Tra il leader delle Civiche e Alessandrini eccetera si erge arbitro l’Onorevole di famiglia Gian Marco Centinaio. Risultato inguardabile con anche la Bordoni, out in quanto “non gradita”. Attesa per l’ultima parola il 20 agosto
COREA DEL NORD 1966: Li Chan Myung; Lim Zoong Sun, Sin Yung Kyoo; Ha Jung Won, Oh Yoon Kyung, Im Seung Hwi; Han Bong Zin, Pak Doo Ik, Pak Seung Zin, Kim Bong Hwan e Yang Sung Kook.
Curiosamente, nello stesso anno, Monicelli ci regalava il mitico L’ARMATA BRANCALEONE DA NORCIA con Abacuc; Teofilatto, Pecoro; Teodora, Taccone, Mangoldo; Matelda, Guccione, Mastro Zito, Zenone e Filuccio.
Scegliete voi, secondo vostri gusti, l’undici ideale più calzante ai magnifici nove scelti dal commissario tecnico Edmondo FABBRI, pardon dal commissario leghista Riccardo MARCHETTI, per fronteggiare il cinquantennale potere rosso marchigiano.
Sandro ZAFFIRI; Alberto Maria ALESSANDRINI, Antonella ANDREOLI; Mirko BILO’, Chiara BIONDI, Lindita ELVEZI; Angela GALASSI (più nota come Lady Ignota), Milco MARIANI e Stefania PALAZZESI.
Come Brancaleone non giunse mai ad impossessarsi del feudo pugliese di Aurocastro, dirottando invano i propri sforzi per liberare il Santo Sepolcro… e come gli Azzurri, battuti dal gol del dentista coreano, fecero mesto ritorno in Patria, accolti dai meritati pomodori degli italiani, così nefasti presagi si agitano già sulle sorti leghiste, nell’urna del 20 settembre.
Parliamo, ci par più che evidente, dell’ennesimo infortunio tecnico che – a tutti gli effetti – equipara la fallimentare gestione leghista del Senatore Paolo ARRIGONI (sostanzialmentre due anni e mezzo buttati per il movimento) col preannuncio di naufragio formalizzato ieri pomeriggio dal successore, Onorevole Riccardo MARCHETTI, in carica giusto da due mesi e mezzo.
E parliamo dell’ennesima paletta rossa alzata in faccia a Dino LATINI, dopo quella ancor fresca delle scorse Amministrative 2019, per il solo masochistico gusto di far del male a se stessi (e passi) e al proprio elettorato (intento questo gravissimo).
Non occorre essere aquile per notare che la squadra prescelta da MARCHETTI per la provincia di Ancona – ma in realtà vidimata da colleghi lumbard più in alto carico; un nome per tutti, quello dell’ex Ministro per le politiche Agricole Gian Marco CENTINAIO, di casa ad Osimo, anzi di famiglia – è l’unica dispari, nel mondo, ad essere composta da 5 femminucce e 4 maschietti.
Un particolare non di poco conto dal momento che la legge elettorale prevede, da quest’anno, la parità di genere uomo e donna. Chiaro che, in caso di numero dispari, non divisibile per due – come nel collegio della provincia di Ancona con 9 candidati – i partiti si orientino per un uomo in più, piuttosto che il contrario.
Posto in lista che, in effetti, la Lega pensava di assegnare a Dino LATINI… a propria insaputa, ovvero ragionando fitta fitta al proprio interno senza mai confrontarsi con la disponibilità del diretto interessato.
Interessato che, richiesto di commentare a caldo la vicenda – una volta appurata la decisione leghista di ribaltare tutto, per la seconda volta su due, puntando sul cavallo perdente Alberto Maria ALESSANDRINI – ha cortesemente chiesto tempo, preferendo evitare qualsiasi voce dal sen fuggita.
Non disponendo delle versioni dei diretti interessati, MARCHETTI e LATINI, ci affidiamo alle solite precise voci di corridoio, raramente così puntuali e affidabili come stavolta nel commentare gli accadimenti.
Senza tornare alle Guerre Puniche, diciamo che basta riavvolgere il film della storia all’inverno 2019 quando la MAGNALARDO e ALESSANDRINI abiurarono le liste Civiche inaugurando, di fatto, la corsa alle poltrone leghiste.
Ottima la decisione. Sbagliatissimi i tempi visto che il voto in programma era quello per il Sindaco, specialità dove i Civici osimani – vincenti o perdenti al foto finish – non fanno ostaggi da un quarto di secolo.
Finì come era ovvio che finisse, cioè con i ringraziamenti del Partito Democratico e l’illusione di Pugnaloni di essere Sindaco di Osimo.
Un anno dopo cambiano le elezioni, cambia il Commissario leghista ma non cambia il marchio di fabbrica di un partito che, non a caso, ha fatto proprio lo slogan Salviniano a duplice interpretazione “La Lega si serve”.
Come da tradizione, nonostante la dichiarazione di MARCHETTI, fatta proprio ad OSIMO OGGI, in cui dopo aver recitato il mea culpa per le scelte passate, si prometteva alla città le porte aperte agli uomini migliori… tutto è finito nel dimenticatoio nonostante mille e una possibilità. Non ultima l’avvio della campagna elettorale di Salvini, fatta proprio dal Filo d’Oro, con telefoni, mail, post, sms, whatsapp e quant’altro rinasti muti.
Cellulare che all’improvviso, negli ultimi giorni, questa volta parrebbe aver squillato in casa Latini.
Non disponiamo della trascrizione della conversazione ma c’è da pensare che la proposta di inquadrare LATINI nella Lega, alla voce simpatizzante non iscritto, possa essere stata fatta. Sia pur fatta filtrare non direttamente ma, con la prudenza del caso, attraverso amici degli amici.
Una disponibilità, in ogni caso, lasciata cadere dalla Lega molto dall’alto, come a dire, ebbbene si, ci servono i tuoi voti ma di Latini eletto faremmo molto volentieri a meno… insomma un modo di fare che sarà consono ai leghisti di ogni tempo… ma lontano dalla politica politicante.
Possiamo essere ancora più chiari. Questo il discorso immaginario, pensato e non detto: “Latini, sappiamo che anche stavolta la vittoria sarà legata a pochissime migliaia di voti di differenza… vinciamo e poi ragioniamo”.
Conoscendo da quasi 40 anni Dino Latini punteremo tutto su una risposta, tipo: “Se ragioniamo bene subito… più chances abbiamo di vincere”.
L’invito a ragioniare prima, però, pare non essere piaciuto troppo a Marchetti e company. Intanto perchè, in vista di elezioni, non è usanza farlo in Lega; e poi perchè a quell’Alberto Maria ALESSANDRINI – richiesto della testa in stile San Giovanni – non si poteva mozzare il capo da un giorno all’altro.
Sarebbe stato come voler dire: “Signori scusate, ma non c’abbiamo capito un c…”.
A risolvere la questione, scommettiamo grosso, avrà fortunatamente pensato, dalla sua Pavia da cui vede e prevede il futuro di Osimo e delle Marche, nientepopodimeno che l’Onorevole Gian Marco CENTINAIO barrando il nome LATINI e indicando al suo posto, a conferma che alla porta della Lega non c’era la fila e men che meno la qualità, tale Lady Ignota.
A conforto che in casa leghista le idee, se prese dal punto di vista del proprio interesse, non sono affatto confuse, gioca l’ulteriore circostanza targata BORDONI.
Candidatura di bandiera portata in extremis, neanche ragionata dall’establishment leghista che ha bocciato senza remore la discesa in campo della numero 2.
Ipotesi che non sarebbe dispiaciuta a molti, anche all’interno del partito, ma contraria al parere di chi conta. In vie brevi censurata Monica BORDONI come “persona non gradita”… anche a costo di rimpiazzarla con la già più volte ricordata Lady Ignota Angela GALASSI, da oggi meno misteriosa e già candidata di punta in provincia di Ancona.
Finale già visto in stile “Comiche” con molte capocciate al muro, prenotabili fin d’ora al 393.33.09.366, sezione “Io l’avevo detto” nella speranza che il muro del rim (pianto) possa reggere l’urto.
A liste ufficializzate (ieri è sceso SALVINI, a Macerata per l’occasione) ci sarò tempo per ripensarci, per la Lega e gli altri partiti, fino attorno al 20 agosto… ben 15 giorni e 15 notti, le ultime a disposizione della politica, per rifare tutto da capo, con più criterio.
Trema, poco ma trema, Mauro PELLEGRINI (Partito Democratico) che su quei 1.500 voti di Centro-Sinistra lasciati in libera uscita da LATINI c’ha messo la bocca da un pezzo; al punto di considerarli ormai “moralmente” suoi!