E PUGNALONI PORTÒ IN PROCESSIONE IL CRISTO LIGNEO MIRACOLOSO
“HA PROTETTO OSIMO DAL VIRUS”, ANNULLATA L’USCITA DAL DUOMO!

E PUGNALONI PORTÒ IN PROCESSIONE IL CRISTO LIGNEO MIRACOLOSO “HA PROTETTO OSIMO DAL VIRUS”, ANNULLATA L’USCITA DAL DUOMO!

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L’ultima volta che l’opera venne portata all’adorazione degli Osimani fu nel 1946, per salutare la fine del conflitto mondiale. D’accordo parroco e frati (che avrebbero dovuto ospitare l’opera in Basilica) il progetto è saltato all’ultimo, a manifestazione già inserita nel calendario patronale. Imbarazzo generale di politici e mondo ecclesiale, operativo all’insaputa del Vescovo



L’interessante racconto sul “Cristo femmina” fatta a CECCHI PAONE dal compianto Roberto MOSCA


Niente processione epocale per il Crocefisso ligneo custodito in Duomo. Mentre a palazzo Comunale, ai piani alti, il fuggi-fuggi dalla paternità dell’idea è già iniziato.
E dopo lunga e attenta riflessione, infine, la soluzione… più attesa del solito: PUGNALONI e company si asterranno, more solito, dal commentare la vicenda.
La storiaccia da raccontare, stavolta, è più brutta del solito campionario di nefandezze istituzionali a cui, con sempre maggior naturalezza, gli osimani si stanno assuefando. Tanto che ci preme avvertire che, per temi trattati e l’estrema nonchalance adoperata nell’operazione “Crocefisso del Duomo” dalla macchina comunale, la vicenda non si presta alla lettura da parte di stomaci deboli.

Tutto nasce dal solito, innato, irrefrenabile desiderio pugnaloniano di stupire con effetti speciali. Complici i bollettini del Gores di luglio che a lungo hanno narrato per l’Italia un virus meno potente, in fase di regressione, forse addirittura colpito a morte dal solleone dell’estate; un virus di luglio talmente in ritirata che PUGNALONI si è automesso in testa di celebrare in pompa magna la sconfitta nientemeno del Covid!
Per intenderci, vista la mala parata per le campane a festa del 2017 in diretta tv, qualcosa di molto simile. Anzi di significato persino superiore alle vite spernacchiate dei poveri Domenico e Marina: celebrare nientemeno l’efficace protezione di nostro Signore che, attraverso il Cristo ligneo miracoloso, custodito da secoli in Duomo, aveva preservato la città dall’infezione… fino a debellarla!
Una motivazione da far invidia al mondo intero, più prosaicamente alle prese con un virus più che mai rutilante; un intero pianeta in paziente spasmodica attesa, in mancanza della grazia divina toccata ad Osimo per intercessione di PUGNALONI, dell’avvento di un parimenti salvifico vaccino!
Orbene, signori, questo te deum tutto osimano, programmato inizialmente per la serata di sabato 12 settembre ed infine rinviato di 24 ore al calar della sera di domenica 13 (vedi l’introvabile depliant delle manifestazioni Josephine, civili e religiose, messe in campo per il santo Patrono) non ci sarà.
Per la storia nostrana un simile evento è atteso sin dal 2 luglio 1946, ultima volta in cui il Crocefisso miracoloso (aprì gli occhi e mosse le labbra, in compagnia di un centinaio di Madonne marchigiane, ai tempi di Napoleone a Loreto) venne portato in processione per Osimo ad incassare la devozione popolare per la grazia della fine della II Guerra mondiale.
A far saltare il banco processionale, invece, i mille problemi pratici demandati da PUGNALONI ai custodi storici del Crocefisso ligneo, ovvero i neri sacconi della Confraternita della Pia unione del Cristo morto.
Incassato facilmente il si della comunità francescana (che avrebbe dovuto ospitare in basilica la devozione popolare e il simulacro ligneo per almeno due giorni) e ottenuto ancor più rapidamente l’assenso di don Dino CECCONI, parroco del Duomo, auto elevatosi a Vescovo nell’inconsapevolezza di Monsignor Angelo SPINA, il faraonico progetto che a fine agosto sembrava fattibile al punto di essere inserito e mandato alle stampe nel quadro dei festeggiamenti cittadini per San Giuseppe, si è arenato di fronte al primo ostacolo: chi avrebbe dovuto provvedere, ad esempio, nell’incassare il vincolante parere positivo della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Urbino? E chi, più banalmente, avrebbe dovuto garantire l’ordine pubblico, vale a dire il distanziamento sociale tra i fedeli o impedirne la partecipazione se il numero dei cittadini fosse risultato significativo?

L’effige in legno del Cristo miracoloso rimarrà in Duomo

Domande semplici. Si penserebbe l’Amministrazione comunale nel primo caso e la Polizia municipale nel secondo. Niente di tutto questo. Nella visione ideale partorita dalla mente pugnaloniana tutto questo sarebbe stato bene fosse partito dai “custodi” del simulacro, di nuovo la povera Confraternita della Pia unione del Cristo morto!
Inutile aggiungere che a queste condizioni (lo immaginate voi un povero mazziere rincorrere un gruppo di anziane troppo ravvicinate? O una battistangola “agitata” premurosamente sotto il mento per indurvi a indossare la mascherina?) il banco progettuale è saltato in pochi minuti… senza neanche premurarsi, figuraccia per figuraccia, di evitarsi pubblicità nociva cancellando l’evento dal manifesto ufficiale!
Questa la triste storia, sotto tutti i punti di vista, del povero Cristo osimano, già irriso dal suo anonimo creatore – epoca datata XI – XIII secolo – con quattro chiodi conficcati nella carne al posto dei tradizionali tre, già chiaccherato per via della curiosa sottanina rosa con merletti al posto del tradizionale mutandone, oltre che studiato per quei seni femminili (ultimo esperto a farlo il compianto Roberto MOSCA) che nonostante la barba fanno complessivamente dell’opera, guardata in certe ore della giornata, secondo la gradazione dei raggi di luce, più una “Crista” al femminile che un uomo vero e proprio.
Una storia che ha dell’incredibile, talmente sopra le righe al punto da non sembrar possibile possa essere veramente accaduta… in realtà raccontata fedelmente nei minimi particolari.
Una storia brutta in più che la città, destinata a durare e testimoniare molto più degli increduli e scettici osimani del 2020, non meritava.


DON DINO GIORNALISTA, APPREZZATO REGISTA TV E PARROCO
NON BRILLA PER INFORMAZIONI: "PROCESSIONE? NO COMMENT"
AD OSIMO IL TITOLO DI PRIMA CITTÀ PER DIFFUSIONE COVID
FASE 2, NESSUNO NELLE MARCHE MALE COME L'EX "BENE" PUGNALONI

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