Al tirar delle somme l’elezione al quarto turno di Silvio BERLUSCONI (505 voti) lontana appena l’acquisizione di 38 “peones” su 107 iscritti al gruppo Misto. Lo stesso Giuliodori, quinto grande elettore osimano al voto, potrebbe essere intercettabile dalla politica del Cavaliere
Un voto ad Oscar Luigi SCALFARO, il 28 maggio 1992 (ultimo Presidente democristiano della Storia), da parte dell’allora Senatore Paolo POLENTA; e altri due voti al successore, l’indipendente Carlo Azeglio CIAMPI, il 18 maggio 1999, indirizzati al neo inquilino del Colle dallo stesso Paolo POLENTA e da Luigi GIACCO, entrambi Onorevoli per il Centro-Sinistra.
In 74 anni di elezioni quirinalizie (che da Enrico DE NICOLA a Sergio MATTARELLA hanno visto la proclamazione di 12 garanti della Costutuzione) la città ha dunque partecipato in maniera marginale, per non dire ininfluente, al lento svolgersi della Storia patria.
Del resto, essendo l’elezione del Capo dello Stato, da sempre riservata ai grandi elettori, eletti e inviati a Roma in nostra rappresentanza con meccanismi lontani dalla comprensione popolare, per almeno mezzo secolo e fino all’introduzione negli anni ’90 proprio della Legge elettorale maggioritaria a firma MATTARELLA (1994), per gli Italiani di periferia mandare qualcuno a Roma è sempre risultato – a seconda dei casi – un miracolo, una anomalia, una incomprensibile eccezione felice.
Ecco perchè, alla vigilia dell’avvento del 13° Uomo, è giusto sottottolineare ciò che a giorni balzerà agli occhi anche di chi non segue la politica abitualmente; un dato, una specifica mai vista prima, quasi una autentica congiunzione astrale destinatata ad entrare nella Storia della città per ripetersi chissà mai più quando!
Ebbene, ascoltate: dei 1.009 grandi elettori, chiamati ad eleggere il sostituto o la riconferma di MATTARELLA (esattamente 630 Deputati, 321 Senatori e 58 delegati regionali) ben 5 di questi uomini risponderanno direttamente ai cittadini Osimani che li hanno eletti riservando a ciascuno di loro percentuali di consenso decisivo.
Trattasi, in ordine alfabetico, del Presidente della Giunta regionale Francesco ACQUAROLI (Fratelli di Italia) votato nel 2020 a capo di una coalizione di Centro-Destra, risultata in città nettamente preponderante; abbiamo poi l’Onorevole Paolo GIULIODORI eletto con i 5 Stelle, espulso e oggi orbitante nel mare magnum del gruppo misto; c’è quindi Dino LATINI (targato Udc a livello nazionale), Presidente del Consiglio regionale, a Roma per la prima volta in qualità di delegato regionale; è poi la volta di Giuliano PAZZAGLINI (Lega), Senatore in carica eletto nel collegio di Osimo ed infine la città potrà chiedere conto del proprio operato anche all’Onorevole Tullio PATASSINI (Lega), unico vincitore marchigiano nei duelli maggioritari con l’ex valanga 5 Stelle del 2018.
Quattro grandi elettori di Centro-Destra e un solo, allo stato in attesa di offerte – politiche e non – da valutare; un quadro iniziale che pone la nostra città nettamente sbilanciata verso un voto a Silvio BERLUSCONI Presidente della Repubblica, mai tanto vicino da una autentica impresa la libri di Storia.
Guardiamo infatti alla composizione del voto a partire dall quarta votazione quando il quorum necessario per risultare eletti scendere dalla maggioranza qualificata necessaria nei primi tre spogli ((due terzi) alla maggioranza semplice del 50% dei voti +1, ovvero 505 si su 1.009
Il Centro-Destra può contrare su 255 voti alla Camera (133 Lega, 79 Forza Italia, 37 Fratelli di Italia e 6 Centro Democratico); 135 al Senato (64 Lega, 50 Forza Italia e Udc, 21 Fratelli d’Italia), dei 58 voti delle Regioni, infine, il cavaliere può contare su 33 consensi ulteriori per un saldo, dell’intera coalizione, di 423: tanti, tantissimi ma non sufficienti. Dove raccogliere gli 82 voti necessari?
Due le soluzioni possibili: i due gruppi misti pongono in vendita, al prezzo più alto, ben 107 voti. A Roma accettano scommesse che almeno la metà di tal peones, tutti destinati a sparire con la riforma elettorale del prossimo anno, accettebbero di tutto, partecipazione al Grande Fratello Vip compreso, pur di monetizzare l’ultima possibilità che la Politica offrirà loro.
L’altra soluzione, da combinarsi insieme, probabilmente, si chiama RENZI e dovrebbe potersi riconoscere dalla nascita del nuovo soggetto politico “FORZA ITALIA VIVA” destinato, nelle intenzioni del duo BERLUSCONI-RENZI, a dar vita ad un partito di Centro del 10% fisso, governativo da subito e per almeno il prossimo ventennio, a seconda di come spira il vento.
In questo caso RENZI scenderebbe in campo con le sue quote, 44 grandi elettori da preservare come panda, solo all’ultimo giro di una vittoria ormai non più ipotesi giornalistica di scuola.
Riepilogando, 467 consensi per BERLUSCONI, messi in pericolo solo dal voto segreto (che comunque sarà un fattore anche pqer qualsiasi avversario di controparte) a cui aggiungere i 38 aspiranti new entry al prossimo Grande Fratello o alle mille comparsate Mediaset che la tv generalista può ancora assicurare a tanti senza arte, ne parte.
Per gli Italiani in visione ci sarà da divertirsi e per Osimo, con cui abbiamo iniziato la narrazione, la possibilità di fregiarsi – se sarà – al rango di piccola ma fondamentale capitale di un miracolo politico neanche immaginabile.
Massimo Pietroselli