Privo di competenze tecniche, Osimo servizi da anni si limita alla ordinaria amministrazione. Pugnaloni garantisce fondi e interventi su misura per un luogo caratteristico da salvaguardare, angolo della memoria
Salviamo il maestoso Pino d’Aleppo che da oltre un secolo caratterizza la passeggiata di Piazza Nova. L’albero, caro agli osimani di ogni generazione, sembrerebbe se non abbandonato quantomeno trascurato da tempo, al punto che la folta ramificazione più bassa ha iniziato ad occupare la passeggiata, sin quasi a raggiungere la balconata!
Di giorno compagno di giochi di tanti ragazzini e all’imbrunire romantico testimone degli incontri amorosi di centinaia di coppiette osimane, il pino di Piazza Nova – esattamente quello oltrepassata la curva dopo il monumento ai Caduti – attende con pazienza che qualcuno ci rimetta le mani.
Uno degli ultimi ad avergli dedicato tempo e passione, l’ex giardiniere comunale Giuseppe LIMONI, nel settore persona competente e generosa, ricorda con emozione i ripetuti interventi eseguiti.
“Senza volermi intromettere in decisioni che non mi competono più, non posso non notare, da osimano attento alla salvaguardia delle belle cose che la città dovrebbe perpetuare alle nuove generazioni – spiega LIMONI – che il pino necessita effettivamente di una manutenzione straordinaria. Non credo che l’albero soffra ancora per l’attuale situazione ma certo è tempo di intervenire, anche per ripristinare il luogo al tradizionale passeggio, di fatto interrotto.
Ripeto, senza la pretesa di voler suggerire nulla a chi è preposto al servizio (di competenza alla Osimo Servizi, NdR.), ritengo che un intervento a breve debba essere programmato. Con i mezzi oggi a disposizione rimettere il pino in sicurezza, per le persone e l’albero stesso, non è difficile”.
In effetti ricordiamo, nei decenni passati, come il pino fosse puntualmente aiutato e sostenuto, proprio per evitare di giungere alla attuale situazione.
Soffermandosi sotto la fitta chioma, anche lo sguardo dei non addetti ai lavori poteva notare numerosi tiranti di acciaio, uno per ogni diramazione importante, ancorati al tronco; tiranti rinnovati di anno in anno proprio per monitorare e tenere la crescita del pino sotto controllo.
Inoltre, a terra, diverse palizzate – almeno due o tre – fungevano da ulteriore sostegno lasciando lo scorcio di Piazza Nuova in sicurezza e nel pieno della sua bellezza.
“Dopo il 2005 – racconta LIMONI – non avendo avuto più competenze particolari, ho comunque seguito, da cittadino, l’evolversi della situazione, spronando la città a prendersi carico di mantenere e tramandare intatto uno dei fiori all’occhiello della bellezza di questa città. Come Italia Nostra ricordo diversi interventi. Ad esempio non sarebbe male, a recupero portato a termine, riqualificare l’angolo di Piazza Nova sistemando sul tronco una targa che ricordi ad osimani e turisti “chi è” e cosa rappresenta quel pino, già adulto nel 1922, un secolo fa, ai tempi del Conte Acqua. Insomma gli osimani – conclude l’ex giardiniere – dovrebbero vivere con maggior orgoglio gli spazi di bellezza che caratterizzano da sempre la nostra città”.
Detto che in effetti lo stato attuale del pino, oltre che di ostacolo invece che di abbellimento della passeggiata, si presta a sempre possibili e deprecabili atti vandalici, oltre che al rischio di improvvise bombe di acqua e vento che ne minerebbero la stessa esistenza… resta il sospetto che Osimo Servizi, pur responsabile del verde cittadino, non abbia al proprio interno tutte le competenze necessarie per un intervento conservativo a regola d’arte.
A tranquillizzare tutti che il pino d’Aleppo, pur nella situazione di apparente abbandono attuale, non corre rischi particolari, è comunque il Sindaco Simone PUGNALONI.
“Il pino effettivamente necessita di interventi qualificati, per soddisfare i quali disponiamo in Bilancio delle piccole somme necessarie. Si tratta di far intervenire esperti botanici in grado di assicurare alle ramificazioni i trattamenti che necessitano; interventi che comunque, di anno in anno, assicuriamo già al pino in questione e al verde in generale. Mi sento di dire che il futuro di quell’angolo caratteristico della città, da cartolina, non è in discussione”.