Stagione da dimenticare per la società ferraia. Dopo il pasticciaccio brutto con Girolomini allenatore e amministratore delegato, continua a piovere sul bagnato. La squadra langue sui bassifondi e il team è pure entrato nel mirino della Federazione per il comportamento del pubblico, ritenuto gravissimo e discriminatorio in fatto di parità sessuale!
Tradita la principale “mission” dell’Osimo Stazione: non tanto partecipare a tornei di elite o vincere campionati quanto, piuttosto, far crescere giovani e giovanissimi nella cultura del fair play e della correttezza.
Un bis di buone maniere extra calcistiche clamorosamente mancate, sabato scorso, al campo sportivo “BERNACCHIA”, dove i ferrai di mister GIROLOMINI hanno, financo, clamorosamente ceduto sul campo per 0-3 di fronte al Marotta-Mondolfo.
Una sconfitta bruciante e ampia nel punteggio, quella subita dai ragazzi del duo Presidenziale Stefano ORLANDONI e Danilo CECCONI, per di più condita da una super multa di 600 euro (in Promozione l’equivalente di un ipotetico incasso al botteghino) motivata dal Giudice sportivo per insulti a sfondo sessista!
Insomma ad un certo punto dalla tribunetta del BERNACCHIA, la povera “arbitra” maceratese, tale Laura MANCINI, 26 anni, bionda, decisamente più bella che brava (nonostante sette anni di esperienza in giro per campi di periferia) si è sentita consigliare di tutto sul suo hobby calcistico.
Tanto che all’ennesimo errore, i tifosi maschietti hanno messo da parte la cavalleria sempre dovuta al gentil sesso ed hanno iniziato a bersagliare la giacchetta nera con gli inviti più disparati, non tutti riferibili.
“Torna a casa a fare la maglia!” il giudizio unanime di un gruppetto di tifosi; mentre i più tecnici, a gran voce, sottolineavano alla MANCINI, tour cour, che la MANCINI avesse sbagliato lavoro… subito però sovrastati dalla corrente di pensiero di altri ancora che, per il prossimo futuro, nel timore di rivedere la donzella far danni in campo, auspicavano di tutto per la giovane maceratese; in genere esperienze più in sintonia col tradizionale vissuto femminile, come maneggiare piatti da sbrigare e/o rammendare calzette od anche maneggiar di scopa… e comunque alla larga dal tornare a cimentarsi di nuovo con fischietti in bocca.
Fin qui ordinaria amministrazione, chissà quante altre volte vissuta sui campi dilettantistici di tutta la regione. Ad Osimo Stazione, però, sabato si è andati oltre, perché altri spettatori ancora, addebitandole la pesante sconfitta, hanno oltrepassato i limiti della critica sportiva passando direttamente agli insulti….
Non ricordando però che un’arbitra donna, a differenza di un arbitro uomo, è portata, per natura, ad un atteggiamento assai meno comprensivo degli umori della folla… Insomma lo stesso insulto, provare per credere, ad esempio il classico “arbitro cornuto”, rimbomba in testa in modi diversi, vero?
Con la donna, in genere, disponibile zero a turarsi le orecchie e/o anche, quando serve, chiudere un occhio.
“Qualche errore la Direttrice di gara l’ha anche commesso – hanno ammesso a fine partita, confidenzialmente, gli osservatori arbitrali presenti al BERNACCHIA per valutare l’operato della MANCINI -ma nulla da giustificare le offese e le parole violente rivolte alla sua persona e al fatto di essere donna.
«Torna a casa a fare la maglia», «Hai sbagliato lavoro», «Vai a lavare i piatti», queste, come detto, le frasi più gentili (da aggiungere alle più gravi) gridate da diversi spettatori presenti in tribuna e indirizzate all’arbitro.
Fatto sta che nulla è scampato al referto della ragazza-arbitro, neo laureata in Giurisprudenza con lode, la quale ha riportato per filo e per segno il comportamento subito, tale da mettere il Giudice sportivo in condizionare di sanzionare il team di Osimo Stazione con una maxi multa.
Un comportamento ritenuto “pesante e gravissimo”, punito con una ammenda di 600 euro motivata “per insulti offensivi, discriminatori per motivi di sesso, nei confronti del direttore di gara”.
Il dispositivo adottato dal Giudice sportivo e pubblicato dalla Figc Marche è sin troppo circostanziato. «Ammenda di 600 euro all’Osimo Stazione per aver la propria tifoseria, durante la gara, rivolto espressioni irriguardose nei confronti della terna arbitrale. E per aver inoltre rivolto all’indirizzo dell’arbitro espressioni gravemente offensive e discriminatorie per motivi di sesso, integrando la condotta discriminatoria sanzionata dall’articolo 28 del Codice di giustizia sportiva».
Nonostante il mancato gradimento in Osimo Stazione-Mondolfo Marotta, Laura MANCINI (sezione arbitrale di Macerata) da 7 anni dirige partite dei vari campionati regionali.
Secondo i suoi maestri la ragazza ha mostrato, durante la carriera, buone capacità e personalità, senza mai aver avuto problemi nelle gare in cui è stata chiamata ad arbitrare.
L’arbitro maceratese, inoltre, parrebbe non essersi neppure mai distinta per aver redatto referti particolarmente vessatori nei confronti delle società dirette, segno evidente che sabato scorso ad Osimo Stazione si è probabilmente oltrepassato il limite, tanto che la giovane si è sentita ferita nel suo essere donna.
Sull’altro fronte i dirigenti dell’Osimo Stazione non ci stanno. Di fronte al bollettino settimanale sanzionatorio, in diversi non si capacitavano della pesante multa inflitta, preannunciando reclami.
«Fischi e proteste all’indirizzo della terna (completata dagli assistenti Matteo Malatesta di Ancona ed Emanuele Bellagamba di Macerata ndr) ce ne sono stati – confermano alcuni tifosi più tranquilli, presenti alla partita – perché in effetti non è stata una bella performance quella dei Direttori di gara… ma nessuno ha voluto colpire, oltretutto con offese sessiste, l’arbitro donna.
Non ci riconosciamo in quei tifosi violenti che su altri campi si contraddistinguono per gesti e comportamenti censurabili: noi abbiamo semplicemente fischiato e contestato l’arbitro e i suoi collaboratori. Ma quali insulti sessisti? Maschio o femmina restano gli errori».
Il Giudice sportivo però è stato implacabile ed ha optato di comminare alla squadra ferraia una salatissima multa da 600 euro!