Dal movimento 5 Stelle riceviamo:
Grazie al movimento 5 Stelle che il 6 marzo 2017 ha richiesto la convocazione della commissione consiliare “Scuola, cultura, sport e tempo libero” siamo finalmente riusciti a portare un pò di trasparenza sui rapporti tra l’Amministrazione comunale e i tre istituti scolastici comprensivi osimani, attraverso l’audizione dei tre dirigenti scolastici Mangani, Monticelli-Cuggiò e Radicioni.
All’incontro convocato dal Presidente Carlo Catena, erano presenti anche il Sindaco e ovviamente l’Assessore alla Scuola Annalisa Pagliarecci.
I tre dirigenti si sono presentati compatti in commissione con la Lidia Mangani della “Fratelli Trillini” a fare da portavoce anche per gli altri due, esponendo problemi “cronici” verso l’Amministrazione comunale.
Secondo i tre dirigenti (non smentiti nè dal Sindaco, nè dall’Assessore) è dal lontano 1998, (quindi dalle Amministrazioni Niccoli, Latini I e II, Simoncini e Pugnaloni) che il Comune di Osimo opera in maniera difforme alla legge.
Le cifre sono importanti. Per la Fratelli Trillini, ad esempio, nel 2015 le spese di funzionamento e telefoniche effettivamente sostenute sono state pari a circa 22.000 euro. Questo a fronte di un contributo comunale complessivo di appena 11.000 (quando il Testo unico sulla scuola 297/1994 afferma chiaramente che le spese telefoniche e le spese di funzionamento sono a carico del Comune per intero).
Le scuole hanno così chiesto all’Amministrazione di rimediare nel seguente modo:
a) rimborso delle spese telefoniche (almeno per l’anno scolastico 2015/2016);
b) intestazione al Comune di tutte le utenze telefoniche a partire dal 1° gennaio 2017;
c) sottoscrizione di una convenzione col Comune, in cui stilare e decidere il contributo, sulla base di un rendicontazione delle spese di funzionamento effettivamente sostenute.
Se a questo si aggiunge che i residui attivi (cioè i crediti delle scuole verso lo Stato non saldati dal Ministero a causa dei tagli lineari) si sono accumulati nel corso degli anni fino ad arrivare a circa 200.000 euro per ciascuno dei tre istituti, ci si domanda: ma come hanno fatto le scuole osimane ad andare avanti per tutto questo tempo?
La risposta la conoscono bene in città e nelle famiglie. Si è andati avanti grazie al contributo di tasca propria dei genitori.
Senza il senso di responsabilità di tanti genitori e nonni “costretti” a corrispondere un contributo “volontario” di fatto obbligatorio, la scuola osimana da sola non ce la farebbe.
Questo la dice lunga sullo stato dell’istruzione nel nostro Paese e sulla considerazione che ha il Governo – e a ricaduta i Comuni – nei confronti del sistema scolastico pubblico e quindi dei giovani!
Infine sulla famosa somma dei 15.000 euro alla “Caio Giulio Cesare” sembra che sia pace fatta tra i tre Istituti. E’ stato appurato che si è trattato di un contributo discrezionale all’offerta formativa da parte del Comune; dunque, contrariamente a quanto diffuso dall’Amministrazione comunale, non era affatto una somma che il Comune doveva restituire alla Giulio Cesare.
Il Sindaco e l’Assessore hanno dovuto smentirsi e ammettere che si era trattato di una scelta discrezionale della Giunta. Per questo Pugnaloni e Pagliarecci hanno promesso che nel 2017 e nel 2018 un analogo contributo sarà destinato anche alla Fratelli Trillini e alla Bruno da Osimo, mentre per le spese di funzionamento e telefoniche proveranno ad andare incontro alle richieste dei tre istituti, così come formulate.
Noi ci sentiamo di rassicurare Sindaco e Assessore – si dicono certi i 5 Stelle – facendo loro presente che, coi soldi della vendita di Astea Energia, ce la faranno sicuramente.
Quindi, come dice il proverbio: tutto è bene quel che finisce bene…
Per quanto non possiamo non rilevare la solita bugia dell’Amministrazione Pugnaloni: tanta confusione e poca trasparenza, col maldestro tentativo di fare sempre “come gliè pare” e di darla a bere ai cittadini.
Ed è triste dato di fatto che se il movimento non avesse vigilato sulla vicenda, facendo convocare i tre dirigenti in Commissione, probabilmente la storia non avrebbe avuto il lieto fine che invece abbiamo raccontato”.