Il giovane, anello di una lunga catena lombarda che ogni anno prende di mira gli anziani del territorio, proponeva a 299 euro apparecchi anti fumo del valore di 30. In fuga il socio che ha partecipato alle vendite. Processo il prossimo 28 gennaio
Ha un nome e cognome (ma non ancora un volto da mostrare in anticipo alle prossime vittime) il ragazzo che nei giorni scorsi, a Castelfidardo, ha piazzato a caro prezzo diversi apparecchi segnala fumo, denominati “Vocal gas”. Trattasi di un giovane bresciano di 24 anni, tale Mattia CORSO, bresciano come Antonio CHIARAMIDA, arrestato nel 2018 dagli agenti del Commissariato per la stessa vendita di materiale… sovrastimato dalle 10 alle 15 volte!
E’ proprio la città di Brescia, non a caso, a ritagliarsi un ruolo di primo piano nella vicenda: bresciana era la ditta VR SICUREZZE mandataria di CHIARAMIDA, bresciana è l’azienda TU GAS Srls che dal 2015 imperversa nel Nord Italia nella tentata vendita di tali costosissimi aggeggi e bresciana, probabilmente, è l’azienda che ha mosso Mattia CORSO e un complice (riuscito a dileguarsi in auto alla vista dei Carabinieri) alla volta della cittadina della Fisarmonica.
Sottolineiamo “probabilmente” in quanto i militari, accorsi a sirene battenti tra via Cadorna e via Cairoli (zona Sant’Agostino), non hanno rintracciato nella disponibilità di Mattia CORSO analogo volantino che, lasciato nella cassetta della posta con giorni di anticipo, in genere annuncia agli anziani presi di mira, l’arrivo di millantati tecnici, qualificati nel settore gas.
Trattasi nella realtà – ancorchè tesi non suffragate da condanne che prefigurerebbero l’aggravante dell’associazione – di aziende bresciane che nascono, operano e muoiono nel breve volgere di pochi anni, per poi essere sostituite da soggetti altri, operanti con le stesse tecniche e nell’identico settore gas.
Insomma, se mai un giudice non si accontenterà di giudicare l’ultima ruota dell’organizzazione ma vorrà prendersi la briga di sollevare il coperchio sul ben più lucroso affare dei rilevatori di gas – in genere cineserie dal valore commerciale dai 20 ai 30 euro, rivendute a 299 in contanti o dietro trasferimento bancomat – potrebbe scoprire una interessante unica macchinazione.
Un ben giro articolato che si dipana fin dalla ricerca, da parte dell’azienda bresciana di turno, di pony express da sguinzagliare sul territorio nazionale, preferibilmente da Roma in su. Pony express auto muniti, incentivati alla vendita proprio dall’interessante percentuale che il prezzo finale di 299 euro consente di pagare alla manovalanza.
E’ con questi presupposti che fin da metà settembre e a tutto novembre, ad Offagna, ad Ancona, Castelfidardo e Osimo, col coincindere della riaccenzione dei sistemi di riscaldamento, parte del territorio è stato e continua ad essere interessato da episodi simili, replicati tutti in carta carbone.
Eh si perchè per un Mattia CORSO che, stupidamente, rimane impigliato nella rete dei dubbi di coloro che all’ultimo minuto non intendono abboccare al falso affare, decine di altri “tecnici-venditori” battono i quartieri alla ricerca di anziani soli o lasciati indifesi dalla famiglia.
E’ il caso del ragazzo arrestato dai Carabinieri fidardensi con l’accusa di aver tentato di portare a termine una truffa aggravata e continuata: aggravata perchè posta in essere a danno di persone minorate nella difesa dai problemi tipici dell’avanzare dell’età e continuata per essere stata, al momento dell’arresto di Mattia CORSO, almeno il terzo episodio a danno degli anziani, spuntati come funghi una volta diffusa la voce della presenza in loco dei militari.
Carabinieri che in effetti hanno trovato il giovanotto lombardo in casa di una anziana coppia; spacciandosi per un tecnico incaricato dal Comune di verificare il buon e corretto funzionamento, secondo complicatissima leggi, delle caldaie… CORSO, una volta installatosi in casa, ha fatto sottoscrivere ai due un contratto di vendita, per poi collegare l’apparecchietto VOCAL GAS ad una presa di corrente, nei pressi della caldaia.
A quel punto, esaurito il lavoro, il ragazzo stava pretendendo “giustamente” il pagamento del prezzo pattuito (299 euro)… con gli anziani padroni di casa ad insistere di riprendersi la propria roba e semmai tornare più tardi per vedersela col ritorno a casa di familiari e figli!
Insomma una bella cagiara per un tipico imprevisto di un mestiere davvero al limite… un episodio per il quale non è detto che Mattia CORSO, arrestato convalidato con processo già fissato per il prossimo 28 gennaio 2022, rischi davvero la condanna con l’imputazione di truffa. L’apparecchio VOCAL GAS, ancorchè pagato troppe volte in più il proprio reale valore commerciale, ha comunque una propria efficacia ed utilità, proponendo un utilizzo conforme a quanto descritto. Insomma che trattasi effettivamente di una truffa dovrà ancora essere scritto; come è stato per l’apripista Antonio CHIARAMIDA accusato di sei episodi commessi ad Osimo e circondario (ovvero un bottino di 1.794 euro) e condannato in Tribunale, ad Ancona, al minimo della pena: sei mesi.