Secondo l’Astea il liquido prodotto frutto della siccità. Stranamente solo a Padiglione!
ACQUA ALL’ENTEROCOCCO,
VIA AL BALLETTO DI CAUSE
La gente pensa ad un errore umano o ai lavori in corso alla nuova sede del Filo d’Oro
Errore umano nel miscelare cloro nel pozzo “Valentino 2” o i lavori in corso alla nuova sede del Filo d’Oro? O anche una combinazione nefasta di entrambi le possibili cause?
Secondo Astea nè l’uno, nè l’altro episodio ha innescato l’inquinamento che dal 30 agosto a ieri sera ha interessato larga parte del territorio di Padiglione.
Siccità ed escursione termica, secondo un comunicato dell’azienda SpA avrebbero favorito il fenomeno. Non si comprende, in questo caso, come mai siccità ed escursione termica abbiano creati gravi problemi soltanto in una parte precisa e per fortuna limitata del territorio.
Insomma la spiegazione proposta da Astea, che vi proponiamo, sembra perfetta per mettere il cappello a polemiche che, giusto in queste ore, preso atto che l’allarme mancato datava 30 agosto, sta montando tra la popolazione interessata alla vicenda.
E anche tra coloro risparmiati, casualmente, da un pericolo simile.
“In questi giorni di emergenza Astea ha provveduto immediatamente a misurare il parametro “cloro residuo libero” (indicatore dell’efficacia della disinfezione operata) nel punto di rete di via Po del serbatoio Padiglione, rilevando un valore nella media pari a 0,06 mg/l. Tuttavia si è subito potenziata la clorazione e aperti gli scarichi per accelerare lo svuotamento nel serbatoio e della porzione di rete interessati dalla presenza di enterococchi, intensificando contemporaneamente il controllo di cloro residuo libero, che peraltro ha sempre fornito esiti favorevoli”.
Astea specifica ancora che “il punto di rete di via Po è alimentato dalla centrale di sollevamento idrico di Padiglione che attinge sia dall’acqua del sub alveo del fiume Musone, sia dall’acquedotto di Castreccioni.
Il sub alveo del Musone è caratterizzato da un’elevata permeabilità dei terreni e le condizioni di siccità anomale dei mesi scorsi possono aver provocato cambiamenti della concentrazione di alcuni parametri dell’acqua, inclusa la carica batterica.
In virtù di ciò, Astea all’interno della centrale di sollevamento idrico ed a valle dei singoli pozzi, effettua sempre la disinfezione, sia con impianti ultravioletti sia con reagenti a basi di cloro, per scongiurare inquinamento batterico lungo la rete di distribuzione.
Dunque la cause del fenomeno sono probabilmente da attribuire ad una eccezionale concomitanza sfavorevole di fattori. Come le variazioni temporanee e significative delle caratteristiche dell’acqua di falda, le notevoli variazioni anche giornaliere della temperatura, le variazioni dei tempi di contatto del cloro dovute ai consumi presenti nel punto di rete di via Po, che possono aver reso poco efficace, solo localmente e transitoriamente, la disinfezione effettuata”.
Riguardo il futuro, allo scopo di evitare che il problema si ripresenti, Astea annuncia che “provvederà ad intensificare il controllo del dosaggio dei reagenti disinfettanti e dell’azione battericida misurando il cloro residuo libero.
Si continuerà ad effettuare il monitoraggio dell’acqua di falda e di quella distribuita adottando i provvedimenti che storicamente sono risultati efficaci per garantire la qualità dell’acqua, compresa l’eventuale temporanea messa fuori servizio di qualche pozzo”.
A chi credere, dunque? Alla spiegazione ufficiale che, in pratica, preso atto con ritardo della vicenda, conclude con un tranquillizzante “ora tutto bene madama la marchesa” o invece prestare fede all’errore umano?
Probabilmente la verità vera non verrà mai galla. Così come sarà difficile sapere, pur in presenza di un Sindaco facilmente raggiungibile, come mai a firmare l’ordinanza di divieto suggerita da Asur sia stato il Vice Sindaco Pellegrini piuttosto che Pugnaloni.
Chi conosce da sempre il Primo cittadino (e di costoro ci fidiamo avendo dato innumerevoli prove di affidabilità ) sa che Simone non sarebbe potuto passare alla Storia come Riccardo… Cuor di Leone!
Il disprezzo del pericolo, il coraggio tipico del condottiero non appartiene però, geneticamente, al clan dei Pugnaloni; più avvezzi ad andar di tromba che di spada. Quindi, a scanso di equivoci, visto che la materia poteva far esplodere e mettere a nudo possibili rilievi e sfociare persino nel penale… Pugnaloni ha preferito mandare avanti il luogotenente Pellegrini, motivando il vice di andare avanti alla firma… che a me vien da ridere…
Un ultimo problema, non ultimo per importanza, giunge a rendere più intricata, al sapore quasi di giallo, la ricostruzione di questi giorni davvero fecali.
Il controllo sulla piena potabilità dell’acqua dovrebbe essere un compito quotidiano che ricade, per intero sull’ente erogatore il servizio (in questo caso Astea o altro soggetto per l’Azienda); solo saltuariamente l’Arpam, ovvero l’agenzia regionale chiamata ad una verifica, si sovrappone con i controllo in corso per una conferma del mancato pericolo.
Nel caso di Padiglione è invece l’Asur, dell’area vasta 2, a rilevare gli indicatori in tilt già a partire dal 30 agosto. Per una settimana esatta i tecnici Astea in quale diversa operazione erano impegnati?