Solito lavoro perfetto del Radiomobile. A distanza di tre mesi dalle manette, gli uomini di ALMIENTO sono riusciti a produrre in Procura carteggi che inchiodano BALLA, ALBERT, SALA e LESKI a precise responsabilità per tutti i raid di novembre
Stavolta per assicurare in galera l’intera banda del foro non c’è stato bisogno del lungo inseguimento, da Polverigi fino ad Ancona, occorso lo scorso 26 novembre.
Ai Carabinieri del nucleo Operativo di Osimo è bastato sottoporre all’attenzione del giudice Rosario LIONELLO la ricca documentazione raccolta, carteggio dimostrante come gli autori di circa 36 furti in appartamento, commessi a raffica dal 2 al 26 novembre, possano essere stati ragionevolmente sempre gli stessi: quattro giovani albanesi, dai 29 ai 40 anni, residenti tra Nocera Inferiore (Salerno) e Ancona.
Specialità della casa? Arrampicarsi, anche ai piani alti, per grondaie e discendenti; raggiungere un balcone o una finestra retrostante l’ingresso, praticare con un trapano un foro all’altezza della maniglia e penetrare in casa incuranti se l’appartamento fosse o meno, in quel momento del tardo pomeriggio, abitato dal padrona di casa.
Il tutto con fare ripetitivo per circa tre settimane, come in fotocopia, svariando le attenzioni dai Comuni di Ancona a Castelfidardo, da Offagna a Potenza Picena, da Polverigi a Recanati e da Camerano a Loreto.
Identico anche il modus operandi che, alla lunga, ha tradito gli extra comunitari albanesi. Laurenc BALLA, 33 anni, si incaricava di registrare a proprio nome, a noleggio, presso un’azienda automobilistica di Camerano, un’auto “pulita” con cui raggiungere le varie destinazioni di “lavoro”; ritirato il mezzo la banda raggiungeva la località da depredare facendo attenzione di smarcare, diciamo così, il cartellino sempre nello stesso orario ritenuto più utile per il buon fine; nella fattispecie dalle 17 alle 20.
Lo stesso BALLA, poi, appartata l’auto in luogo sicuro, si rendeva utile fungendo da palo ai tre albanesi, ovvero alla parte acrobata-operativa di una organizzazione che, una volta sul posto, poteva mettere a segno anche tre o quattro colpi in poco tempo, spostandosi a piedi da un appartamento all’altro.
Tre gli errori gravi commessi dai malviventi importati dal Paese delle Aquile: 1) l’aver ripetuto la stessa strategia per troppo tempo (fatale il rapporto continuativo con l’agenzia di noleggio); 2) aver avuto la fortuna esagerata di trovare, in una sola abitazione di Potenza Picena, contanti, oro e gioielli stimati in ben 130.000 euro in una volta sola (episodio che ha portato i Carabinieri a dare una accellerata alle indagini) e soprattutto – terzo – l’aver completamente sbagliato territorio andando a colpire, tra tante possibili, proprio la zona coperta dai migliori investigatori delle Marche!
Per gli uomini del sotto Tenente Luciano ALMIENTO, Comandante del nucleo Operativo e Radiomobile, è stato quasi un gioco da ragazzi assumere le giuste informazioni e l’indomani il colpo grosso realizzato a Potenza Picena, incrociare in meno di 24 ore la banda tra l’Aspio e Polverigi per poi pedinarla fino al covo di Ancona e all’arresto numero uno.
In manette finirono, tre mesi fa, oltre al già ricordato Laurenc BALLA, anche tutti i restanti componenti il sodalizio: Cristiano ALBERT (40 anni), Bledar SALA (36) e il multi identità Ibrahimi LESKI (29 anni), malvivente senza fissa dimora in Italia.
A novembre, però, in carcere a Montacuto, accusati dei soli furti commessi a Polverigi, finirono solo due soggetti il nucleo albanese; il restante 50% si vide affibbiare dal giudice, con generosità, il solo braccialetto elettronico e l’osservanza degli arresti domiciliari, peraltro rispettata dagli albanesi, probabilmente fiduciosi di farla franca sulla responsabilità dei 30 raid pregressi.
Ancora una volta, per loro grave pregiudizio, i ladri si dimostrati più abili con le mani e a maneggiare oggetti (in particolare una chiave semi snodata, in uso ai carrozzieri, adattissima per aprire finestre attraverso la ricordata tecnica del foro) che a far di conto con gli uomini di legge italiani.
Certo i quattro non immaginavano di finire incastrati per tutti i 36 lavoretti messi a segno – per un bottino complessivo in denaro e oggetti stimato sui 200.000 euro – ma immaginavano di cavarsela con qualche giorno di arresto e una bonaria paternale, come in uso in Italia.
Del resto, non conoscendo la linea di condotta quotidianamente adottata dai Carabinieri osimani e segnatamente dal nucleo Operativo, costantemente sul pezzo fino alla risoluzione completa del caso, i quattro albanesi potevano effettivamente sperare di farla, in sostanza, franca.
Almeno fino a ieri mattina quando i militari si sono presentati prima a Montacuto e quindi presso il domicilio coatto di residenza con in mano l’ulteriore mandato di arresto per i 30 colpi precedenti.
Ottenuto il via libera dal Sostituto procuratore, lo stesso giudizio, basato su gravi indizi di colpevolezza, è stato fatto proprio dal Gip Carlo MASINI che così, l’altro giorno, ha firmato l’ordine ulteriore di carcerazione, riunendo in cella l’intera banda e con ogni singolo componente colpito dal medesimo capo di accusa: associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine in abitazione.
Per Laurenc BALLA, Cristiano ALBERT, Bledar SALA e Ibrahimi LESKI, tutto sommato, un affare molto meno vantaggioso rispetto a come le cose sembravano promettere; se è vero che il bottino è stato solo in parte recuperato e già restituito ai legittimi proprietari, a pesare sull’altro piatto della bilancia c’è la certezza, per ciascun protagonista, di essere stato lavorato pronto per ricevere il massimo della pena.