𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗺𝗮𝗻𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗼𝗹𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶 𝗲̀ 𝘁𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗱𝗮 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝘂𝗿 𝗱𝗶 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲! 𝗕𝗿𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗴𝗼𝗹 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹 – 𝗙𝗮𝗰𝗲𝗯𝗼𝗼𝗸 – 𝗱𝗲𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗮𝗻𝗼 𝗮 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗶𝗻𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝘁𝗼, 𝗶𝗻𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝗶𝗻𝗲𝗮 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗶𝗿𝗲
Auspicata l’installazione di alcune telecamere e l’incremento del pattugliamento dedicato a Passatempo da parte delle forze dell’Ordine. Motivazione? Stroncare sul nascere la piaga dei… suonatori di campanelli! Firmato: liste civiche Osimo.
Stando all’anonimo civico, “postatore” sulla pagina social del Gabbiano tricolore, il triste fenomeno della crescente rabbia di quartiere sarebbe ben visibile e concentrato, in particolare, attorno la zona di via Nenni e immediati paraggi; un’area ormai fuori controllo, preda di bande di ragazzini armati di dito indice particolarmente turgido, capaci di affondare – a mò di fisarmonica – più di un campanello insieme, insistere magari nel drin anche due o tre volte ed infine scappare lontano, dileguandosi nel meandri incontrollati ed incontrollabili della tumultuosa Passatempo by night.
Roba da non uscir più di sera e sbarrare porte e finestre al primo calar del sole. Chi l’avrebbe mai immaginato, solo pochi anni fa, che la tranquilla Passatempo di sempre fosse destinata a sparire per sempre sotto i drin drin “mordi e fuggi” di decine di suonatori impazziti!
Tornando seri, invece, per il bene della politica, degli osimani, di Passatempo e soprattutto delle Liste civiche antonelliane (oltre che per amor di verità) consiglieremmo vivamente gli amministratori civici di togliere le chiavi del giochino all’anonimo, si fa per dire, redattore improvvisato di comunicati.
E visto che siamo in tema di consigli, spereremmo, magari, che quelli più grandicelli e con una esperienza politica già maturata (o si presume tale, leggi l’ex Sindaco Stefano SIMONCINI) evitino accuratamente, almeno, di confondersi con la loro approvazione di simili iniziative alla Niccolai.
Per fortuna fare politica è come realizzare festival. Ovvero non è obbligatorio. Si può sempre fare (meglio) altro.