Elezione bis di Mattarella: Waterloo per la Lega (destinatata a ritornare movimento regionale) e successo per il Pd capace di imporre la propria linea senza voti e senza candidato! Il dato politico, in vista del ’23, è tutto per Fratelli d’Italia, proiettati a sestuplicare il dato attuale del 4.3% con la nascita del DESTRO-CENTRO. Annotazione finale ai 250.000 euro, a testa, salvati da ciascun peones per finire la legislatura e al successo su tutta la linea dei democristiani, a 30 anni da una morte con ignominia del partito
Politicamente vince per distacco il Partito Democratico di LETTA che, con una pattuglia di 39 senatori, 20 delegati regionali e 95 deputati (pari al 15% dei grandi elettori, grosso modo la percentuale di Forza Italia) è riuscito ad imporre il bis di MATTARELLA senza neanche aver bruciato, per mancanza di candidati (!) una alternativa credibile.
A livello di consenso elettorale, da mettere in banca e porre all’incasso tra meno di 400 giorni, vince anzi stravince la partita Giorgia MELONI, l’unica ad entrare ed uscire dal Parlamento idea proposti agli Italiani. Persino MATTARELLA, tocca sottolineare, nella settimana più rovinosa della politica, è riuscito a cambiare idea a 180 gradi passando da un trasloco fatto per finta ad un rapido rientro a Roma, previa accettazione di una falsa croce.
La “mania” di non cambiare idea ogni cinque minuti, secondo le convenienze del momento, è davvero un brutto vizio che però, in genere paga bene. Il 4.30% conquistato dal partito della Fiamma nel 2018, tra poche settimane, rischia davvero di raddoppiare e moltiplicarsi per tre, per quattro, per cinque, per sei volte e più per sfiorare quota 25, 28, forse anche 30% dei consensi di una Italia rimasta comunque di sentimento di Centro-Destra, anzi per la prima volta di Destra-Centro.
A consentire il futuro pieno elettorale, purtroppo, le solite improvvide mosse di Capitan SCHETTINO, alias SALVINI, capace di scambiare persino l’elezione del Presidente della Repubblica per una grigliata al Papeete beach di Milano Marittima. Tutte, ma proprio tutte, le mosse che il conduttore del Centro-Destra, in forza del 18% dei consensi guadagnati nel 2018, ha bruciato sull’altare di una politica risultata sconosciuta al leader leghista sin dal rifiuto di candidare il Cavaliere ad una impresa difficile ma non impossibile.
Risultato? In quasi 200, ovvero quasi tutti i grandi elettori del Carroccio, onorevoli, senatori e delegati regionali, hanno scelto l’idea del suicidio pubblico, del suicidio di massa, riuscendoci alla perfezione – tra conati di vomito del prio elettorato – convergendo in extremis su MATTARELLA.
Un MATTARELLA, un mantenimento del tranquillo status quo, barattato volentieri dai leghisti (e dagli accoliti a 5 Stelle) per restare in sella fino all’ultimo giorno possibile: 7 anni di mandato in cambio di 7 mesi di visibilità politica che le elezioni anticipate avrebbero inevitabilmente soppresso. Ma soprattutto 7 anni al bis di MATTARELLA (totale teorico 14, stile Papa o Imperatore) in cambio della certezza di pesantissimi 250.000 euro circa che ogni parlamentare porterà ancora a casa, gli ultimi in carriera, piuttosto che scomparire nell’anonimato da cui tutti sono venuti.
A pagare più di tutti, oltre ai grillini già condannati dagli Italiani ad ogni elezione successiva al ’18, saranno, in generale, i leghisti – e SALVINI in particolare; troppo facile vaticinare il tracollo del Carroccio ’23 quando il Capitano sarà obbligato dalla bruciante sconfitta a a riconsegnare la Lega, presa anni prima al 6% dei consensi, sugli stessi valori di partenza. Valori culminati con i sondaggi del 2019 e il dato schizzare oltre quota 30%!
Detto di come BERLUSCONI, tutto sommato, sganciandosi di fatto dal Centro-Destra, è riuscito a pareggiare la propria partita personale ponendola in conto ad un Centro-Destra unitario di fatto solo sulla carta e in realtà scomparso ad ogni latitudine, dal Nord al Sud Italia (vedremo presto che cosa sarà delle Regioni governate da Lega e Forza Italia, primo riscontro sul campo del profondissimo malessere di un ex raggruppamento da rifondare), non resta che chiudere con la vecchia Democrazia Cristiana, capace di eleggere – a 30 anni da una scomparsa con ignominia – l’ennesimo Presidente della Repubblica, sponsorizzato da LETTA (ex Dc), votato da RENZI (altro Dc dotato di grande fiuto politico) e con l’ex portaborse di FORLANI, Pier Ferdinando CASINI, in pool position in caso di defaillances.
Insomma alla Dc, trenta anni dopo il ’92 – è andato il 1°, il 2°, il 3° e il 4° premio della gran lotteria di Montecitorio. E se ci fosse rimasto un ultimo premio di consolazione? Non certamente al popolo.