO OGGI vendette, fin da subito, ben oltre il corrispettivo di vendita, registrato ad Osimo, dai tre quotidiani allora attivi: Corriere Adriatico, il Resto del Carlino e il Messaggero!
Ciò permise, entro un anno, di portare le pagine prima a 24 e quindi a 32, diventare parzialmente a colori e allargare l’interesse commerciale alla vicina Castelfidardo, espandendo la vendita anche a Montefano e ai limiti di Filottrano e farsi vedere fino alla Baraccola, alle porte di Ancona.
Su tutti ricordo un aneddoto, a qualcuno già noto, riguardante la prima volta a Castelfidardo, nel maggio ’99. Successe che avevo appena concluso il giro delle edicole fidardensi e ripreso la strada di ritorno in città quando, giunto verso San Sabino, trillò il cellulare.
Risposi con una mano alla guida e l’altra al telefonino e per poco non finii fuori strada! Al telefono era l’edicola-tabaccheria di Porta Marina (non ricordo più il nome) a cui aveva appena lasciato, due ore prima, 30 copie di assaggio.
“E’ incredibile quello che è successo – raccontavano dall’altra parte – ma la gente si è messa in fila per acquistare il giornale… servono altre 30 copie… meglio subito!”.
Anche qui cosa era successo visto che OSIMO OGGI dedicava a Castelfidardo tra il poco e il nulla? Scoprii subito che a mandare letteralmente fuori di testa i fidardensi (ma anche tanti osimani) era la banale ma curiosissima lettura del bollettino dei protesti, ovviamente in chiave locale!
La voglia di leggersi come protagonisti della notizia, quand’anche per cambiali risultate impagate!
Riavvolgendo l’album dei ricordi potrei continuare a lungo ma davvero mi rendo conto di risultare, visto il mondo dell’informazione totalmente mutato in un quarto di secolo, non credibile e forse un tantino pure antipatico.
Mi piace sottolineare un ultimo aspetto, quello di essere estremamente orgoglioso di aver realizzato da solo, con l’unico supporto di un grafico, una tipografia e un commercialista, un’impresa che avrebbe ben potuto dare lavoro ad una decina di persone (considerando anche l’ingente pubblicità ospitata che spesso arrivava naturalmente ad OSIMO OGGI).
L’esperienza di OSIMO OGGI durò, grosso modo, per circa otto anni e finì – per quanto mi riguarda – con grande dispiacere attorno al 2006 quando fisicamente non ressi più il ritmo disumano di portare avanti, sempre in solitario, l’esperienza dell’ultima rivista per adulti, DONNE & MOTORI, esistente ancor oggi in edicola, da Bolzano a Catania.
Anche questa, di DONNE & MOTORI, è la storia piacevole, di una rivista leader, per vendita, non a Osimo ma a livello nazionale, segno forse di aver sempre sopra avanzato i tempi giornalistici. Considerazione che oggi, a 65 anni suonatissimi, non può che riempirmi di orgoglio.
Tutto quanto narrato si è infatti materializzato inseguendo intuizioni, credendo in progetti, anticipando i tempi e assecondando le richieste, confessabili o meno, del pubblico pagante, prima osimano e quindi italiano.
Ciò senza dover ringraziare nessuno, questo il vero motivo di orgoglio.
Di un ultimo aneddoto mi sia concesso il vanto, quando in occasione di una uscita sotto Natale, non ricordo più l’anno, OSIMO OGGI tentò, col solito successo, una operazione mai tentata da nessuno al mondo! Abbinarsi obbligatoriamente, al prezzo di 5 euro di allora, rivista e una bottiglia di pregiato Verdicchio prodotto dalla Moncaro di Montecarotto!
Una operazione fatta a ricarico zero o anche rimettendoci un pò ma scelta ugualmente per il piacere di fare una cosa mai neanche pensata da alcuno e poi per festeggiare sul serio e non con auguri di parole (ovvero con vino di qualità stappato a Natale), insieme a tutta Osimo!
Ricordo ancora il camion scaricare sotto casa un mezzo tir di Verdicchio e il gran lavoro di facchinaggio per trasferirlo, bottiglia su bottiglia, in edicola. Andò tutto a ruba, come sempre, con migliaia di brindisi alla salute di OSIMO OGGI, il piacere del venerdì. Prosit.