I giustizieri ignoti, per non sbagliare, si sono presentati diffidando tutti: Prefetto, Questore, Sindaco, Forze dell’Ordine e persino il Procuratore del Tribunale e quello dei Minori! Chiedono ordine e sicurezza o soldi. Parola d’ordine? “Basta alla pipì indiscriminata…”. Purtroppo, per quanto in incognito e non firmato, il comunicato pare nascondere persone vere della buona società osimana
In qualche cunicolo ancora inesplorato del sottosuolo cittadino, si è costituita nei giorni scorsi, alla maniera Carbonara, ramo giudaico-massonico, una nuova cosca insurrezionale denominata “Rispettiamo il Centro ma un pò meno la buona creanza”.
A differenze delle cellule segrete di inizio ‘800, tutte prima scomunicate e poi annientate dal potere Papalino, l’inconfessabile Confraternita neonata, non sembra temere bolle di condanna oltre Tevere; anzi parrebbe – stando ai si dice che il Comitato per l’ordine pubblico lascia trapelare ad arte – giovarsi del sostegno del clero locale, della finanza e della media e alta borghesia cittadina.
Impossibile saperne di più. Il patto, benedetto dal sangue – che in 188 avrebbero siglato tagliuzzandosi il polso della mano destra e imbevendo la penna d’oca per sottoscrivere la prima solenne minaccia al rappresentante di Governo Simon dei Pugnaloni – è inderogabile. Violarlo vorrebbe dire, per il traditore, mettere la vita anzitempo a repentaglio.
Al popolo straccione osimano, così, a completa insaputa, è stato comunicato il lieto evento: “Ehy, baby gang… stai attenta a te. D’ora in poi o sarà il Confaloniere a badarti o ci penseranno i gendarmi con i pennacchi e con le armi. Basta pisciare sui portoni… d’ora in poi la parola d’ordine sarà una sola, categorica e impegnativa per tutti: farsela addosso!”.
Pare poi che qualcun altro, probabilmente un nobile neo affiliato alla congrega misteriosa osimana, in un impeto nostalgico si sia lasciato prendere la mano e abbia gridato: “Per dare finalmente ad Osimo, al Borgo e a San Marco un lungo periodo di pace senza schiamazzi, risse e troppe cacche in giro… Vincere!”.
Come il comitato “Rispettiamo il Centro ma un pò meno la buona creanza” possa pensare, da ultimo arrivato – la dove hanno sin qui fallito l’Ordine costituito e fior di pensatori – di coronare la ciambella col classico buco, non è dato sapere.
Ad oggi chi sa di conto ed è capace di leggere e un pochino scrivere, è riuscito ad annotare, esclusivamente operazioni tipo “rompiamo le scatole ai venditori di acquaticcio e mistrà” e la pessima pubblicità della città fatta circolare in periferia e nei paesi viciniori: risultato? Da qualche settimana i gendarmi, con o senza baffi ma tutti con minacciosi pennacchi, han preso d’assedio la piazza osimana, un tempo metà dello struscio di nobil donne, donzelle incipriate e gagà alla caccia dell’ultimo arrivo parigino da offrire.
Ma di osimani veri, quelli che arrivavano scalzi fino in cima alla Costa del Borgo o al Guazzatore per poi indossare, finalmente, le scarpe della festa… neanche l’ombra! Tutti, pare, nella più tranquilla e accogliente Porto Recanati!
Ora, però, ci penseranno loro, gli anonimi templari del neo Comitato, i super eroi dalla carta bollata facile, i dromedari anti bevuta serale, insomma loro: gli stitici no cac!
Venendo ai giorni nostri la musica, pare non cambiare. Stesso vestitino da muratore, stessi ideali e soprattutto medesimo modo di fare.
Così, venerdì mattina, a due sole testate giornalistiche – immaginiamo scelte a caso e comunque evitando bene di far cadere la destinazione su OSIMO OGGI – è stato inoltrato un dispaccio ufficiale, rigorosamente non firmato. Anzi due.
Nel primo il comitato “Rispettiamo il Centro ma un pò meno la buona creanza” si farneticava minacce a chiunque al mondo, escluso il solo Papa e forse Mattarella, diffidando chiunque dal riprovarci a metter piede nel centro storico di Osimo; nel secondo, più conciliante, il medesimo comunicato riconosceva meriti anti pisciatori al signor Gonfaloniere, invitandolo a non desistere.
Detto che in una società civile i comunicati anonimi di comitati anonimi guadagnano rapidamente, in genere, previo accartocciamento, il fondo del cestino più vicino… non possiamo esimirci dal sottolineare la grande faccia tosta di questi fantasmi nel diffidare una serie infinità di autorità costituite: Sindaco, Procuratore Tribunale di Ancona, Procuratore Tribunale dei Minori, Prefetto, Questore e – indistintamente – tutte le forze dell’Ordine operative in città.
Dovessero le baby gang tornare a metter piedi per il Corso, armati di pericolosissimi attrezzi atti al lancio prolungato di pipì o con sfinteri non ancora liberati da cacca maleodorante e puzzolente… scatterà l’ira segreta dei 188. Insieme ad un congruo diritto risarcitorio da farsi valere in sede giudiziaria… ma contro chi? Ovviamente non è dato sapere.
In particolare, a dimostrazione che il pezzo è frutto della constatazione, amara, della realtà, riportiamo la parte finale dell’anomima promessa fatta da “Rispettiamo il Centro ma un pò meno la buona creanza”.
I soci reclamano lo stop agli illeciti amministrativi disciplinati dalla legge 447/95 (legge quadro sull’inquinamento acustico) e anche il rispetto delle recenti pronunzie giurisprudenziali in materia (Consiglio di Stato 2075/21) affinchè chi di dovere prenda tempestivi ed efficaci provvedimenti per far cessare le immissioni sonore.
Diffidati – giuriamo non è una comica – anche entrambe le autorità giudiziarie (minori e maggiorenni) e le forze dell’Ordine (all’appello mancano solo Bersaglieri e Alpini) a non cessare di perseguire i reati sopra esposti, in particolare a vigilare sull’inquinamento acustico, controllando altresì il rispetto degli articoli 588, 659 e 660 del Codice penale, ovvero rissa, molestie e il tanto famigerato disturbo alle persone attraverso l’infranta quiete pubblica.
Nessuna ipotesi, neanche da parte dei carbonari più convinti, di abbandonare il centro storico per andare a vivere altrove, in campagna, a contatto con la natura e i suoi ritmi naturali… con l’unico rischio di pestare, al canto del gallo, cacche naturali e benedette!