𝗔 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗧𝗿𝗶𝗯𝘂𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼, 𝗰𝗼𝗻 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗘𝗹𝗲𝗻𝗮 𝗖𝗼𝗹𝗮, 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗹𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝘃 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗿𝗻𝗮, 𝗱𝗲𝗰𝗲𝗱𝘂𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝗮𝗯𝗲𝘁𝗲, 𝘂𝗻 𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗡𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗮𝘂𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗖𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗼 𝘀𝗵𝗼𝘄 𝟮𝟬𝟭𝟳 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗳𝗶𝗱𝗮𝗿𝗱𝗲𝗻𝘀𝗲 𝗩𝗶𝗻𝗶𝗰𝗶𝗼 𝗖𝗮𝗻𝘁𝗮𝗿𝗶𝗻𝗶, 𝗴𝗶𝗽 𝗮 𝗥𝗶𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗚𝗲𝘀𝘀𝗶𝗰𝗮 𝗡𝗼𝘁𝗮𝗿𝗼. 𝗖𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘁𝗼𝘀𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲, 𝟱𝟳 𝗮𝗻𝗻𝗶, 𝗮𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮’ – 𝗳𝗼𝗿𝘀𝗲 (𝗲 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗹𝗲 𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲) – 𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮 𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗿𝗲𝗱𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮, 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗗𝗲 𝗙𝗶𝗹𝗶𝗽𝗽𝗶 𝗲 𝗶 𝘁𝗿𝗲 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶
Il diritto alla rettifica della notizia, l’aveva rifiutato l’allora Gip di Rimini, il fidardense Vinicio CANTARINI, 57 anni, non interessato ad intervenire – sul caso di Gessica NOTARO, sfregiata in volto con l’acido – ad una puntata del Maurizio COSTANZO show 2017.
Il diritto all’appello, per modificare la condanna ad un anno di reclusione, ricevuta da COSTANZO lo scorso 3 dicembre dal Tribunale di Ancona, lo ha invece appena revocato il Padre eterno chiamando a se, col probabile ausilio del diabete, il possibile reo. Prima ancora, peraltro, di una probabile prescrizione del processo intentato per diffamazione aggravata dal mezzo della stampa, causa decadenza dei termini, fissati in sette anni e mezzo. Nel caso di specie, 20 ottobre 2024.
Se la morte, come è noto, estingue la pena rendendo vano l’interesse dello Stato all’esecuzione della stessa, non altrettanto potrebbe accadere in sede civile… visto che il Gip Vinicio CANTARINI, nativo del popolare quartiere fidardense di Sant’Agostino e con diverse amicizie e rapporti di parentela ad Osimo, una prima sentenza positiva l’aveva comunque portata a casa: COSTANZO condannato ad un anno (convertibile in ammenda di 40.000 euro in caso di mancato appello, comunque presentato) con tanto di persona diffamata, il ricordato gip CANTARINI, costituitosi regolarmente parte civile nel processo, dopo aver provveduto, all’epoca, a diffidare formalmente l’anchor man.
La questione di cosa fare resta comunque non del tutto pacifica, dettata, nel caso, da quanti soldi può investire la presunta parte lesa in avvocati (nel caso il legale Nazzareno CIUCCIOMEI di Castelfidardo) e da quanto rischierebbero di perdere gli eredi, in questo caso Maria DE FILIPPI e i tre figli di COSTANZO.
Stando agli ultimi verdetti di Cassazione (vedi sentenza numero 47894 del 2017) concordi nell’affermare che la morte dell’imputato determina “il venir meno delle eventuali statuizioni civilistiche in favore della parte danneggiata” (e quindi la possibilità degli eredi a farle eliminare, al pari dell’impossibilità della parte civile nel vederle riaffermate) resterebbe comunque aperta la porta, stretta ed impervia per i normali cittadini, assai meno per un giudice che chiama un collega al giudizio, di rifarsi civilmente sugli eredi del giornalista scomparso.
Il tutto potrebbe avvenire attraverso un giudizio autonomo della vicenda, rinnovata questa volta in sede civile attraverso una pretesa risarcitoria allargata agli eredi.
In pratica una specie di processo penale, non di merito ma di fatto, aperto molto più del primo a mille contestazioni, cavilli, eccezioni e quant’altro in pratica in agio ai migliori azzeccagarbugli su piazza.
Tutte pagine che auguriamo al dottor CANTARINI e alla reputazione postuma di Maurizio COSTANZO, di non dover scrivere.
E dire che sarebbe bastata una banale partecipazione-tv (e magari mettere da parte il principio di lesa maestà che accompagna da sempre la Casta della magistratura) per chiarire subito a Gessica NOTARO e all’Italia intera – con maggior e giustificato interesse – l’intera brutta vicenda.