Con la scusa di tutelare la salute, in realtà Pugnaloni intende costituire al Comune l’esclusiva degli spazi “eventualmente da concedere”. La reazione del libero mercato
L’annuncio di PUGNALONI del sostanziale monopolio pubblico degli spazi antenna
Come fare ottima figura, solleticando gli istinti più retrogradi della parte ambientalista e più oltranzista della popolazione? E al tempo stesso prefigurarsi una futura ingente pioggia di quattrini dalle case telefoniche?
Per la risposta ascoltare il video postato l’altro giorno dal Sindaco Pugnaloni. Ma attenzione all’antico detto: “Chi troppo vuole… nulla stringe!”.
Prendendo al balzo la palla delle nuove antenne 5G in procinto di essere sperimentate nelle Marche entro il 2020 ed ergendosi a salvatore della pubblica salute di tutti gli osimani, Pugnaloni probabilmente riuscirà a prendere due piccioni con una sola fava! Almeno all’inizio.
Studia e ristudia cosa ha escogitato l’Amministrazione per rimpinguare un bilancio con sempre minori trasferimenti statali, a fronte di spese maggiorate e cresciute di numero?
Semplice: sottrarre al libero mercato i ricchi contratti, profumatamente riconosciuti dalle case telefoniche ai privati e con la scusa della tutela della salute inventarsi una sorta di nuovo monopolio, accentrando al Comune la ghiotta esclusiva di collocare, in spazi pubblici, qualsiasi antenna!
Presente, passata o futura poco conta. 5G o cos’altro non importa. E addirittura, forse, se il piano sarà baciato dalla predetta fortuna iniziale, agendo retro attivamente sui contratti privati in corso d’essere tra i singoli osimani e le imprese telefoniche!
Il tutto garantito dalla rinnovata simpatia; con sottofondo di pubblico applauso e incondizionato consenso di parte della cittadinanza di prima… i negazionisti ad oltranza del futuro, contrari per principio all’evolversi della tecnologia.
Arrivare all’obiettivo pubblicizzato nero su bianco da Pugnaloni – tra due anni e comunque facendo cassa entro il comodo termine di mandato nel 2024 – vale a dire contemplare una moglie completamente ubriaca e conservare in cantina una botte ancora piena di quello buono – non sarà comunque cosa semplice. Ma un percorso ad ostacoli e dal finale denso di interrogativi. Come proveremo a spiegare.
Primo passaggio fondamentale? Inventarsi in nome della salute pubblica, da tutelare prima di qualsiasi comunicazione, un “piano antenne” generale (si spera non contempli almeno quelle sul tetto di casa, parabole, amatori cb e transistors vari) che certifichi la completa e assoluta assenza di qualsivoglia rischio sanitario. Costasse anche il minacciato ritorno al ripristino del vecchio e stanco piccione viaggiatore!
A ratificare l’assenza di rischi dovranno pensare, in tutto comodo (almeno due anni) e nell’ordine – non si sa bene in base a quale conoscenze scientifiche nostrane, di certo tipicamente marchigiane come i vincisgrassi e il ciauscolo, i migliori cervelli assoldabili da Arpam e Asur; Lavoro destinato ottimisticamente a diventare legge regionale, recepito tale e quale dalla futura Giunta regionale persino ancora da… eleggere a settembre.
Soddisfatto questi primi requisiti fondamentali, ma dando per scontato che il cammino, pur lungo anni, sarà alla fine coronato dalle auspicate clamorose scoperte del mondo accademico, in grado di certificare l’assenza di qualsiasi benchè minimo pericolo per la salute del genere umano osimano… si passa alla fase 2.
Servirà avocare per ordinanza del Comune (quella esibita e appena emessa e augurabilmente recepita dal nuovo Ente Regione da votare a settembre) la possibilità unica di trattare con le case telefoniche mobili.
Addirittura, come dice Pugnaloni sforzandosi di non arrossire in volto, provando ad interferire pure retro attivamente sui ricchi contratti dei privati! Anche se i documenti non fossero ancora giunti a scadenza o si trovassero in corso di automatico rinnovo!
Già qui in questa fase, facile prevedere, il progetto dovrebbe mostrare qualche defaillance con l’aumentare della critiche e un surplus di molto lavoro… perlomeno per avvocati e giudici.
E si perchè l’apice del progetto, dispiace svelare il segreto di Pulcinella, non era certo individuare la via osimana ad un 5G senza rischi… ne ergersi ad oltranza paladino della salute e dei voti raccattabili dalla platea dei contrari.
Obiettivo di Pugnaloni è quello, sbandierato, di creare le basi giuridiche, confortate dall’appoggio di parte della cittadinanza, per ergersi in posizione dominante contrattuale grazie al monopolio costruito riguardo le concessioni degli spazi utili alle antenne. Ovvero fare cassa sgomberando il campo dai temibili concorrenti privati.
Ecco spiegata, alla fine della giostra, la demagogica linea da inseguire, senza fretta, con i tempi tipici per una modifica al piano regolatore (questo l’esempio utilizzato da Pugnaloni), entro il termine del mandato: preparare il terreno per avviare ricche trattative al rialzo.
Ed qui, saremo tra il 2023 e il 2024 – con il mondo neanche immaginabili ai nostri occhi post virus – che i problemi per Pugnaloni si faranno seri, ogni giorno più grandi, su fronte diversi.
Primo fronte quello di cittadini stanchi di non poter usufruire, a differenza di altre realtà, dei comodi vantaggi messi a disposizione da una tecnologia ormai… vecchia, dato che i Paesi all’avanguardia, nel frattempo, staranno giù testando il 6G!
Come non bastasse anche i ricchi affari prefigurati da Pugnaloni per le casse comunali rischieranno di restare obiettivi non colti.
In primis perchè le imprese telefoniche non piazzano le antenne “a caso” ma piuttosto dove la posizione scelta consente una copertura ottimale; posizioni che inevitabilmente saranno in più disparati punti della città, con il tutto da verificare a chi apparterranno.
In secondo le case telefoniche gestiscono businnes a livello europeo (quando va male) e certo non si lasceranno trattare dai Sindaci alla Pugnaloni che pure troveranno sulla propria strada.
Per intenderci i gestori della telefonia hanno già pagato allo Stato italiano, ciascuno per la propria frequenza, la libertà giuridica, quella vera, di piazzare antenne. Essendo, oltrettutto, il settore delle comunicazioni strategico per la sicurezza del Paese. Altro che l’ordinanza sindacale pensata e sottoscritta da Pugnaloni!
Di più: quanta voglia avranno Tim, Vodafone, Windtre, ecc. di partecipare ad aste al rialzo potendosi permettere il lusso di aspettare?
Conclusione: scommettiamo che i mille divieti di oggi, tempo tre anni, si trasformeranno, come per magia, in altrettanti inviti a piazzare antenne… pur che sia?
Aspettare per credere!