AMBRA GUZZINI: “HO VISTO L’INFERNO
E NE VOGLIO USCIRE PER SEMPRE”

AMBRA GUZZINI: “HO VISTO L’INFERNO E NE VOGLIO USCIRE PER SEMPRE”

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34 anni, sorella maggiore del piccolo Amos, la donna ha ringraziato i Carabinieri

 

AMBRA GUZZINI: “HO VISTO L’INFERNO
E NE VOGLIO USCIRE PER SEMPRE”

 

Schiava dell’eroina, 14 mesi patteggiati per furto, l’osimana vuole voltare pagina

 

Effettuavano piccoli furti in serie (in genere ai danni di bar e tabaccherie) senza mai smettere quegli abiti così riconoscibili: 84 sulla maglia e 23 sui pantaloni.
Immortalati più volte, almeno otto, tra settembre e novembre, dalle telecamere di due province, Ancona e Macerata, la coppia è stata facile preda dei Carabinieri di Osimo.

Lui un tunisino di 30 anni, tale Housine Saidi, residente a Recanati; lei Ambra Guzzini, 34 anni, osimana, una vita segnata dalla tragica morte del fratellino Amos 20 anni fa e dall’eroina oggi.
Ma non è della solita storia di droga che vorremmo parlarvi. Certo la coppia ha sbagliato e per questo pagherà il conto accumulato con la Giustizia: 14 mesi patteggiati con la condizionale lei e due anni e mezzo, sempre patteggiati ma da scontare in carcere lui.
Otto gli episodi di cui i due sono stati accusati dal giudice Francesca De Palma: piccoli furti necessari per procurarsi sempre più indispensabili dosi di eroina di cui erano diventati entrambi schiavi.
Dicevamo che, per una volta, non è tanto la vicenda di cronaca che vorremmo porre all’attenzione quanto la vicenda umana e personale di Ambra Guzzini, prima che tossico dipendente e autrice degli episodi per i quali si è riconosciuta colpevole, vittima egli stessa della vita e della società.
La tragica morte di Amos, 7 anni, con lei bambina di 14 ad accorgersi per prima, correndo sul posto vicino casa, dell’orribile e atroce agonia toccata in sorte del fratellino, non può non aver segnato la vita di Ambra e – in maniera minore – anche della mamma Maria Cristina.
Così come i 20 lunghi ed inutili anni trascorsi nell’attesa di un risarcimento, tanto importante quanto impossibile da ottenere, non possono non aver lasciato strascichi nella fragile mente della donna, peraltro a sua volta madre.
Insomma quando i Carabinieri di Osimo hanno fatto scattare le manette ai polsi della ragazza, neanche il poliziotto più smaliziato avrebbe potuto attendersi, per reazione, le lacrime, quasi di gioia e le parole di ringraziamento di Ambra.
“Grazie per avermi fermato… senza di voi, non ce l’avrei mai fatta!”. La giovane osimana, assistita fin da subito dall’avvocato Paolo Mengoni, prima di essere trasferita presso il carcere femminile di Villa Fastiggi a Pesaro ha avuto modo di esprimere sincere parole di pentimento come i Carabinieri non sono usi ascoltare spesso.
“Sono consapevole di aver toccato il fondo della mia vita e di voler abbandonare, una volta per sempre, questa umiliante situazione di degrado morale. Ho vissuto lunghi momenti di disperazione che voglio lasciarmi alle spalle. Sono convinta, con l’aiuto di tutti e della famiglia, di riuscire a farcela. Sono pronta per entrare in una comunità terapeutica e disintossicarmi sul serio”.
Insomma una sorta di miracolo ha scosso, da cima a piedi, una vita segnata da troppi errori personali e dal ricordo indelebile di quel tragico pomeriggio di giugno 1997.
Al giudice che a dicembre la interrogava la Guzzini non ha nascosto nulla delle proprie responsabilità e nulla della propria sofferenza perchè realmente intenzionata a voltare pagina e ritornare alla vita.
IL Gip Carlo Cimini, preso atto della sincera volontà di riabilitazione e del proposito della donna di tornare al proprio ruolo nella società, ha autorizzato il programma terapeutico di recupero da avviarsi in una struttura autorizzata.
La buona notizia è così giunta in casa Guzzini prima di Pasqua quando con il patteggiamento ad un anno e due mesi Ambra ha potuto chiudere la pagina degli arresti domiciliari e avviare il proposito manifestato di recupero.
Festeggiata Pasqua da donna libera, Ambra Guzzini si accinge ora a riscattare anche il proprio futuro.
“La ragazza è consapevole di giocarsi la carta più importante della propria vita – ha ricordato il legale Paolo Mengoni – Ha ammesso tutti gli errori commessi, ha pagato il suo conto ed ora vuole tornare alla vita. Ad una nuova vita. In questi mesi ha già iniziato un percorso di recupero ed ha tutte le intenzioni di proseguire nel programma terapeutico intrapreso”.
Insomma è possibile che davvero la vita possa serbare per la giovane osimana un futuro di tutt’altra natura; un futuro, auguriamo ad Ambra e alla sua famiglia, che possa includere – tra le cose belle – anche il sopraggiungere della parola fine anche alla vicenda di Amos.

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