A tempo di record arrestato dalla Squadra Mobile Agostino Giuffrida, 49 anni, di Ancona. L’uomo, ossessionato dai continui rifiuti di una donna convivente e madre di una bimba, ha provato nell’unico modo conosciuto: tempestarla di minacce e regali, lusinghe ed ingiurie. Pur ammonito, il condannato e indagato ha continuato la condotta, fino all’inevitabile ritorno in cella
Pazzo d’amore all’ossessione. Ma soprattutto stalker seriale a prescindere; tanto da riuscire ad esasperare la vita delle proprie vittime pure se ristretto agli arresti domiciliari!
Un autentico campione come pochi, ma in atti persecutori, l’anconetano Agostino GIUFFRIDA, 49 anni, capace di passare da un innamoramento all’altro, incurante di cartellini gialli, manette e galera.
L’uomo, residente nel capoluogo, celibe e convivente con la mamma, ha così stabilito un autentico record su scala nazionale, assai difficile da superare.
Favorito dal vizietto di rompere le scatole, con successo, alle signore di cui gli è capitato invaghirsi, sempre non corrisposto… GIUFFRIDA stava beneficiando da un anno e mezzo (luglio 2020), causa motivi di salute, del regime meno afflittivo della detenzione domiciliare. Domiciliari scaturiti, tanto per cambiare, da precedenti azioni asfissianti tese a conquistare, con la violenza o le minacce, il perduto amore.
Il condannato, però, della pena non ancora scontata e soprattutto dall’idea di cambiar condotta, non è mai stato sfiorato. Anzi, forte dei permessi legati a visite mediche o alla più banale necessità di acquistare prodotti alimentari, GIUFFRIDA ha avuto modo, negli ultimi sei mesi, di tornare ad innamorarsi… pure stavolta di una bella signora anconetana, convivente e madre di una bambina, incrociata in qualche uscita-premio da casa.
Tutto è cominciato sul finire dell’estate, a settembre 2020, quando GIUFFRIDA, notata la nuova fiamma, ha iniziato a corteggiare, fino all’esasperazione, la poveretta.
Prima complimenti e qualche regalo; poi, visto che la signora, avvicinata pure in presenza della figlia piccola, non intendeva saperne di quelle attenzioni asfissianti, GIUFFRIDA da stalker professionale qual’è ha subito virato al piano B fatto di insulti e minacce via messenger e mail ma anche l’invio di cartoline di avvertimento, tentativi di incontro, pedinamenti… tali da costringere la poveretta a cambiare temporaneamente le proprie abitudini.
Uno stato di ansia crescente che non si è esaurito, per la donna oggetto di simili attenzioni morbose, neanche facendo presente la vicenda al proprio compagno. Anzi, l’impossibilità di venirne a capo da soli, ha prodotto nella famigliola mesi di frustrazione e timori crescenti, visto che GIUFFRIDA di allentare la presa non ha mai avuto nessuna voglia.
Buon per la donna, dopo sei mesi di calvario crescente ed esaurita ogni forma di pazienza, aver avuto l’idea di rivolgersi alla Polizia, segnatamente alla Squadra mobile diretta dal dottor Carlo PINTO, per farsi aiutare e porre uno stop allo stalking, costi quel che costi.
E il miracolo è avvenuto: in pochissimi giorni, meno di una settimana, Agostino GIUFFRIDA si è visto da prima privare fisicamente della nuova vittima, grazie al provvedimento di divieto di comunicare con la donna stessa, nonchè di avvicinarla, nelle uscite dell’uomo per la spesa, a meno di 500 metri.
Tuttavia, come detto, la misura standard (che in genere riesce a far rinsavire in tempo numerosi stalker “normali”) non poteva obiettivamente funzionare con chi, come l’anconetano, degli atti persecutori verso le donne ha fatto ragione di vita.
I divieti imposti si sono così trasformati in nuove sfide da superare, in prove d’amore da offrire, in manifestazioni del bene-odio provato da GIUFFRIDA tutto insieme per il genere femminile.
Quanto basta e avanza per aprire in Questura un nuovo fascicolo diretto, questa volta, al Tribunale di Sorveglianza ritenendo tali comportamenti, reiterati oltre tutto in un così breve arco di tempo dopo la diffida, non in linea con la finalità comunque educativa della detenzione domiciliare.
Così mercoledì mattina, dimostrato il mancato interesse dell’anconetano nel dare finalmente una gioia alla povera mamma e di cambiare vita intraprendendo uno stile di regolare, il giudice di Sorveglianza ha disposto per il 49enne la sospensione della misura alternativa dei domiciliari, optando per l’aggravamento della detenzione con il ritorno a quella carceraria.
Per Agostino GIUFFRIDA si sono così riaperte le porte di Montacuto, nuovamente in cella nella duplice veste di condannato (per le vicende pregresse) ma anche indagato per gli ultimi exploit ossessivi messi a segno.
Rischia di non festeggiare diversi 8 marzo a venire.