Attaccato su Fb da Mentana, l’aspirante Governatore è riuscito a farsi male da solo. Tradito il motto almirantiano “Non restaurare, non rinnegare”. Il menù fascista di Acquasanta Terme definito “ridicolo” e attribuito all’operato di “residuati fuori del tempo”. Sconcerto nella base di Centro-Destra
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Era inevitabile che accadesse. Ed è puntualmente accaduto; mediaticamente persino sin troppo in anticipo rispetto alla data del voto fissata per il 20 settembre.
Parliamo della melodrammatica partecipazione, del non ancora candidato a Governatore delle Marche Francesco ACQUAROLI, all’ormai famosa cena commemorativa del 97° della Marcia su Roma; evento festeggiato il 28 ottobre 2019, un lunedì, dalla Federazione ascolana di Fratelli d’Italia in un ristorante di Acquasanta Terme, alla presenza di iscritti a Fratelli d’Italia – anziani nostagici e giovani simpatizzanti – nonchè del neo Sindaco di Ascoli Piceno Marco FIORAVANTI e del già ricordato Onorevole Francesco ACQUAROLI, unico parlamentare marchigiano in forza alla Destra.
Detto per inciso che dispiace che a risollevare il caso – in mancanza di un Partito Democratico politicamente vincolato al “troppo corretto” per ricorrere a simili mezzucci – il Centro-Sinistra sia stato costretto, di fatto, a far leva sulle amene considerazioni personali affidate a Facebook del collega Enrico MENTANA… ciò detto e ciò risottolineato tocca anche a noi prendere le distanze dall’odiosa ipocrisia di cui, per l’ennesima volta, l’On. ACQUAROLI si è ammantato.
Ci schifano, da sempre, i personaggi che alla prima difficoltà sperano di uscirne fuori sputando letteralmente dentro il piatto in cui, tra una ricusazione e l’altra, mangiano in beata solitudine e tranquillità per tutto l’anno.
Una posizione da cerchiobottisti, oltretutto, che storicamente non ha mai pagato in politica e men che mai nel mondo della Destra… ambiente che l’On. ACQUAROLI, a questo punto in modo del tutto improprio, vorrebbe continuare a rappresentare.
Scappando dalla realtà e prendendo pubblicamente le distanze dal partito stesso e soprattutto dal pensiero degli elettori che invece, senza vergogna alcuna, l’Onorevole ACQUAROLI dovrebbe orgogliosamente rappresentare… assistiamo al fatto curioso, senza precedenti, di colui che pretenderebbe di essere eletto ma fonda la campagna elettorale… sulla pubblica pernacchia, chissà perchè o suggerito da chi, della base del proprio elettorato!
Le parole scelte da ACQUAROLI per giustificare a MENTANA il proprio operato, oltre a condannare se stesso, provocano autentico disgusto per il personaggio e per la politica.
Perchè, anzichè scusarsi pubblicamente col Direttore de La Sette, l’Onorevole ACQUAROLI non trova il coraggio, ad esempio, di organizzare una nuova cena ad Acquasanta e di cantrala chiara in faccia, ai propri invitati, ciò che pensa veramente del defunto Ventennio fascista, nato giusto a seguito della ripudiata cena commemorativa?
Purtroppo ne abbiamo ancora da cantare ad un ACQUAROLI, restando in tema, in perfetto stile Badoglio… ovvero quanto di più insopportabile un elettore di Destra possa augurarsi tra i piedi.
Prima di proseguire, però, suggeriamo la lettura integrale della replica dello stesso ACQUAROLI fatta pervenire ieri sera alle povere vesti stracciate di MENTANA.
1.611 “mi piace”, 569 commenti e 45 commenti registrati in piena notte.
“Caro Direttore – replica il candidato Governatore – ho avuto modo di leggere un suo post che, mio malgrado, mi riguarda sulla cena di Acquasanta.
Sono stato invitato a una cena in quel Comune e come sempre ho fatto del mio meglio per essere presente. Ma dovendo conciliare questo evento con altri, sono passato quando la cena non era ancora iniziata; ho parlato velocemente di infrastrutture e ricostruzione e sono andato via.
Mentre la fatidica cena era in corso io mi trovavo, a oltre un’ora e mezza di distanza, ad un incontro nella Parrocchia di San Girio (Potenza Picena, cittadina natale di ACQUAROLI, NdR.) alla presenza di decine di fedeli e autorità religiose.
Non essendomi mai seduto, non ho visto il ridicolo menu che qualche residuato fuori dal tempo aveva deciso di mettere sul tavolo, ma una volta appresa la notizia ho immediatamente preso le distanze.
Gli argomenti da me trattati ad Acquasanta, in ogni occasione sia stato presente sul territorio, sono legati alla ricostruzione post sisma e ai numerosi interventi parlamentari in sostegno della mia regione.
Sfido chiunque a trovare un solo mio atto istituzionale, in 21 anni di attività politica da consigliere Comunale, Regionale, Sindaco e Parlamentare, in qualsiasi modo accostabile a fascismo o razzismo.
Chiunque oggi provasse a diffondere idee antisemite o contrarie al libero confronto democratico mi avrebbe come feroce avversario.
Sono nato nel 1974 e non ho alcuna nostalgia del passato. Milito in un partito che ha votato senza difficoltà la mozione di condanna di ogni regime totalitario, mozione sulla quale la Sinistra italiana ha invece espresso molti distinguo e imbarazzi.
Spero davvero che la campagna elettorale della regione Marche torni ad essere incentrata su temi e programmi per rilanciarla.
Nel salutarla, conoscendo la sua onestà intellettuale, sono certo saprà evitare il tentativo di strumentalizzarla da parte di chi vorrebbe incentrare la campagna elettorale su falsità diffamatorie”.
Assolutamente vomitevole. Oltre che palesemente falso come puro ragionamento.
L’Onorevole ACQUAROLI, infatti, nel disperato tentativo di autoescludersi a posteriori dall’evento, vorrebbe indurci a credere di non aver fatto caso che la riunione di partito a cui ha fuggevolmente partecipato – indetta curiosamente di lunedì sera, all’interno di un ristorante e in orario di cena – cadeva in maniera del tutto casuale in data 28 ottobre, un giorno come un altro solo per chi, nato nel 1974, non ha molto studiato a scuola.
Ergo dovremmo credere che – non avendo, ai tempi, il prof di turno detto nulla su Fascismo e dintorni all’ACQUAROLI studente anni ’90 – davvero proprio l’unico Parlamentare della Destra marchigiana non sabbia nulla di Destra, a cominciare dalle origini?
Se questo fosse il tentativo, diciamo subito che non abbocchiamo all’amo e restiamo, come tutti, di idee che fanno più onore alla intelligenza, auto vilipesa, dell’Onorevole ACQUAROLI.
Anche perchè, proseguendo sul ragionamento ignorante della data, davvero ci rifiutiamo di credere che la “colpa” di quella serata – posto e non concesso che il 28 ottobre non rappresenti un simbolo – debba davvero ricadere sul nostalgico… menù canaglia!
Dobbiamo fino a questo punto offendere le intelligenze di tutti?
Anche perchè, analizzandola a fondo, la cena proposta dall’hotel “Parco” era tutt’altro che disdicevole, anzi!
Carrello di antipasti a base di olive all’Ascolana, crostini ai funghi porcini, calzoni ripieni, burrata ancora ai funghi porcini e pachino, zuppa di lenticchie alla boscaiola.
Il tutto infarcito da un lodevole, checchè ne dica Mentana, “Dio, Patria e famiglia” prima di passare ad un corroborante timballo bianco ai marroni e che dire di una chitarra ai funghi… di nuovo porcini?
Sottolineato poi il 28 ottobre – 1922 e non 2019 – quale giorno “memorabile e indelebile” (forse un chiaro invito ad ACQUAROLI a studiare le radici della propria attuale fortuna politica) si è passati ai secondi piatti con tanto di agnello al forno e spalline di vitello al tartufo, con contorni di patate ed insalata.
Dolce, frutta, caffè e ammazza caffe hanno invece preceduto l’invito mussoliniano a camminare e costruire “e se necessario combattere e vincere” da cui, 97 anni anni dopo, ACQUAROLI – compresa l’antifona – prende coraggiosamente le distanze in perfetto stile Potere al Popolo!
Dice Mentana: “ACQUAROLI? Semplicemente impresentabile”. Noi siamo più parchi di parole: “Vergogna”.