RIPENSARE IL SOCIALE DALLA TESTA
LA COMPETENZA AL CENTRO DEI SERVIZI
La vicenda di Luigia Peruzzini già “assorbita” dal sistema; serve un passo indietro di Assessore e Dirigente
Caro Assessore ai Servizi sociali Daniele Bernardini e cara dirigente del servizio Alessandra Cantori,
OSIMO OGGI ha riflettuto a lungo sull’opportunità di un intervento pubblico nel chiedere, per il poco o molto che vale, la soddisfazione delle vostre teste offerte, quale simbolica riparazione al dramma sociale sfociato con la morte e la lenta decomposizione del corpo fino a vermi, della contribuente e cittadina osimana Luigia Peruzzini.
Alla fine, ad una settimana contraddistinta da una serie di notizie a raffica mescolate al rumoroso silenzio istituzionale, ci convinciamo della necessità di provare a salvare il salvabile del presente e del futuro (da anziano) di cittadino di Osimo; parlando a nome, soprattutto, dei cittadini osimani senza voce e in particolare di quelli con la pelle color latte, come la signora Peruzzini, per cultura e amor proprio non abituati a protestare troppo.
Gente osimana a cui hanno insegnato guadagnarsi la vita con dignità, scrupolo delle proprie cose, quasi il timore di mettere in piazza i problemi “sociali” che pure possono colpire una famiglia. Dall’oggi al domani come per una malattia invalidante o per difficoltà economiche radicate nel tempo. Spesso con ragioni sommate all’altre.
La vicenda Peruzzini insegna amaramente due cose, entrambe terribili e non degne di una società civile a cui resta iscritta la città di Osimo.
CASO A: la situazione in corso in Via Recanati 6 e aggravata, negli ultimi dodici anni, dalla scomparsa del capo famiglia, poteva in qualche modo non essere nota alla macchina comunale; nonostante il gran tempo trascorso e l’esperienza dei servizi, ai funzionari preposti alla salvaguardia di questo genere di situazione il fatto potrebbe essere umanamente sfuggito.
Se questa fosse la spiegazione di quanto accaduto occorrerebbe riflettere, caro Bernardini e cara Cantori, fare punto all’attività in corso, azzerare politicamente il comparto e guardare con umiltà a quella realtà dove i servizi sociali funzionano e in nome dell’emergenza invitare nuove teste a copiare, copiare… senza riguardo della propria dignità.
CASO B: la situazione di degrado vissuta dalla famiglia Peruzzini era invece conosciuta attraverso memorie del passato, voci non verificate, richieste saltuarie in attesa di evasione. In questo caso, da non augurare a nessuna città, occorrerebbe aver avuto, all’esplosione della notizia, lo scatto di orgoglio di pagare per la propria inettitudine e sanare almeno l’onore personale con le dimissioni dai rispettivi incarichi.
Fare l’Assessore, a qualsiasi delega ci si possa riferire – caro Assessore Daniele Bernardini – non rientra tra le prescrizioni obbligate da un medico. Nella vita, preso atto della propria incapacità, laddove dovesse capitare, ci si può sempre rifiutare. Per il nostro e per l’altrui bene.
Allo stesso modo, signora Alessandra Cantori, la vita è fortunatamente fatta non di soli Servizi sociali. Senza arrivare a richiederle il sacrificio estremo del posto di lavoro (in Italia tutti teniamo famiglia e pare scortesia chiederlo, specie ai pubblici dipendenti) ci siamo lungamente illusi di ricevere una velina dall’ufficio stampa comunale riportante la richiesta, visti gli eventi, di essere trasferita di scrivania… magari impossibilitata a fare danni gravi. Un rinforzo urgente alla biblioteca, ad esempio, poteva essere salutato, per una volta, come un prendere atto del fallimento ma anche della volontà di ripartire con nuovi obiettivi dati da teste migliori.
Gli Osimani, specie quelli abituati a non rompere troppo le scatole, se ne sarebbero avvantaggiati attraverso i risultati.
Paragonati alle briciole e alle vuote promesse… non sarebbe stato poco.
“MORTA LA MAMMA? ORA CHI PENSERÀ A ME?” DATA DECESSO SPOSTATA DA 15 A 30 GIORNI
“MORTA LA MAMMA? ORA CHI PENSERÀ A ME?” DATA DECESSO SPOSTATA DA 15 A 30 GIORNI