𝐋’𝐞𝐱 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨, 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚, 𝐡𝐚 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐩𝐚𝐭𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐧𝐝𝐨𝐬𝐢 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐚 𝐚 𝐒𝐨𝐯𝐫𝐢𝐧𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐢𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐀𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚𝐜𝐞𝐫𝐚𝐭𝐞𝐬𝐞. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐢𝐦𝐢𝐥𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐝𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐎𝐫𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐚𝐧𝐚. 𝐀 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨, 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐭𝐨𝐩 𝐝𝐢 𝟐 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐭𝐫𝐚 𝐥’𝐢𝐧𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚, 𝐭𝐮𝐭𝐭’𝐨𝐫𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞.
E come per il Campana, nuovo passo indietro di Raimondo ORSETTI; stavolta dal fronte maceratese del teatro all’aperto Sferisterio, 6.500 euro mensili di indennizzo, assicurati per il biennio 2023-2024.
Stavolta, a differenza dell’Istituto permanente per la cultura, a formare un ostacolo insormontabile, non ha pesato una incompatibilità, presunta e reale, tra il ruolo pubblico dell’ex Sindaco di mega dirigente regionale alla Cultura e quello presidenziale del Campana; più brutalmente, a non far tornare i conti, avrebbe pesato la scelta, risultata sbagliata, di affidarsi al candidato elettoralmente vincente (il Sindaco e Presidente della Provincia di Macerata Sandro PARCAROLI) quanto politicamente perdente.
Eppure la mossa di portare ORSETTI, una volta pensionato, al vertice del tempio lirico marchigiano, non era stata pensata male. A cominciare dal bando di partecipazione che, con un tratto di penna, alla voce “obbligo di laurea”, aveva messo fuorigioco, senza colpo ferire, nientemeno che il Sovrintendente uscente Luciano MESSI, nonché rivale più pericoloso per ciascuno dei 24 pretendenti iniziali.
MESSI, narrano i bene informati, non la prese troppo bene. Anzi affatto. Tanto da promettere “tremenda vendetta” a qualsiasi laureato avesse voluto soffiargli la poltrona da sotto il naso. Come? Allertando alla bisogna ciascuno degli 11, anzi 10 visto il doppio ruolo di PARCAROLI, componenti il Consiglio di Amministrazione lirico.
Nel frattempo, venendo ai giorni nostri, dei 24 pretendenti iniziali solo in tre superarono la prima selezione: esattamente il manager di Porto San Giorgio Giacomo MIANDRO, l’ex Direttore generale del ROF di Pesaro Flavio CAVALLI e il nostro Raimondo ORSETTI, 65 anni a breve e da luglio in pensione, Dirigente di primissimo piano a Palazzo Raffaello, nonostante lo storico cambio della guardia CERISCIOLI-ACQUAROLI in Regione.
Proprio il fatto di non aver ancora maturato la messa a riposo, evento previsto solo tra otto mesi, ha giocato ad ORSETTI un brutto scherzo che, la politica, per quanto di potere e a targa Lega, non è riuscita a sopperire.
Una norma dimenticata dello Sferisterio prevede, infatti, che tra la messa a riposo di un funzionario pubblico e la sua ascesa all’ente lirico, debba compiersi un periodo di raffreddamento dei ruoli di almeno due anni. Circostanza che il 1° gennaio 2023 non solo non sarebbe ricorsa ma neanche avrebbe iniziato ad accumulare alcun effetto visto che ORSETTI, il nuovo anno, lo avrebbe addirittura iniziato con un doppio incarico.
Ma tant’è. La settimana scorsa il Sindaco PARCAROLI, nel tentativo disperato di mettere il Cda di fronte al fatto compiuto, prova a convocare il Cda con il nome di ORSETTI prescelto e tanto di parere legale, di un avvocato amministrativista, utile a sgomberare il campo dall’incompatibilità, presunta o reale, incombente su ORSETTI.
La mossa d’azzardo non funziona. In particolare uno dei Consiglieri dello Sferisterio (individuato in un rappresentante dell’università di Macerata) punta i piedi, coinvolgendo nel dissenso parti significative del CdA.
PARCAROLI prende tempo; non ritira la candidatura ORSETTI ma neanche pone ai voti il nominativo, dimostrando di controllare ben poco dei nominativi prescelti, da Sindaco e da Presidente provinciale!
Fino al colpo di teatro di mercoledì mattina allorquando il Dirigente regionale alla Cultura, al Turismo e alla Internazionalizzazione, mangiata ampiamente la foglia, decide di togliere il disturbo, giusto in coincidenza con la maxi scossa di terremoto!
“Lo Sferisterio – ha spiegato il manager osimano in una nota inviata all’Associazione lirica – non può permettersi di aspettare ancora, settimane o mesi, la nomina di un Sovrintendente”.
Un bel gesto, quello di ORSETTI, ormai obbligato, vista l’incapacità politica della Lega (sovra rappresentata nel Maceratese rispetto alla reale consistenza in declino) di far valere il proprio peso.
Una mossa, quella dell’ultimo Sindaco democristiano di Osimo, frutto del lunghissimo corso politico del personaggio, chiamato ormai, unicamente, a provare a salvare la faccia, rispetto al cattivo gioco.
Questi, per la cronaca, i nominativi degli undici componenti del Cda contrario, di fatto, a ratificare ORSETTI: Sandro PARCAROLI (Sindaco e Presidente della Provincia di Macerata, voto doppio), Valfrido CECCONI (rappresentante dei 100 consorti che diedero vita al teatro), Carla SAGRETTI (ex Provveditore agli Studi della provincia di Macerata), Andrea MOZZONI (Giornalista in quota Fratelli di Italia), Claudio PETTINARI (Rettore università Camerino), Francesco ADORNATO (Rettore università Macerata) e Franco MALGRANDE, Gabriella ALMANZA, Filippo OLIVELLI e Giuseppe RIVETTI, tratti tutti degli ambienti universitari maceratesi.