𝐒𝐮𝐥 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐅𝐞𝐧𝐮𝐜𝐜𝐢 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧𝐚 𝐨𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭, 𝐡𝐚 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐞𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨, 𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐋𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐚 𝐬𝐞 𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐨𝐧𝐞𝐫𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐬𝐢𝐚𝐬𝐢 𝐬𝐩𝐢𝐞𝐠𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚. 𝐏𝐢𝐞𝐧𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐨 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐥𝐨 𝐂𝐞𝐜𝐜𝐨𝐧𝐢: “𝐑𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐠𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢”
Un ORLANDONI trasecolante, per l’improvviso interesse riservato ad una piccola società sportiva, non si è sottratto al fuoco di fila di domande, anche scomode, portate dalla stampa alla ricerca di verità non confessabili, peraltro non ancora del tutto emerse .
Raggiunto al telefono nella tarda serata di giovedì, il patron di maggioranza dell’Osimo Stazione (che con Danilo CECCONI condivide le quote della Srl Conero Dribbling, amministrata da Roberto GIROLOMINI) si è meravigliato di tanta pubblicità per l’improvviso esonero di Gianluca FENUCCI dalla conduzione tecnica.
“Non leggo i giornali e non conosco le polemiche di questi giorni – ha messo le mani avanti ORLANDONI – per cui non sarò certo io ad alimentare altre chiacchere. Faccio rilevare, però, che siamo di fronte ad un normale avvicendamento tecnico, ovvero quanto di più banale avviene da sempre nel mondo del calcio. Al riguardo abbiamo emanato un comunicato a cui rimando tutti, vale a dire il venir meno dell’indispensabile fiducia che deve intercorrere nei normali rapporti tra proprietà e addetti ai lavori”.
Una decisione, però, quella di esonerare FENUCCI e sostituirlo in panchina addirittura con l’Amministratore delegato, non certamente usuale e contestata dal Consiglio direttivo e dalla squadra.
“Vede, una società, come nel nostro caso, può anche avvalersi di un numero infinito di collaboratori che portano, ciascuno, come spiega chiaramente il termine, un parere, il proprio punto di vista, insomma un consiglio. Quando però la decisione da prendere comporta, come in questo caso, inevitabili ripercussioni economiche, pare ovvio sottolineare che a decidere sia chi mette mano, materialmente, al portafoglio. Da questo punto di vista posso assicurare che la società onorerà gli impegni contrattuali sottoscritti”.
ORLANDONI, nel dirsi padrone delle proprie, libere, decisioni, sorvola sul fatto, non di poco conto, che l’esonero di FENUCCI non comporta, in realtà, alcun aggravio di bilancio per la Srl, non essendo stata prevista alcuna sostituzione in panchina, affidata niente meno che al tuttofare GIROLOMINI, già a libro paga del club e soprattutto amministratore dei conti societari.
Insomma se è vero che il patron è padrone di come spendere i propri soldi… è anche vero che il Consiglio Direttivo dell’OSIMO STAZIONE, allontanatosi in massa dal diktat di ORLANDONI, non ha titolo a dirigere neanche quando non ci sono soldi in più da spendere.
Ragionamento che ha aperto le porte a possibili interferenze, extra calcio, addirittura di natura politica, sul quale ORLANDONI, pur non leggendo i giornali, si è fatto trovare più che pronto alla risposta.
“Assolutamente no – ha osservato il patron senza mostrare alcuna meraviglia per l’interrogativo posto – Ci mancherebbe altro. Non ho sentito o visto nessuno sul da farsi. Nulla ha influito sul provvedimento di allontanamento basato esclusivamente sui motivi già resi noti”.
Insomma a pensar male, questa volta, si sarebbe incorso solo nel rischio di commettere un grave peccato. Ne prendiamo atto. Insieme al netto “no assolutamente” propugnato da ORLANDONI; pur riservandoci di tornare a ragionare di “extra calcio” nell’immediato futuro prossimo, esaminando dai frutti prodotti gli effetti della decisione intrapresa.
Al riguardo, per par condicio, abbiamo raggiunto anche l’altro socio, Danilo CECCONI, per raccogliere quanto segue: “Conosco la vicenda solo per sentito dire, non occupandomi, da sempre, delle questioni societarie attraversate. Non ho un’idea mia, pertanto, sugli accadimenti che da qualche giorno, ad Osimo Stazione, caratterizzano il dopo FENUCCI. Posso solo osservare che a Stefano ORLANDONI ho sempre assicurato lealtà nell’affiancamento societario; correttezza a cui non intendo venir meno neanche in una occasione dibattuta come questa. Certo io, per l’esperienza calcistica maturata sul campo, da giocatore e dietro una scrivania, avrei condotto diversamente molte cose; ma questo è tutto un altro discorso…”.